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Inizia la lezione di fisica, materia che odio visto che sono negata per le materie scientifiche.
Sento la mano di Nicolò poggiarsi sullo schienale della mia sedia e il mio battito accelera. Ma che cavolo mi prende oggi?
<<posso chiederti perché eri con Jacob stamattina?>> sussurra a bassa voce.
Cosa gli interessa? Ma nonostante tutto ciò cosa mai potrò rispondergli? D'altronde non lo so nemmeno io.
<<non vedo il motivo per il quale dovresti saperlo sai?>>
<<come vuoi>>. Quando si comporta così mi fa innervosire parecchio.
La sua penna raggiunge le sue labbra mentre sorride. È incredibile come riesca a mantenere la calma sempre.

Nicolò pov's:

Sto per esplodere, me lo sento. La testa mi sta esplodendo per le troppe cose che devo scrivere su questo fottutissimo quaderno.
Mi messaggio per qualche secondo le tempie finché non riprendo a scrivere.
Se solo stessi capendo qualcosa di tutto ciò che è stato scritto alla lavagna.
Tra numeri e parole non ci sto capendo assolutamente niente.
Non so nemmeno cosa sto scrivendo.
Non sono mai stato portato per le materie scientifiche fin da quando ero alle medie. Spero solo che questa tortura finisca al più presto.
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Non ce la faccio più, davvero.
Continuo a fissare l'orologio appeso sopra la lavagna in attesa che la campanella suoni, mettendo fine a questa tortura.
Greta ha la testa fissa sul suo quaderno a scrivere I suoi appunti.
Non so perché ma vederla con Jacob stamattina è stato traumattizante.
Perché mi fa questo effetto vederla con qualcun'altro? Probabilmente perché tutti sanno che a Jacob non interessa niente di nessuno. Ha occhi solo per se stesso.
<<ti piace fisica vedo...>> esclamo per cercare di calmare le acque tra noi.
<<non credo proprio. Sono negata in qualsiasi cosa riguardi i numeri>>
Scoppio in una leggera risata. Il professore di gira perciò mi fermo prima che possa vedermi e sbattermi fuori, anche se non sarebbe poi così male dopottutto.
<<lo stesso vale per me...>> esclamo sorridendo senza rivolgerle alcuno sguardo. È divertente parlare con lei dopotutto.

La campanella suona. Finalmente è finita anche per questa settimana l'ora di fisica. Raccolgo frettolosamente le mi cose mettendole nello zaino ma nell'alzarmi sbatto contro Greta.
<<scusa non volevo... non ti avevo vista, perdonami>> esclamo dispiaciuto.
Spesso mi dicono che dovrei imparare a guardare dove metto i piedi, credo che abbiano ragione.
<<no scusami tu, ci vediamo domani>>
Esclama sorridendo andandosene.
Sorrido e la guardo uscire dall'aula con lo sguardo basso. 

Matilde pov's:

Sono vicino agli armadietti con Jackson.
Non abbiamo parlato molto dopo la festa perché siamo stati entrambi molto impegnati.
<<tra qualche settimana ci sarà la festa di Halloween. Te lo ricordi vero? Avevamo promesso che ci saremmo andati insieme>>
Cazzo me ne ero dimenticata. Sul viso si  presenta uno sguardo nervoso perciò il ragazzo davanti a me capisce la situazione.
<<tranquilla ho capito. Ci andiamo insieme però vero?>>
Mi cinge la vita con un braccio e ci iniziamo ad incamminare verso il bar della scuola.
Annuisco convinta. Non stiamo insieme da poi così tanto eppure gli voglio un mondo di bene.

Non appena arriviamo il bar è quasi vuoto. I tavoli sono tutti in ordine e puliti. Il mio fidanzato mi chiede di andare a tenerne uno così da non rimanere inpiedi. Obbedisco e dieci minuti dopo lo vedo arrivare con due tazze di caffè assieme ad un sorriso smagliante sul volto.
Si siede e nel giro di due minuti quel suo sorriso è svanito. Lo vedo strano e mi sta facendo preoccupare.
Faccio un respiro profondo, soffio sulla tazza di caffè ed esclamo:
<<tutto bene? Sembri aver qualcosa che non va...>> Non aggiungo altro. Non voglio rischiare di invadere il suo spazio personale o di peggiorare la situazione.
<<sì tutto bene, sono solo preoccupato per Nicolò. Lo trovo strano in questo periodo...>>
Fissa attentanente il caffè con uno sguardo perso, come se fosse in un'altra dimensione nella quale io non posso entrare.
<<magari dovresti parlarne con lui...>> Dopo questa frase bevo un altro sorso del mio caffè. È molto buono devo dire.
<<forse...>> Si alza e io lo seguo. Tenta di sorridere forzatamente ma con scarsi risultati.
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Nicolò pov's:

È sera. La giornata a scuola oggi non è stata poi così interessante.
Non ho fatto granché neanche oggi pomeriggio essendo che l'ho passato a studiare matematica materia che più in assoluto odio.

Mio padre è fuori con una donna che ha conosciuto qualche tempo fa, con la quale sembra si stia frequentando.
Sono felice per lui naturalmente, ma rimane il fatto che anche oggi non ha passato del tempo con me.

Non appena inizia la partita del Cagliari tutti i miei pensieri stressanti svaniscono.
Sono concentrato sulla partita contro l'Udinese.
In casa si sentono solo i suoni della televisione e delle gocce di pioggia che strisciano sul vetro delle finestre; fuori sta piovendo a dirotto.

Fisso bene tutti i tifosi inquadrati e inizio a pensare a quanto sarebbe bello essere lì.
Non da tifoso, ma da giocatore. Con il numero 18 sulle spalle mentre tutti I giocatori gridano i nomi della squadra.
Magari anche in una giornata di pioggia dove delle goccioline d'acqua mi sfiorano i capelli. Eppure io nonostante la pioggia e tutti i tifosi contro la mia squadrancontinuo a correre e a giocare. 
Sarebbe un sogno: il mio.
E poi magari essere convocato in Nazionale. Quello sarebbe un sogno che per me diventerebbe realtà.
Immagino come sarebbe segnare il mio primo gol in uno stadio con la maglia Azzurra.
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La partita procede bene. Stiamo vincendo 1 a 0.
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Non stacco gli occhi dallo schermo finchè l'albitro non fischia la fine dei 90 minuti.
La partita è finita con la nostra vittoria.
Inizio a saltellare verso la cucina preparandomi qualcos'altro da mangiare malgrado siano già le dieci.

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