- Capitolo Diciotto -

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Anche i giardini erano cambiati

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Anche i giardini erano cambiati.

Le siepi erano state potate per avere forme più complesse, e tra le aiuole vi erano accostamenti di colori più vivaci. Alcuni fiori sarebbero stati sostituiti solo dopo l'inverno, ma presto anche quel luogo avrebbe avuto tutto un altro aspetto.

Mentre camminavano, e Devjm teneva Lady Kaetyun a braccetto, la donna ogni tanto si fermava sui suoi passi, e faceva cenno al ragazzo verso una zona o l'altra dei giardini. Gli raccontò di come avrebbe preferito sostituire quelle ortensie con delle azalee, e chiese la sua opinione sui tulipani, che a detta sua erano fiori noiosi.

Devjm non seppe davvero che dire. Con così tanto spazio a disposizione, non avrebbe nemmeno saputo nominare abbastanza fiori differenti per riempirlo tutto.

«Qualcosa di semplice, come delle rose,» propose però a un tratto, ispirato, «Penso che starebbero bene, qui.» fece cenno al passaggio che stavano attraversando. Il percorso si stringeva, costeggiato da due siepi abbastanza basse.

Lady Kaetyun annuì. Degli archi di sostegno sui quali far arrampicare delle rose rosse, oppure bianche. «Sono d'accordo.» disse, sorridendo.

Il ragazzo ricambiò timidamente la curva delle sue labbra.

Lady Kaetyun riprese il cammino, conducendo il giovane Ladro fino al cuore del giardino – la fontana. Vi era un unico zampillo, al centro, che ricadeva in polle sempre più ampie, che avevano la forma della corolla di un fiore.

Si sedettero entrambi sulla pietra bianca, e l'anziana donna lasciò il braccio di Devjm, per intingere le dita della mano sinistra nell'acqua fresca. Il ragazzo la guardò sorridere, e pensò che assomigliasse a una bambina spensierata, nonostante le rughe e i capelli grigi.

«Non so quanti foste, voi Ideev Prescelti, ma avete tutti quanti il diritto di conoscere la verità sul conto di Lord Vyde.» prese a dire dal nulla, senza staccare gli occhi dall'acqua, e dalle increspature che stava creando lei stessa. Andavano a scontrarsi con quelle create dallo zampillo, e perdevano quella silenziosa guerra.

«Tuttavia, questo segreto deve morire con voi.» disse ancora, portando finalmente i suoi occhi castani su Devjm.

Il ragazzo annuì, per poi deglutire. Quegli occhi erano molto diversi da quelli di Vyde, ma lo rendevano comunque nervoso. «Eravamo in quattro.» volle specificare, «Ma l'ultimo di noi è...» non terminò la frase.

È morto, avrebbe voluto saper dire. Proprio in questa fortezza. Per mano mia.

Una sensazione di freddo e di umido lo colse alla sprovvista. Devjm quasi ritrasse la mano, prima di accorgersi che era stata Lady Kaetyun a posare la propria sulla sua. Lo aveva appena salvato dalla vergogna del confessare un omicidio. Ma forse l'aveva già letto nei suoi occhi.

«Lord Orlud non era malvagio.» cominciò a dire lei, ora spostando lo sguardo sul resto del giardino, «Mi innamorai di lui quando avevo solo diciassette anni. Ed eravamo proprio qui.» fece cenno alla fontana, «Io e la mia famiglia eravamo in visita alla sua tenuta, per affari che coinvolgevano delle ipotetiche miniere sui Grandi Rilievi Orientali che non sono mai state costruite. Lord Orlud aveva una vasta conoscenza delle scienze della terra e della natura. E anche della botanica.»

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