CAPITOLO 44

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LA PROSSIMA ALBA

La luce è sinonimo d'inizio, di purezza e bontà.
Ma Bellarys non era convinta che tutto fosse come sembrava o come gli altri credevano che fosse.
Il suo stesso drago l'aveva chiamato Albalux, ovvero Bagliore Bianco.
La luce non era qualcosa che la confortava, che sembrava piacevole come per chiunque altro. Per lei essa era potente, accecante ed egoista.
La luce illuminava solo quello che voleva, quando voleva e se concentrata su unico obiettivo poteva scatenare un'incendio divino.
Degli Dei, la nostra Domatrice, era stufa.
Bellarys si era svegliata di soprassalto quella mattina, sudata e con quel gesto improvviso si era tagliata da qualche parte. Non sapeva come, si era solo messa a fissare il taglietto sull'indice e la tinta rossa che colava in una lunga goccia.
Aveva lasciato che le macchiasse la vestaglia da notte color perla. L'aveva turbata, il rosso che dilagava sul candore del bianco.
Si era alzata di tutta fretta, accorgendosi solo dopo che Daemon non era al suo fianco.
Andò allo specchio, cercando un umore migliore, lo stesso che aveva avuto la sera precedente tornando a Roccia del Drago.
Rammentò la promessa fatta ad Alicent : doveva tornare ad Approdo del Re con Rhaenyra.
Non era sul piede di guerra, né immaginava che quel giorno sarebbe stato l'ultimo in cui avrebbe scorso l'alba, scorgeva il tramonto ma pensava fosse ancora lontano.
Era così sicura, certa di aver trovato una luce meno dolosa del fuoco, pronta ad illuminarla. Per questo non vestì di bianco, non aveva bisogno di sentire di essere il suo drago stesso, solo una Targaryen come gli altri.
Una che tornava da suo padre, voleva essere una donna adulta.
Indossò un abito nero, di seta, che si apriva come una vestaglia e si legava con dei lacci sotto il seno. C'erano dei segni dipinti sopra, fatti con uno stampo rosso, ed era il simbolo della sua casata.
La gonna ambia era libera, liscia, comodissima per cavalcare a dorso di drago e sotto indossava ballerine eleganti per stare al castello, avrebbe messo degli stivali più tardi.
Quando uscì dalla sua stanza, andò a bussare in quella di Rhaenyra ma la trovò vuota. Fece una smorfia e afferrò la propria collana con una mano, mentre con l'altra tirò indietro i capelli bianchi, che aveva legato con due ciocche all'indietro, unite da una treccia.

  Fece una smorfia e afferrò la propria collana con una mano, mentre con l'altra tirò indietro i capelli bianchi, che aveva legato con due ciocche all'indietro, unite da una treccia

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Scese al piano di sotto, arrivando di soppiatto nella sala della mappa. La luce del mattino illuminava la pietra nera del pavimento ma non la tavolata di Aegon I.
Daemon stava parlando animatamente con Rhaenyra e Melisandre, la quale teneva in mano una pergamena.
Fu la Strega Rossa a percepire la sua presenza, alzò il viso roseo di scatto, trovando la sua Principessa a fissarli con espressione cupa.

<<Principessa>>

Gli altri due la videro, zittendosi e mettendosi dritti. Bellarys guardò la sorella, notando che indossava ancora una vestaglia<<Perché non sei pronta, Piccolo Drago? Dobbiamo partire presto>>

<<Ecco, si dà il caso che non partiremo>>

Avanzò, raggiungendoli<<Non essere sciocca, nostro padre ci attende e io non lo farò aspettare ancora>>

𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐡𝐢𝐭𝐞 𝐓𝐚𝐦𝐞𝐫 - 𝐇𝐎𝐓𝐃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora