- Capitolo Trentotto -

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Reyns rifletté su ciò che Neidjel gli aveva rivelato, riuscendo a fare chiarezza e ordine nei pensieri che si erano ingarbugliati nella sua mente, e che troppe volte degeneravano in preoccupazioni, fondate o meno

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Reyns rifletté su ciò che Neidjel gli aveva rivelato, riuscendo a fare chiarezza e ordine nei pensieri che si erano ingarbugliati nella sua mente, e che troppe volte degeneravano in preoccupazioni, fondate o meno.

Ora aveva un piano – setacciare le segrete nei panni di una guardia Imperiale che portava quel bracciale d'argento.

Certo, restava un problema quello di recuperare una divisa e un gioiello, ma se era in quei sotterranei che Aera era tenuta prigioniera, allora avrebbe piuttosto fatto affidamento sulle sue doti di assassino, avrebbe eliminato un soldato e ne avrebbe preso il posto, se fosse stato l'unico modo.

Il ragazzo scivolò nell'ombra di una strada secondaria, quando ebbe la sensazione che qualcuno lo stesse seguendo – non aveva armi, con sé, nulla con cui difendersi. Continuò per la sua strada, gettando, distrattamente, un'occhiata alle sue spalle, e distinse le figure di sei guardie Imperiali.

Trasalì, alla vista della sua paura diventata realtà. Stavano davvero agli ordini di Tizho, allora.

Come Kael gli aveva fatto notare, qualcuno controllava gli spostamenti dentro e fuori dalle mura. Reyns era un corpo estraneo in quella città impaurita.

Tizho doveva aver istruito i suoi soldati al fine di inseguirlo, per catturarlo o per ucciderlo. Sì, era certamente così – una guardia lo aveva già attaccato, all'interno delle mura di palazzo, e portava quel bracciale d'argento.

Ma anche quella che lo aveva salvato, Clood, indossava lo stesso gioiello, ne era sicuro. Che fosse un traditore? Si poteva fidare di lui?

Reyns si guardò ancora una volta alle spalle prima di infilarsi in un'altra stradina, e ancora non poté evitare di provare un brivido di paura – l'uomo biondo che guidava il gruppo era Clood. E, come se non bastasse, le guardie alle sue spalle erano solo tre, ora. Due erano sparite. Lo stavano accerchiando.

Era in trappola.

Reyns girò sui tacchi – era meglio dover tenere testa a quattro nemici di fronte e due alle spalle, piuttosto che viceversa. Inoltre, i due soldati mancanti non si erano ancora visti. Con un po' di fortuna, avrebbe potuto mettere fuori combattimento uno dei quattro, e utilizzare la sua spada per finire gli altri, prima del loro ritorno.

Fu ciò che tentò di fare. Si gettò su Clood, chiedendogli mentalmente perdono, perché non era quello il modo di ricambiarlo del suo aiuto – la sua scelta era dovuta al fatto che aveva una minima idea di come si muovesse sul campo di battaglia.

Reyns fu rapido nel colpirlo al braccio sinistro, che sapeva essere dolorante, in modo che il soldato lo alzasse o lo ritraesse. Approfittò del momento per sfilargli la spada dal fodero, ma non ebbe la forza di finirlo.

Trafisse invece uno degli altri tre soldati alle spalle di Clood, che cadde a terra prima di poter sfoderare la propria arma. Il secondo si dileguò, codardo.

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