- Capitolo Cinquantuno -

13 4 23
                                    

Aera distinse la figura di Clood nell'oscurità

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Aera distinse la figura di Clood nell'oscurità. Il soldato pareva incredulo, come se stesse assistendo a un miracolo, ma la ragazza non ebbe il tempo di domandargli quale fosse il problema, che l'uomo parlò.

«Devi andartene, subito, o Tizho ucciderà tutti quanti.» la avvertì, serio, in un sussurro.

«E come può farlo?» chiese Aera, senza capire, «Siamo in dieci, portiamo il triplo degli antidoti contro la Lefsan, e lui è solo con dei prigionieri che per giunta sono dalla nostra parte. È lui a essere circondato.»

«Ma è proprio perché non ha via di scampo che è pericoloso.» ribatté Clood, «Minaccia di infrangere un'ampolla di Shean.»

«Shean?» ripeté qualcuno tra i medici, inorridito al solo pensiero.

«È il veleno molto pericoloso di cui ci avevi parlato, non è vero?» dedusse Aera, racimolando ricordi che sperava di aver perduto, dei lunghi giorni passati in quella cella.

Clood annuì, «Se lascia cadere quell'ampolla, non avremo molto tempo per fuggire.»

Aera valutò le possibilità, molto scarse. Aveva un'idea, un'idea forse folle, forse sbagliata. Ma il tempo stringeva, e le alternative diminuivano a ogni secondo.

«Clood,» cominciò poi a dire, in tono grave, non senza vergogna per l'estremo egoismo che stava per dimostrare, «Se esiste anche solo una possibilità che io riesca a salvare Reyns dalla Lefsan e da Tizho, io devo trovarla, e non posso fallire. L'unico modo che abbiamo è bloccare Tizho per più tempo possibile, aiutare tutti i prigionieri a fuggire attraverso il passaggio vicino al suo studio, e somministrare loro gli antidoti una volta in salvo, fuori dalle mura di Palazzo.»

«E come pensi di uscire dal complesso, con le guardie a ogni portone? Vi identificheranno come gli assassini dell'Imperatore. Dovrete fuggire dalla porta di ferro, nonostante sia lontana.»

«Quello sarebbe impossibile.» la ragazza scosse la testa, «Tizho chiamerà i suoi Amter e infrangerà l'ampolla appena ci vedrà arrivare.» spiegò Aera, «Raggiungeremo il portone dorato, e le guardie ci lasceranno uscire.»

«Ma...» tentò di ribattere Clood, ma la principessa lo interruppe.

«Le guardie a ogni portone ci hanno visto.» spiegò la ragazza, «Sanno che io non posso essere l'autrice del crimine, poiché sono stata data per morta in quanto principessa di Lanth. I medici di Lanth, poi, non sono mai nemmeno stati all'interno del Palazzo. Le guardie al portone dorato non potranno che presumere che quelle alle altre due entrate abbiano fatto un'eccezione alla regola vista l'emergenza della Lefsan. e ci lasceranno uscire senza fare domande, quando vedranno me, i medici e i malati.»

Un gruppo così numeroso non poteva essere dietro il crimine dell'omicidio dell'Imperatore. Si sarebbe trattato di una congiura, in quel caso. Le guardie sapevano che l'assassino era un uomo soltanto, e che i suoi eventuali complici si trovano entro le mura di questo Palazzo. Aera e i medici erano esterni a tutto ciò, e quindi innocenti.

Il Viaggio per la PaceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora