- Capitolo Ventisei -

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Durante il viaggio che lo condusse, verso sera, al Palazzo Reale, Reyns non fece altro che pensare a Orlud, alla sua vera natura, e ai piani che lui e Vyde potevano avere

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Durante il viaggio che lo condusse, verso sera, al Palazzo Reale, Reyns non fece altro che pensare a Orlud, alla sua vera natura, e ai piani che lui e Vyde potevano avere.

Si sarebbero risvegliati, un giorno, aveva detto Devjm. Ucciderli era complicato, tanto che sembrava che fossero stati loro stessi ad arrendersi, dopo aver commesso un qualche errore, perché sapevano che avrebbero avuto una possibilità di riprovare a ottenere il mondo che volevano, quando sarebbero rinati.

Sarebbe quindi stata responsabilità sua, di Devjm, e di Kael quella di mettere in guardia le generazioni future.

Ora tutto acquistava un senso, uno più buio e incredibile. Persino ciò che riguardava la famiglia reale.

Reyns era rimasto stupito dalla differenza d'età tra Aera e i suoi genitori – suo padre era maggiore di lei di quasi quarant'anni. C'era da pensare che Aera non fosse la prima figlia del Re e della Regina, ma non aveva senso pensare che, in seguito a una serie di sventure come la perdita di almeno un bambino, la coppia avesse avuto la prontezza di nascondere la principessa neonata tanto lontana da casa.

Eppure, se quelle sventure fossero state riconducibili proprio a Vyde e Orlud, tutto aveva un senso.

Avevano nascosto Aera nella Valle Verde, tenuta segreta la sua nascita, perché altri bambini erano già morti.

Vyde, si corresse poi Reyns, nei suoi pensieri. Il colpevole rimaneva Vyde. Lui era la mente ambiziosa e contorta che aveva dato inizio alla sofferenza di due regni.

Orlud era solo un aiutante, un padre disperato, un uomo che aveva amato troppo e non era stato amato abbastanza. Non si meritava di fare la stessa fine che aveva fatto suo figlio.

Ma Reyns avrebbe davvero potuto fare qualcosa per evitare che venisse ucciso?

Sì, certo che avrebbe potuto, si rispose un attimo dopo. Gli sarebbe bastato spendere qualche secondo di più a riflettere sull'inquietudine che aveva avvertito in Aera, e la risposta sarebbe venuta da sé. Invece aveva preferito pensare che si trattasse solo ed esclusivamente del senso di colpa che la ragazza sicuramente provava per essersi macchiata dell'omicidio di un Sakrum che aveva minacciato di arrestarla, ma del quale aveva usufruito per nascondere quella seconda sensazione, che era bene rimanesse segreta. Era diventata una bugiarda, una manipolatrice, aveva architettato e ordinato la morte di un uomo.

Oh, quanto era cambiata Aera, senza che Reyns se ne accorgesse! Ed erano conseguenze dell'influenza che lui stesso aveva esercitato su di lei. La ragazza che aveva lasciato a Evol era così diversa dalla giovane fanciulla indifesa di cui si era innamorato perdutamente al primo sguardo.

Eppure, la amava ancora. La amava lo stesso. La amava di più.

Reyns aveva pensato a se stesso, e questo era costato la vita a Orlud. Era stato dunque il suo egoismo a uccidere il Lord? Questa domanda lo rendeva nervoso, e il fatto che rimanesse senza risposta peggiorava la situazione.

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