CAPITOLO 19

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CHIUNQUE TU VOGLIA ESSERE

Quante volte abbiamo chiuso gli occhi e sperato di riaprirli con altre sembianze, con un diverso aspetto e carattere, con una famiglia o degli amici differenti?
Quante volte abbiamo sperato che al nostro risveglio avrebbe potuto essere ciò che volevamo e avere esattamente quello che abbiamo chiesto?
Facendo tali pensieri si dà per scontato di poterle avere per sempre, perché anche una volta sfiorato il desiderio espresso, quello non può durare.
Sperare è una cosa buona, astrarsi anche ma sa essere una tortura, perché quando ti accorgi che quello vuoi non è ciò che hai, puoi soltanto provare delusione.
E cosa faresti per non sentirti più così?
Forse qualsiasi cosa.
Bellarys faceva lunghi respiri osservando il mare mosso, l'orizzonte mostrava Approdo del Re e ad ogni onda sperava di non arrivare mai.
Riusciva a sentire già il fetore di quel luogo, di milioni di persone infelici che ci vivevano. Ed ella infelice, di nuovo, odiava profondamente la condizione altalenante delle proprie emozioni.
Melisandre aveva insistito nel farla tornare sottocoperta, poiché si sarebbe dovuta cambiare d'abito. Era un poco sgualcito dall'avventura nella grotta e poi l'Erede doveva sempre mostrarsi al meglio, soprattutto se avrebbe fatto infuriare il Re.

<<Dovremmo approdare tra non molto, Principessa>>le si avvicinò una voce.

Era Criston, questo lo sapeva ma non distolse lo sguardo dall'acqua che mostrava il riflesso di Albalux, che voleva parecchio più in alto. Anche esso non era contento di tornare nella Fossa dei Draghi.
Ella non rispose e così fece un passo in avanti<<Non hai detto una sola parola dalla partenza, non è da te.>>

<<Che cosa non è da me? Arrendermi? Infrangere una promessa?>>gli chiese.

Lui mise le mani dietro la schiena<<Intendevo rimanere in silenzio.>>

Voltò appena il viso per guardarlo<<Non volevo essere villana, perdonami>>

<<Hai tutte le ragioni per essere irrequieta o villana>>

Annuì appoggiando le mani sul bordo di legno, era l'unico a non avere una casacca per il freddo, non lo percepiva affatto. <<Come credi che reagirà mio padre?>>

<<Parli di come avete respinto i pretendenti o del fatto che avete concluso il viaggio due mesi prima?>>sorrise appena.

Questo finalmente le rubò un sorriso e lui ne fu sollevato. <<Tento di fare la cosa migliore per Rhaenyra, voglio che sia libera come non lo sono io. E nessuno di quegli uomini è alla sua altezza, nessuno lo sarà mai per me>>

<<Allora perché sei tanto in pena?>>

<<Perché ho compreso che c'è un prezzo per la sua libertà. Per donargliela devo essere io perderla>>sospirò abbassando il volto. <<Lei è la cosa più importante per me ma...>>

<<A volte odi amarla tanto>>finì la frase per lei.

Bellarys non rispose, dal modo in cui si guardarono capì che parlava anche di lei. Dunque odiava l'amore che sentiva, pensò e non lo biasimò. Stava infrangendo il suo dovere per questo, il senso di colpa iniziava nuovamente a tormentarla.
Criston considerò il contrario, si dispiacque per le parole pronunciate ma non dovette dolersi a lungo. Poiché ella cambiò atteggiamento.
Bellarys sollevò di scatto il viso verso il cielo, Albalux planò verso ovest ed ella sembrò essersi accorta dello stesso.
Cole conosceva i misteriosi riflessi della Principessa, l'aveva vista lottare ma anche prevenire determinati avvenimenti e così fece in quel momento.
Dalla direzione in cui stava guardando si sentì un mugghiare e così tutta la ciurma si fermò, lo sentirono una seconda volta e Ser Cole comprese il pericolo.

𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐡𝐢𝐭𝐞 𝐓𝐚𝐦𝐞𝐫 - 𝐇𝐎𝐓𝐃Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora