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Greta pov's:

È trascorsa una settimana dalla festa.
Fuori da freddo ed è il 5 ottobre.
Sono seduta in un bar del centro a fare colazione mentre faccio i compiti di italiano per domani. Sono le sette e cinque e tra poco dovrò uscire dal locale per non rischiare di fare tardi.
Sono in un angolo del bar che oggi è molto affollato, devo dire anche più del solito.
Adoro venire a fare i compiti qui.
Ogni giorno c'è un aria così accoliente che mi fa dimenticare, almeno per qualche ora di quanto mi manchi Milano.
Cerco venire qui quasi tutti i pomeriggi in cui non ho gli allenamenti di nuoto, sport a cui mi sono iscritta la settimana scorsa. Non so perché io l'abbia fatto dopottutto, probabilmente perché avevo bisogno di qualcosa che mi tenesse impegnata almeno per qualche ora durante la settimana.

Una figura alta e muscolosa si siede davanti a me interrompendo tutti i miei pensieri.
Fisso per qualche secondo le sue mani. Stringe il bicchiere di vetro con dentro del succo d'arancia che probailmente ha appena comprato.
Sposto lo sguardo sul suo volto: i suoi capelli sono marroni e i suoi occhi di un azzurro acceso.
L'ho visto qualche volta a scuola e alla festa, ma non gli ho mai rivolto la parola. Siamo ancora qui e lui mi guarda sorridendo.
<<penso che tu abbia sbagliato tavolo...>> esclamo agitatandomi più del dovuto.
<<io non credo>> mi sorride. Lui è completamente a suo agio mentre io mi sento sprofondare sulla sedia.
Sento come se mi penetrasse con lo sguardo. Inizio a muovere freneticamente la gamba sotto il tavolo ed esclamo:
<<ci conosciamo forse?>> La mia voce risulta molto irritata e rigida.
<<suppongo di no, però...>> lo interrompo. Comincio a radunare tutte le mie cose e nel mentre esclamo:
<<no, grazie. Ora scusami devo andare>>
Mi alzo dopo aver messo tutto nello zaino. Cerco di passargli accanto, ma lui mi blocca con il suo braccio.
Il suo odore mi penetra nelle narici.
<<Lascia che ti dia una mano>> mi ruba li zaino e se lo carica sulla spalla.
Cerco di levarglielo ma è molto più alto di me e riesce a scansarmi, a poggiarmi una mano sulla schiena delicatamente e a farmi uscire dal locale.
<<forse non è il momento perfetto per presentarmi, comunque sono Jacob... tu Greta, vero?>>
<<come mai sai il mio nome?>>
<<andiamo nella stessa scuola sai? Probabilmente non te ne sarai nemmeno accorta>>
<<mi sembra di averti intravisto alla festa settimana scorsa>>
<<sì mi ricordo anche io di averti vista sai? Passavo di qui e ti ho incontrato perciò eccomi qua>>
<<che fortuna...>> esclamo a denti stretti. Non capisco perché non mi lasci in pace. La mattina non sono dell'umore giusto per chiacchierare con le altre persone. 

Senza rendermene conto inizio a camminare accanto a lui e arriviamo davanti alla scuola.
Allo scoccare delle otto entriamo all'interno dell'edificio affollato.
Sguardi accaniti mi vengono lanciati da tutte le ragazze che mi passano accanto, ma cerco di mantenere la calma.
<<non fare caso a tutti quelli sguardi va bene?>>
Mi sussurra all'orecchio a voce bassissima.
Le sue labbra sono vicinissime al mio orecchio ma si allontanano all'istante non appena Jacob si rende conto di qaunto io mi senta a disagio nel bel mezzo di questa situazione.
<<non ti conosco così tanto dopottutto perciò non puoi pretendere di darmi ordino ok?>> La mia voce è irritata.
Sento il sangue ribollirmi in tutto il corpo. Ma chi si crede di essere?

Arriviamo davanti alla mia classe, finalmente.
Gli strattono via lo zaino dalla spalla e me ne vado senza salutare lasciandolo di stucco.
Non mi volto nemmeno ed entro in classe sedendomi all'ultimo banco vicino al muro, iniziando a tirare fuori tutte le mie cose, poggiandole delicatamente sul banco.

Non appena sento la sedia accanto a me  spostarsi mi volto all'istante: Nicolò Barella.
Faccio un respiro profondo.
<<ti stai sedendo qui?>> esclamo leggermente infastidita.
<<mi sto sedendo dove mi siedo sempre>> È irritato e non lo nasconde.
I suoi capelli sono leggermente fuori posto e sul suo volto ci sono due piccole occhiaie. Sembra parecchio stanco.
<<tutto bene?>> esclamo preoccupata.
<<sì come al solito, perché?>>
Percepisco il suo sguardo di intesa addosso anche se ho lo sguardo puntato sulla lavagna.
È parecchio stressante.
<<niente lasciami stare>> mi messaggio le tempie sperando di recuperare un po'di lucidità. Ma che mi prende in questi giorni?
<<come vuoi>> Lo intravedo sorridere e ciò mi fa innervosire sempre di più.
Sta ridendo di me forse?

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Hey come state? Spero tutto bene.
Ecco il settimo capitolo della storia. Cosa ne pensate? Fatemi sapere e se vi va lasciate una stellina<3
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