Greta pov's:
Oggi ci sono le gare sportive interscolastiche, finalmente.
Nonostante abbia passato l'ultimo weekend a piangere avvolta dalle mie lenzuola di stoffa, è bello poter prendere finalmente una boccata d'aria fresca.
Nicolò non ha mai lasciato la mia mente negli ultimi giorni, ma nonostante tutto oggi mi sento meglio.
La ferita però, è ancora fresca.Sono in macchina con Christian da ormai un quarto d'ora, ma nessuno di noi osa proferire parola.
Qui dentro si sente solo il suono del ticchettio delle sue dita sul volante accompagnato dai nostri respiri.
<<se lo vedo lo faccio a pezzi>> gli ho raccontato tutto sabato, non credo che reggere all'ondata delle mie paranoie e devo dire che mi sento adesso mi sento parecchio sollevata.
<<non sarà necessario>> la mia voce è bassa e il mio sguardo guarda fuori dal finestrino ammirando il panorama che ci circonda, sperando che non dica sul serio.
<<sì che è necessario! Ti ha presa in giro Greta!>> "ti ha preso in giro" l'ha fatto davvero? No, non è possibile. Non avrebbe mai voluto.
<<non è andata così. Ti prego possiamo soltanto smetterla di parlarne?>> i miei occhi sono diventati lucidi e li sento inumidirsi, ma non posso piangere, non qui almeno.
<<come vuoi. Siamo arrivati>> ci siamo appena parcheggiati a pochi passi dall'entrata. Varco l'ingresso con il mio borsone in spalla e arrivo in pochi minuti negli spogliatoi ad occhi bassi per non incrociare lo sguardo di qualcuno, dopo però aver segnalato la mia presenza al comitato della mia scuola, che hanno ben pensato di cancellare il mio nome dalla lista delle persone mancanti.
Sono tutti elettrizzati per questa competizione tra le varie scuole, ma dopo quello che è successo venerdì non lo riesco ad esserlo più di tanto.
Faccio un respiro profondo prima di appoggiare il mio borsone sul lurido pavimento di questo spogliatoio vuoto.
Il ticchettio di gocce d'acqua risuona nelle mie orecchie finchè non sento dei passi provenire da fuori, che mi fanno sussultare.Abbandono il mio borsone accanto a quello delle altre ed esco, ma così facendo sbatto contro qualcuno.
I miei occhi si concentrano sui suoi tatuaggi e mi rendo subito contro di essermi imbattuta in Jacob, che come al solito ha un sorriso malizioso sul suo volto.
Ci squadriamo dalla testa ai piedi: indossa un paio di pantaloncini corti neri, come se non ci fossero pochi gradi fuori e le mie guance non fossero diventate rosse pervia del freddo. Ognuno di noi è stato costretto ad indossare una maglietta fornita dalla scuola, ma devo ammettere che mi stupisce vedere che ha dato ascolto alle raccomandazioni degli insegnanti per una volta.
Diamine vorrei solo andare via adesso, ma con la sua forza ha intrappolato il mio polso e non sembra aver intenzione di lasciarlo andare.
I miei occhi sono incassati nei suoi, ma non sono minimamente paragonabili alla profondità di quelli di Nicolò.<<ho saputo di te e Nicolò, mi dispiace>> sul suo volto non c'è un briciolo di rammarico, solo occhi ricchi di desiderio ardente, pronti ad avventurarsi su di me.
<<se vuoi... potrei...>> la sua voce è roca e profonda, ma io mi limito ad interromperlo.
Solo ora mi accorgo che la mia schiena è appoggiata pericolosamente contro il muro e che lui ha fatto di tutto pur di avvicinarsi a me di qualche passo.
<<no... lasciami e vattene>> con la sua mano cerca di accarezzarmi il volto, ma io la scanso prima ancora che possa sfiorarmi.
Non mi capacito di capire come, ma riesco a liberare il mio polso, ormai violastro, e andarmene via lasciandomelo impietrito alle mie spalle.
Ho bisogno di bere, ma non ho intenzione di tornare negli spogliatoi per prendere la mia borraccia, così mi dirigo verso l'unico bar che c'è qui, che stranamente non è nemmeno così affollato come immaginavo.
Riesco a sedermi al bancone ed ordino un semplice caffè accompagnato da un bicchiere d'acqua e una brioche.
Il barista me lo porge con il suo sorriso smagliante, passando successivamente al cliente poco distante da me.
Nella mia testa scorrono un flusso di pensieri che si bloccano non appena lo vedo sedersi nel posto libero accanto al mio.Nicolò è qui accanto a me. Non lo vedevo da venerdì, ma a giudicare dal suo aspetto riesco a dedurre che non ha dormito granché e le sue profonde occhiaie ne sono la conferma che mi serviva.
Non mi saluta nemmeno e si limita ad ordinare un caffè ed una ciambella.
Non lo avevo mai visto bere caffè. Pensavo fosse più na persona che preferisce nettamente i sapori più delicati e dolci per il palato, ma evidentemente mi sbagliavo.
Lo osservo addentare la ciambella con i suoi soliti movimenti fluidi. Il suo sguardo è puntato davanti a sé e per una volta non mi interessa se percepisce i miei occhi puntati su di lui.
Nel mentre massaggio il mio polso sperando di alleviare almeno un minimo il dolore, che non sembra sul punto di passare.Mi focalizzo per qualche secondo sul mio cellulare scorrendo i vari post di Instagram, finchè non sento una mano tirare il mio braccio.
Alzo lo sguardo e vedo Nicolò osservare accuratamente senza nemmeno sfiorarlo il mio polso violastro.
<<chi è stato?>> il suo tono è calmo, ma dal modo in cui il suo petto si alza e si abbassa deduco che sta cercando di non perdere il controllo.
La sua capacità di autocontrollo mi ha sempre impressionato.
Non rispondo, potrei scoppiare in lacrime nel parlare di nuovo con lui dopo ciò che mi ha detto.
Non sono mai stata brava a dimenticare. Ogni frase che mi colpisce viene sempre incisa dentro di me e non c'è modo di farmela scordare.
<<Va bene ehm... ti fa male? Vuoi che prenda del ghiaccio?>> alzo il mio sguardo, che fino ad ora non si era focalizzato su altro sennon il mio polso e lo punto su di lui. Il mio battito accelera immediatamente, ma comunque scuoto la testa: non voglio che si prenda cura di me per alleviare i suoi sensi di colpa.
<<sto bene. Ora è meglio se vado>> ritraggo il mio polso e me ne vado col suo sguardo gelido puntato addosso, mentre sento i miei occhi inumidirsi.
Cavolo, ho pensato a lui per tutto il weekend, ma non immaginavo certo che rivederlo avrebbe fatto così male.——————————————————————————————————————————————-
Ciao a tutti, come state?💕
Cosa ne pensate del capitolo? Ci tengo ad avvisarvi che per una settimana non pubblicherò poiché sarò in una vacanza studio❤️🩹, per cui mi sembra giusto rendervi partecipe del motivo di questa mia piccola assenza💙.
Voi siete già in vacanza?
Vi voglio bene💙
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What do you think about me?
RomanceGreta, ragazza nata e cresciuta a Milano, si trasferisce a Cagliari per via del lavoro di suo padre assieme alla sua famiglia. Abituata a ricevere amore incondizionato dai suoi genitori cercherà di trovare il suo equilibrio nella sua nuova città cir...