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Sono passate due settimane da quando io e Nicolò ci siamo visti al palazzetto e da quel momento non ci siamo più rivolti la parola.
Siamo rimasti sempre compagni di banco, eppure ogni volta che mi è vicino, avverto crescere in me un senso di angoscia che mi opprime.

Inoltre stamattina si partirà per la gita a Firenze.
Io con tutta la mia famiglia, siamo in macchina già da venti minuti diretti verso l'aereoporto.
Stanno parlando della prima partita di Christian nella sua nuova squdra di Basket, che si terrà subito dopo il mio ritorno.
Starò via solo una settimana, eppure avverto un senso di ansia crescere in me.
<<cosa ne pensi tu Greta?>> oh no.
Come al solito mi sono persa nei miei pensieri domenticandomi di tutto il resto.
Fortunatamente non faccio in tempo a dire nulla che ci parcheggiamo nel parcheggio dell'aereoporto.

Non appena varchiamo le porte dell'aereoporto inizia a farmi particolarmente male la testa pervia di tutto il rumore che c'è qui.
Non ci vuole molto prima che arriviamo dove ci raduneremo con tutti i miei compagni e i miei professori.
Saluto la mia famiglia, che mi raccomanda di chiamarli non appena il volo sarà atterrato.
Mi dirigo verso Sabrina e Matilde, che mi stanno salutando.
Hanno entrambe una valigia assieme ad uno zaino che tengono sulle loro spalle.
Non appena arrivo vicino a loro iniziamo a parlare, ma la mia attenzione viene rapita da Nicolò, che è appena arrivato assieme a un uomo, suo padre presumo.
Costui lo abbraccia stringendolo e Nicolò ricambia, come se non ricevesse un abbraccio da troppo tempo.
Tuttavia mentre ancora sono immersi nel loro abbraccio, il telefono dell'uomo  squilla perciò risponde e nel mentre si allontana, lasciando Nicolò da solo.
Il biondo si avvicina ai professori che segnano il suo nome sul loro elenco che si sono preparati.
Non appena lo vedo avvicinarsi a noi il mio cuore inizia a martellarmi all'interno della mia cassa toracica.
Ci saluta e tutte noi ricambiamo e iniziamo a parlare di nuovo tra noi come se niente fosse.
Cerco di interagire nella coversazione, ma il mio sguardo è completamente concentrato su Nicolò, che non mi ha degnato nemmeno di uno sguardo da quando è arrivato.
Questa situazione inizia seriamente a preoccuparmi.
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Non appena saliamo sull'aereo tutta la mia ansia inizia a farsi sentire.
Accanto a me c'è una signora che sta fissando il suo giornale.
Indossa un cappello e un paio di occhiali da sole che le coprono il volto.
Il posto accanto al mio è vuoto, finché non viene occupato da Nicolò.
Il cuore riprende a battermi forte, mentre il suo sguardo è puntato su di me.
Le sue iridi risplendono, ma il suo sguardo è pieno di rancore.
Non riesco a capire cosa lo turbi tanto. Vorrei chiederlo, ma so già che devierebbe la mia domanda cambiando discorso.

L'aereo si sta preparando al decollo.
Inizio a fare respiri profondi, mentre le lacrime mi offuscano la vista.
Nicolò sembra notare questo mio senso di angoscia, perché prende la mia mano e incrocia le mie dita con le sue, sorridendomi dolcemente.

Subito dopo chiude gli occhi e appoggia la sua testa sullo schienale del suo sedile con un sorrisetto soddisfatto sul viso.
Non appena decolliamo stringo forte la mia mano con la sua e nel mentre lui accarezza con il suo pollice il dorso per farmi in qualche modo tranquillizzare.
Appoggio la testa sulla sua spalla e mi addormento.

Nicolò pov's;

Greta si è appena addormentata, ma continua a tenere la mia mano saldamente.
È così bello guardarla dormire.
Mi trasmette un senso di quiete per me difficile da trovare negli ultimi tempi.
Ciò nonostante, nella mia mente continua a riaffiorire il ricordo di mio padre stamattina.
Era da tanto che non ricevevo un suo abbraccio, eppure non appena se ne è andato mi sono sentito uno stupido.
Non mi ha nemmeno scritto nulla prima che il volo partisse e dubito che lo abbia fatto ora.
Odio questa sensazione di vuoto che c'è provo in continuazione. Quella sensazione che da tempo vive in me senza abbandonarmi nemmeno un attimo. È la stessa che mi ricorda tutto ciò che ho passato rinfacciandomi tutto quello che non ho fatto.
E cazzo se fa schifo. È orribile, eppure non posso fare nulla per colmare questa sensazione che avverto costantemente e a volte alcune volte l'unica cosa che vorrebbe fare è sparire.

Il tempo passa e io sono talmente sovrastato dai miei stessi pensieri, che inizio a non capire  nemmeno perché io sia qui, seduto accanto a Greta su un volo diretto verso Firenze, eppure sento come se riuscissi a provare un minimo di tranquillità stando qui.

Nonostante tutto una cosa la so: mi manca stare bene.

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Hey come state? Spero stiate tutti bene.
Per qualche ragione questa parte risultava in parte già preoccupata malgrado io non l'avessi ancora condivisa. Scusate per il malinteso e soprattutto per l'attesa.
Come staranno i nostri protagonisti a Firenze?
Ci vediamo presto, vi voglio bene💕
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