33

158 6 0
                                        

Io e Nicolò siamo nella biblioteca della nostra scuola e dato che avevamo un'ora libera, bubiamo deciso di metterci a studiare qui.
O meglio, io sto studiando, mentre Nicolò si è limitato soltanto ad aprire il libro.
Guardando le prime parole ha subito distolto lo sguardo dalle pagine e ha iniziato a guardarmi. Non mi da fastidio, adoro la sensazione del suo sguardo puntato su di me, anche se devo ammettere che vorrei tanto sapere a cosa sta pensando.
Sto per accennare qualcosa, quando vengo interrotta da un ragazzo, che si siede nel nostro stesso tavolo spargendo i suoi libri nello spazio rimasto. Sollevo lo sguardo e capisco di chi si tratta: Jacob. Merda.
La mia gamba inizia a tremare sotto al tavolo è Nicolò mi poggia una mano sullo schienale della sedia per consigliarmi di mantenere la calma. Sposta lo sguardo sull'individuo davanti a noi e istintivamente ritrae la mano dalla mia sedia, chiudendola in un pugno.
Deglutisco, mentre Jacob sembra non curarsi della situazione in cui si è cacciato.
Si limita ad aprire il suo libro e iniziare a sottolineare le prime righe con una matita che trova sul fondo del suo zaino,
Successivamente si posiziona la stessa matita tra i denti iniziando a sgranocchiarla. Il rumore è fastidioso,ma decido di non dire nulla per non appesantire la situazione.

Come se non bastasse, poco dopo inizia a canticchiare e Nicolò sbatte leggermente quel suo pugno sul tavolo, sospirando rumorosamente.
<<smettila>> esclama deciso, sistemandosi sulla sua sedia di legno. Vi prego ditemi che non sta succedendo.
<< altrimenti?>> il tono di Jacob è decisamente calmo, accompagnato da un sorriso diabolico sul volto.
<<non era una domanda la mia>> sostiene lo sguardo decisamente più coraggiosamente di quanto avrei fatto io.
Jacob si porge in avanti avvicinando il suo volto con quello di Nicolò, che non si muove nemmeno di un centimetro e non sembra per niente intimorito.
<<non mi interessa>> a questa affermazione Nicolò si alza di scatto dandogli una spinta all'indietro.
<< perché non te ne vai eh?>> Il tono di Nicolò è decisamente freddo, come mai avevo visto. Jacob inizia a ridere fastidiosamente esclamando:<< va bene, ci vedremo in pista alle gare di gennaio allora>> il suo tono è decisamente provocatorio, ma Nicolò per fortuna non cede alle sue provocazioni. Dal modo in cui stinge i pugni sul tavolo e dal colore delle bianco sue nocche, capisco che sta cercando di trattenere la rabbia.

Jacobo se ne va via soddisfatto. Poggio le mani su quelle di Nicolò, aprendogliele.
Se avesse tenute ancora per un po' così, sono sicura che si sarebbe fatto davvero male. Il suo respiro è irregolare e  i mette qualche secondo a calmarsi, formandosi poi a sedere al suo posto.
Si volta per qualche secondo a guardarmi, ma i suoi occhi sono visibilmente lucidi.
<<scusa>> la sua voce è spezzata. Il mio cuore si frantuma in mille pezzi, senza che io possa fare qualcosa per impedirglielo. Non so cosa dire, ma soprattutto perché non ha nulla di cui farsi perdonare.
<<non devo farlo... ti senti bene piuttosto>> si limita ad annuire accennando un minuscolo sorriso.
Distolto lo sguardo dal suo e riprendo a studiare. Ogni tanto con la coda nell'occhio lo guardo, ma l'unica cosa che fa è far roteare la matita attorno alle sue dita, ignari del fatto che ci siano delle pagine del libro di storia che attendono solo di essere lette.
L'incontro con Jacobo lo ha visibilmente scosso, ma non sopporto vederlo così.
Quando appoggia una mano sulla mia coscia, in un certo senso mi tranquillizzo, ma non mi volto a guardarlo.
———
È sera.
Oggi pomeriggio sono tornata a casa a piedi, dato che Nicolò aveva un appuntamento con Jackson e Justin  andare a mangiare fuori insieme.

What do you think about me?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora