CAPITOLO 31

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GRANDE ARDORE

L'aria è l'elemento della natura più sottovalutato, semplicemente perché viene dato per scontato. Eppure, senza essa, non ci sarebbe vita.
È sorprendente il ruolo che può avere, può calmare o attizzare, può soffocare o creare.
La stessa aria può essere domata dalle sole creature degne di tale capacità: i draghi.
Due esemplari, di colori opposti ma simbolici, volavano in ogni direzione, liberi.
Quella cavalcata sarebbe stata ricordata come tra le più selvagge e folli, di cui furono testimoni migliaia di persone.
Caraxes e Albalux ormai erano compagni, abituati alla loro presenza, quasi coordinati e sembravano divertirsi ad eseguire quello spettacolo.
Rosso e bianco attraversarono il cielo tutta la mattinata, percorrendo Approdo del Re e abbassandosi in acrobazie sino all'arrivare al di sopra delle nuvole stesse, come poteva non apparire divino tutto ciò?
Il popolo ormai definiva tali i due cavalca-draghi, che mai avevano dimostrato di non essere degni di quel potere.
Erano amati, temuti e acclamati dalla folla in festa.
Era un giorno importante per la leggendaria coppia, era il loro decimo anniversario.
Ebbene, erano passati dieci anni dalla loro unione valyriana, da quando erano nati i loro primi due figli, da quando la dinastia era stata messa in mani sicure.
Ma nulla è mai sicuro, sicuramente non per Bellarys Targaryen.
Quando i due draghi atterrano, dinanzi alla Fossa dei Draghi, si ringhiarono a vicenda e Bellarys rise sonoramente, placando l'enorme creatura.
È da dire che il suo era cresciuto ancora parecchio, aveva diciassette anni e superava alcuni più vecchi.
Daemon, che tornò a terra per primo, non poté avvicinarsi per aiutarla a scendere, nonostante gli anni passati Albalux non permetteva a nessuno di farlo.
Lui aveva una sella, lei no.
Bellarys si aiutò con l'ala e si sostenne facendo respiri un poco affannati.
Non avrebbe ammesso che le dolevano le cosce per la posizione ma ad aspettarli, insieme a due guardie reali, vi era una comoda carrozza.
Daemon sorrise quando la vide tanto soddisfatta e questo la rendeva ancora più incantevole.
Vestiva con un abito rosso, aveva una scollatura profonda ma per niente volgare, questo grazie alla forma delle spalle e del colletto doppio.
Le maniche lunghe erano decorate con draghi dorati, così come la cintura larga sotto i seni prosperosi e sulle tasche.
La gonna saliva alta e solo per comodità, era un tessuto spesso e questo permetteva di nascondere qualsiasi forma sotto esso. Ai piedi portava degli alti stivali rossi, adeguati all'occasione sportiva, arrivavano sopra il ginocchio.
Dalla scollatura si vedeva la sua inseparabile collana, regalata da Daemon e alla mano lo stesso anello di Criston, forse non avrebbe dovuto averlo, ma non riusciva a toglierselo.
I lunghi capelli argentati erano stati legati in un'abbandonante treccia, così come un'altra le cerchiava il capo per lasciare qualche ciocca libera intorno al viso.
Un viso che pareva non essere affatto invecchiato.

 Un viso che pareva non essere affatto invecchiato

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<<E il campione dei Sette Regni è Albalux!>>

Egli rise sistemandosi la cinta armata<<Non essere tanto piena di te, ti ho fatta vincere>>

<<Come hai detto, prego?>>

<<La nube di fuoco>>le ricordò<<L'ho attraversata apposta per rallentare>>

𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐡𝐢𝐭𝐞 𝐓𝐚𝐦𝐞𝐫 - 𝐇𝐎𝐓𝐃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora