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Nicolò pov's:

Sono appena arrivato a casa.
Non appena varco la porta la chiudo alle mie spalle e mi accascio sul pavimento con la schiena rivolta verso la porta.
Le lacrime iniziano a colare sulle mie guancie.
Non appena non abbiamo più detto niente ho capito che non dovevo stare lì e me ne sono andato e lei non ha fatto nulla per impedirmelo.
Mio padre è ancora in ufficio come al solito e non finirà prima di qualche altra ora.
Dopo una decina di minuti di asciugo le lacrime con il palmo della mano e tonro in camera mia.
Non capisco perché non riesca a parlarle senza rischiare di ferire lei o me stesso.
Eppure oggi non ho fatto nient'altro che guardarla nuotare.
Sembrava così perfetta in quel momento che non ho fatto altro che guardarla per tutto il tempo.
Ero andato lì per semplicemente chiederle se fosse tutto a posto dopo quello che è successo ieri sera, ma come al solito ho rovinato tutto.
È stata colpa mia, come sempre.
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Greta pov's:

Ho passato la notte inbianco.
L'unica cosa che ho fatto è stata fissare il soffitto mentre nella mia mente scorrevano pensieri.

Ora fortunatamente sono le sette del mattino e ciò vuol dire che devo prepararmi per andare a scuola.
Indosso un paio di jeans larghi con una felpa pesante della Vans, dato che oggi fa molto freddo. 

Scendo le scale mentre mi lego i capelli in una coda alta con l'elastico nero che porto sempre al polso.
Non appena varco la porta della cucina, l'odore di pancake mi penetra nelle narici facendomi sentire anche un languorino nello stomaco.
<<hai cucinato i pancake?>> esclamo stupita sedendomi su una sedia vicino alle penisola della cucina, dove mia madre è alle prese con i fornelli.
<<esattamente...>>esclama porgendomi un piatto con diversi pancake all'interno.
Ci aggiungo un po' di sciroppo acido e inizio a mangiarne un po'.
<<spero vivamente che tuo fratello si sia svegliato... non voglio che faccia un altro ritardo>> richiama mio fratello che sta scendendo le scale di fretta.
Ha i capelli arruffati e la sua camicia bianca è sbottonata.
Si siede sulla sedia accanto a me e inizia ad allacciarsi i bottoni di quella sua camicia.
<<sei di fretta stamattina?>> esclamo trattenendo una risata che viene ricambiata da una sua smorfia infastidita.
Scuote la testa e inizia a mangiare dal piatto che mamma gli ha appena servito.
Non appena guardo l'orologio spicco in piedi e poso i miei piatti all'interno del lavandino, mentre saluto tutti i presenti nella stanza dirigendomi di nuovo in camera mia a prendere il mio zaino.

Mi carico il mio zaino in spalla e indosso le mie amate converse nere e dopodichè esco di casa con le cuffie nelle orecchie.
Non appena parte "Wish you were sober" di Conan Gray inizio a canticchiarla sperando che i passanti non mi credino pazza.

Arrivo camminando a passo svelto fino a scuola.
Il cielo oggi è coperto dalle nuvole e ho il sospetto che potrebbe iniziare a piovere da un momento all'altro.

Nicolò non si è fatto più sentire.
Non voglio aver ferito I suoi sentimenti, malgrado lui in un certo senso abbia ferito i miei.
Nonostante tutto però credo che un aggettivo che non mi si aggiudica sia "vendicativa", poiché cerco sempre di non far passare agli altri tutto ciò che ho affrontato durante la mia vita.

Non appena sono le otto in punto, i cancelli si spalancano e io mi fiodno dentro per cercare di prendere il posto in ultima fila.
Non appena mi siedo guardo il posto accanto al mio che è vuoto.

Di solito Nicolò si siede qui eppure stamattina non c'è.
Non voglio stia male e soprattutto non per colpa mia.
Ma d'altronde lui non si è mai aperto con me come io ho fatto con lui, quindi come faccio a sapere cosa prova?
È sempre in qualche maniera distante e ciò mi fa male.
Perché fa di tutto pur di stare lontano da me? Questa domanda continua a ronzarmi nella testa da un po', finchè il professore di storia dell'arte non inizia a spiegare.
Ho sempre amato questa materia poiché credo che sia una materia molto interessante.
Ciò nonostante, mi rendo conto che senza Nicolò accanto a me che mi parla in ogni minuto della giornata, i minuti sembrano non passare mai.
Forse stare lontano da lui mi fa più male di quanto pensassi.
Probabimente sto diventando pazza e il motivo mi sembra intuibile.
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Le ore passano ed io non so più che cosa fare.
Magari stare lontano da Nicolò sarebbe la scelta più saggia e migliore dopottutto, visto che tra due settimane tutta questa classe andrà in gita a Firenze, perciò non voglio che qualcosa vada storto.
Eppure non voglio nemmeno stargli lontana poiché so di non esserne capace.
Ma come si può restare lontani da una persona quando l'unica cosa che si vorrebbe fare è restargli vicino?

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Hey come state? Spero vada tutto bene. Scusate l'attesa, ma in questa settimana sono stata troppo impegnata con la scuola e non ho avuto tempo nemmeno di respirare.
In più sto riscontrando alcune problematiche con Wattpad che spero si risolvino presto.
Ci vediamo presto, vi voglio bene🤍.
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