- Capitolo Quarantasei -

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Kael e Devjm furono di ritorno al tramonto

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Kael e Devjm furono di ritorno al tramonto. Brenta li accolse alla porta, ma in viso aveva un'espressione quanto mai desolata.

Il suo sguardo rassegnato allarmò Kael, che senza chiedere permesso, senza dire una sola parola, si precipitò in camera da letto, dove aveva lasciato Ceala il giorno prima.

Tirò un sospiro di sollievo nel vedere che la sua amata respirava ancora, ma fu attraversato da un brivido di terrore quando le prese la mano, così fredda.

«Ceala,» provò a chiamarla, e l'unica risposta che ottenne fu un mormorio confuso, e un rapido battito di palpebre.

«Devjm,» chiamò allora, «Porta l'antidoto, presto!»

Il Ladro fu accanto a lui in un attimo, e gli porse la boccetta di vetro.

Kael, con un semplice sguardo, lo ringraziò immensamente.

Devjm sapeva di non potersi aspettare di più da lui, così annuì, e sorrise. E forse Kael avrebbe davvero pronunciato la parola grazie, se il farfugliare di Ceala non si fosse trasformato in gemiti e lamenti di dolore.

Presto la ragazza aprì gli occhi, e si rese conto che il suo amato era al suo fianco.

«Kael,» pronunciò il suo nome con una voce flebile, tra un respiro e una fitta, «Sei davvero tu? Non è un sogno? Non è la Morte, ancora?»

«No, no, Ceala, non pensarlo nemmeno.» sussurrò, accarezzandole i capelli, «Sono io, Ceala, sono io. Va tutto bene, nemmeno la Lefsan è più un problema, ora. Abbiamo l'antidoto, vedi?» le mostrò la boccetta di vetro, anche se sapeva che lei non avrebbe avuto la forza di aprire gli occhi.

Tolto il tappo, Kael applicò la pomata alla zona arrossata attorno alla puntura, sull'avambraccio destro. Immediatamente il volto di Ceala si rilassò, e un sorriso sereno prese il posto delle smorfie di dolore.

«Ecco. Ce l'abbiamo fatta, Ceala. È finita. Abbiamo vinto.» la strinse a sé, sentendo le sue gelide mani attorno alle sue spalle, e sentendosi in qualche modo rassicurato.

«Ceala, ti prometto che non permetterò più a niente e a nessuno di mettersi tra di noi. Mai più. Nessuno ti farà mai più del male. Te lo prometto, Ceala.»

Calde lacrime rigavano il suo viso, ma erano lacrime di gioia.

Tutto sarebbe andato per il meglio. Ora Kael sentiva di avere il diritto di parlare del futuro. Avrebbero atteso che la Lefsan avesse cessato di essere una minaccia, poi sarebbero tornati a Evol, a vivere la loro vita, felici, insieme.

Devjm sorrise alla vista dei due innamorati – era fiero di se stesso. Aveva aiutato una persona a salvarne un'altra. Aveva salvato due vite. Ormai aveva smesso di aspettarsi un tornaconto. Anche solo quella scena bastava a scaldargli il cuore.

Alla fine, ciò che perdiamo è davvero pari a ciò che guadagniamo, nell'arco della nostra vita? Non ci sono vite ingiuste, di chi ha ricevuto più di quanto gli spettasse, o altri a cui non è stato dato abbastanza? Oppure la giustizia stessa è una grande bugia, a cui crediamo per fingere che nel nostro mondo ci sia ordine?

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