Nicolò pov's:
È mattina. Nella mia mente sono ore che riaffiora il ricordo della serata di ieri sera, che mi ha fatto faticare persino a prendere sonno.
In qualche modo Greta continua a stupirmi. Non appena le ho accennato, anche se indirettamente, parte di quello che provo, lei non ha esitato nemmeno un secondo a restare lì con me.
Non ha osato guardarmi con quello sguardo così distante che utilizzano sempre tutti. Per una volta mi sono sentito compreso.
Si è resa conto di questo? Probabilmente no, eppure non appena mi ha abbracciato ho percepito un calore che mi ha fatto sembrare come se io e lei facessimo parte di uno stesso filo destinato a congiungersi.Scendo le scale cercando di non svegliare mio padre che sta dormendo nella sua stanza al piano di sopra.
Non appena varco la porta della cucina inizio a preparare la colazione sia per me che per mio padre, consapevole del fatto che probabilmente andrà direttamente in ufficio come suo solito.
<<buongiorno>> esclama la sua voce assonnata. Mi irrigidisco all'istante mentre mi volto, osservandolo appoggiato sullo stipite della porta.Indossa già i suoi pantaloni neri di velluto assieme alla sua solita camicia bianca accompagnata da una giacca nera.
<<sei andato al mare ieri? Ho notato diversa sabbia all'ingresso poco fa>> evidentemente le suole delle mie scarpe si sono sporcate e da idiota ho dimenticato di pulirle prima di entrare in casa.
<<sì, ci sono stato prima di tornare a casa ieri sera>> non accenno nemmeno la presenza di Greta. Non voglio che creda che mi stia frequentando con qualcuno, dato che tra me e Greta non c'è niente...giusto? Sì assolutamente sì. Ma allora perché mi sento sempre privo di difese ogni volta che avverto la sua presenza?
<< va tutto bene Nicolò? Sembri scosso>> per poco non perdo l'equilibrio. Era da tanto che non sentivo questa domanda da lui eppure non ho nemmeno una risposta da dargli. Sto bene? Probabilmente no eppure mi limito ad annuire.
Accenna un leggero, impercettibile sorriso che svanisce non appena guarda l'orario sul suo orologio da polso.
<<meglio che vada... ho una riunione importante oggi in ufficio. Ci vediamo stasera >> senza darmi il tempo di salutarlo e tantomeno di chiedergli di fermarsi a fare colazione con me, esce di casa sbattendo la porta.
Resto qualche secondo a fissare la colazione che avevo preparato e poi mi siedo concentrandomi sulla sedia, come al solito vuota, davanti a me.
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Greta pov's:
Sono le cinque del pomeriggio. Non faccio altro che pensare a Barella e alla nostra serata di ieri.
Le sue mani tremanti che stringono le mie, il suono delle onde del mare o e le sue braccia che mi stringono nel nostro abbraccio sono dettagli impossibili da dimenticare.
Così come quel suo viso perfetto illuminato solo dalla luce affievolita di un palo della luce.
Ormai sono seduta alla mia scrivania intenta a studiare storia eppure non faccio altro che pensare.
La mia vita a Milano era così diversa da quella che ho qui e devo dire che un po' mi manca. Credo che la mancanza di un luogo o di una persona non sia facile da colmare. Dicono che con il tempo passi tutto, ma allora perché nonostante già due mesi che sono qui non c'è giorno o notte che non senta la mancanza di qualcosa?Guardo l'orologio sulla mia scrivania: le cinque e trentacinque. Cazzo sono in ritardo.
Mi alzo frettolosamente dalla sedia abbandonando i libri di storia sulla scrivania.
Tra meno di venti minuti devo essere agli allenamenti di nuoto e non voglio fare tardi, dato che altrimenti Daniel, il mio allenatore, mi farà fare cinque vasche in più del solito.Mi preparo in fretta mettendo anche tutto l'occorrente nel mio borsone.
Non appena esco di casa mi avvio a piedi verso il palazzetto dove da qualche settimana ho iniziato ad allenarmi.
Le strade di Cagliari non le conosco ancora bene e quasi ogni volta finisco per perdermi in qualche via isolata.Inoltre stasera fa molto freddo e i miei capelli svolazzano qua e là per via del forte vento.
Aumento sempre di più il passo fino ad arrivare davanti al palazzetto persino con cinque minuti di anticipo.Frettolosamente varco l'entrata dirigendomi verso le piscine.
Non appena vedo Daniel in lontananza che mi fa cenno di andare verso di lui, capisco che la corsa che ho fatto per arrivare fin qui non è servita a niente.
I suoi capelli sono fin troppo spettinati e le sue occhiaie fanno intendere che non ha dormito granché.Le altre ragazze che praticano il mio stesso corso, sono appena arrivate e si dirigono all'istante negli spoiatoi.
Mi rivolto vero Daniel che sta fissando un punto indefinito alle mie spalle.
Io rimango girata verso di lui attendendo che esclami ciò che mi vuole dire.--------------------------------------------------------------
Hey come state? Spero vivamente che state tutti bene.
Ecco qui il diciannovesimo capitolo di questa storia. Cosa ne pensate?
Ci vediamo presto con la prossima parte💕🦋.
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Storie d'amoreGreta, ragazza nata e cresciuta a Milano, si trasferisce a Cagliari per via del lavoro di suo padre assieme alla sua famiglia. Abituata a ricevere amore incondizionato dai suoi genitori cercherà di trovare il suo equilibrio nella sua nuova città cir...