CAPITOLO 48

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UNA SCELTA NECESSARIA

I sogni sono ciò che formano il mondo.
Un'idea è come una matita, scrive una storia, forma un disegno ma alcune idee, alcuni sogni vengono creati con l'inchiostro.
Bellarys non riusciva a pensare ad altro che all'oscuro inchiostro, le macchie indelebili che lasciava sulle pergamene, nei libri che avrebbero ricordato a tutti ciò che lei era stata quando non sarebbe stata altro che cenere.
Un mostro, un assassina, una tiranna.
I regni avrebbero rammentato che l'inchiostro e il sangue sono ugualmente difficile da pulire.
Quella macchia nella sua anima sarebbe rimasta.
Le batteva il cuore così forte che pensò che stesse per implodere, dovette girarsi e chiudere gli occhi per prendere fiato. Avrebbe voluto non sentire niente.
E poi eccolo lì, di nuovo quel brutto mal di testa, la stanza ovattata mentre le fiamme le ricordavano vecchie parole.

<<So fare cose sbagliate per le ragioni giuste e difficilmente me ne pento.>>

Criston si era seduto accanto a lei, nella foresta.<<Perché?>>

<<Perché a volte desidero fare del male a chi ne fa a me>>

Riaprì gli occhi, il dolore si attenuò di poco.
Melisandre, urlò nella sua mente, perché l'aveva mandata via? Ne aveva bisogno.
Tutti le osservavano le spalle, che erano immobili, che si proibivano di parlare.
Daemon avrebbe voluto aprirle la bocca, dire a tutti di lasciarli soli ma il modo in cui l'avevo guardato, in cui aveva capito subito...persino lui, che conosceva sua moglie, era rimasto stupito.
Orrore, disgusto, disapprovazione. Uno sguardo identico a quello che suo fratello Viserys gli aveva spesso rivolto.
No, no. Non era vero, si disse la Regina, non aveva voluto quella morte, quell'assassinio disumano. Se fosse stato così...represse il pensiero, non era stata lei.
Un'altra fitta, un'altra voce le attraversò la mente.

<<Verrà vendicata>> aveva ringhiato Daemon.<<Lo prometto. Nostra figlia verrà vendicata>>

Era stato Daemon.
Suo marito, l'amore della sua vita, il padre dei suoi figli.

<<Come>>

Non era una domanda ma un'ordine, un tono così bollente e terrificante che tutti si voltarono per non incontrare lo sguardo feroce che lei diresse a Daemon.
Lui scese gli ultimi gradini, dimenticando l'ex amante al suo fianco, lo sguardo scioccato di suo figlio. Vide solo la sua Regina e capì che in quel momento non era suo marito, ma un suddito e stava per essere processato.

<<Ho degli amici di Approdo del Re, amici privi di umanità e rimorso, fedeli a me. Un ex sergente della Guardia cittadina, ora conosciuto solo come Blood, e di un acchiappatopi della Fortezza Rossa, conosciuto solo come Cheese. Ho detto loro dei tunnel che portano agli alloggi della famiglia reale, quelli che tu usavi nella tua camera. Alicent Hightower non era presente, ma Helaena era con la sua balia e col figlio. Hanno sbarrato le porte, imbavagliato lei per far sì che potesse guardare, come abbiamo fatto noi, mentre suo figlio Jaehaerys moriva dissanguato. Sono fuggiti, Blood è rimasto in città ma Cheese è riuscito a portarmi la testa con loro, per te e...>

La testa. La testa di un bambino, di suo nipote.
Sentì la bile salirle in gola, voleva vomitare sul pavimento ma rimandò giù il conato.
E nella voce del Principe non c'era traccia di dispiacere, di rimpianto, di alcuna umanità. Era la voce di una bestia assetata di sangue, vendicativa e furiosa <<Basta!>>

Strinse il vestito, le dita le tremavano, gli artigli tagliarono il tessuto.
Non aveva mai visto quel bambino, neanche una volta, ma Haelena le aveva chiesto di incontrarlo all'ultima cena di famiglia. La dolce sorellastra, che cercava di compiacerla.
Un'altra fitta, un altro ricordo che per poco non la fece urlare.

𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐡𝐢𝐭𝐞 𝐓𝐚𝐦𝐞𝐫 - 𝐇𝐎𝐓𝐃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora