𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐡𝐢𝐭𝐞 𝐓𝐚𝐦𝐞𝐫 - 𝐇𝐎𝐓𝐃

CAPITOLO 37

ETERNO SACRIFICIO

Tutti parlano di sacrificio come sinonimo di perdita, di lutto, di privazione.
Eppure è uno scambio, si dà qualcosa per ottenere qualcos altro e non può mai avere un costo minimo, basso.
Quando perdi qualcosa, l'obiettivo non è fisico, materiale ma è il dolore che ne consegue.
Quello è il prezzo da pagare.
Quando Daemon vide tanto sangue reagì d'istinto, prese Bellarys in braccio e si diresse verso la porta.
I bambini gridavano il nome della loro madre, Rhaenyra tentò di fermarli facendo passare Melisandre. Tutti erano sconvolti, smarriti.
Rhaenys era la padrona di casa, quindi si occupò di dare loro la stanza più grande e calda.
Il fuoco era già acceso quando entrarono, Bell riuscì a mirare solo quello mentre si stendeva sul letto. Le sembrava incredibilmente duro.
La Donna Rossa le tolse le scarpe e poi arrivò la prima contrazione, Bellarys urlò.
Daemon restò fermo, iniziando a contare i mesi di gravidanza, erano sette.
Solo sette, non nove.
Rhaenyra stava per entrare quando Melisandre si voltò <<Devo cambiarla, uscite>>

<<Ti aiuto...>>

<<No, Principessa>>le disse<<Lei non desidera essere vista così>>

La sorella minore capì che era vero, Bell non si mostrava mai debole a lei, vederla svestita e sporca di sangue avrebbe perseguitato entrambe.
Così Daemon annuì, gli tremavano le mani rosse.
Uscirono, chiudendo la porta dietro di loro. Il corridoio sembrava improvvisamente ghiacciato, privo di ogni luce o di buone intenzioni.

<<I bambini sono tornati a letto, ho chiesto a Lord Corlys di chiuderli dentro>>

Lui la sentì appena, rivedeva il pugnale che feriva la sua Domatrice e il modo in cui si piegava in due davanti ad Alicent.
Era connesso, lo era tutto.
Sentivano altre urla e Rhaenys si fermò dal suo arrivo, guardando la stanza chiusa.
Le due non erano mai stati particolarmente legate, all'inizio erano state quasi nemesi ma solo perché si assomigliavano molto.
Pensò a Laena, morta di parto e ad Aemma. Le donne erano maledette, condannate ad una sofferenza inaudita, che nessun uomo avrebbe mai potuto comprende o sopportare.
Sapeva che l'Erede era forte, persino più della sua stessa figlia e lo aveva visto in quella Sala. Il modo in cui aveva lottato per proteggerli, in cui si era definita la Vera Regina, era magnifico.
Lei non aveva mai avuto il coraggio di farlo, di ammetterlo o urlarlo a qualcuno.
Aveva scelto di accettare che gli uomini vincono sempre, quindi non poteva ora accettare che la Domatrice perdesse contro la morte.
Laenor non era lì, il che la fece vergognare ma sì avvicinò a Rhaenyra per consolarla.
E poi sentirono qualcuno tossire, era il Re che si trascinava con tutte le sue forza sul proprio bastone. Insieme a lui c'era il Lord Comandante.
Daemon lo osservò, sapeva che aveva difeso Bell ma alla fine lo incolpò lo stesso, come sempre. Si immaginò dargli un pugno faccia, facendo cadere a terra la sua corona d'oro.
Viserys, Daemon e Rhaenyra sapevano che Bellarys sarebbe sopravvissuta ma a quale costo?

<<Com'è potuto succedere?>>

Il fratello si guardò le mani<<Il pugnale>>

<<Il pugnale?>>domandò Rhaenys, smarrita di quella deduzione.

<<Dammelo, Viserys. Dammelo>>

Il Re se lo sfilò, era stato raccolto prima ma si sorprese di vedere che il sangue si era già seccato e ne macchiava la lama. Daemon lo afferrò e si voltò verso una delle torce infuocate appese, fu lì che lo vide : era la prova.
Il sangue era rimasto poiché era finito in un incisione, che di solito poteva essere svelata solo con le fiamme.
Erano parole in alto valyriano, Rhaenyra fu la sola ad avvicinarsi per leggerle.
Era la profezia, ormai non c'era dubbi sul fatto che esisteva davvero un Dio della Luce. Per tutti quegli anni aveva tentato di crederci, basandosi solo sul racconto di Bell e Melisandre ma adesso era reale.
E questo lo spaventò, perché dalla sua esperienza gli Dèi davano solo per riprendere.
Si voltò, pronto per entrare quando la porta si spalancò, come un segno del destino.
La Donna Rossa uscì e si sentì un altro urlo, che venne richiuso dal portone.