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Nicolò pov's:
Quando sento il campanello della porta sobbalzo.
Mi precipito davanti allo specchio nel corridoio dell'entrata aggiustando un po' il mio aspetto.
Voglio che tutto sia perfetto stasera, per lei, o forse per noi.
Arrotolo le maniche della mia camicia di lino fino ai gomiti, passandomi frettolosamente una mano tra i capelli prima di poggiare una mano sul pomello della porta pronto a darle il benvenuto.

Apro la porta con un movimento fluido e quando la vedo per un attimo mi manca il fiato.
Cavolo è bellissima. Il vestito rosso fascia il suo esile corpo alla perfezione, ricadendo semplicemente lungo i fianchi.
I suoi capelli sono sciolti e le ciocche leggermente mosse le ricadono sulle spalle.
I suoi occhi sono puntati su di me e diamine, non ho mai visto due iridi più belle e profonde delle sue.
Due occhi che hanno visto tanto, probabilmente anche qualcosa di particolarmente doloroso, eppure non hanno mai perso la loro bellezza.
Gli occhi parlano, questo l'ho sempre saputo e i suoi emanano emozioni così contrastanti tra loro che a stento riesco a decifrarle tutte.

La invito ad entrare, stringendola in un abbraccio dopo che ha varcato l'ingresso.
Chiudo la porta alle sue spalle chiedendole di seguirmi in cucina.
<<hai davvero preparato tutto questo?>>
Sì Greta, solo per te.

Greta pov's:
È da ieri che non torno qui e oggi questa casa sembra avere un aspetto totalmente diverso.
Nicolò ha apparecchiato il tavolo di legno per due persone con una tovaglia ricamata e un servizio che sembra fatto interamente a mano.
Al centro del tavolo scorgo un vaso bianco nel quale sono state risposte delle vere rose rosse, di cui alcuni petali sono stato sparsi sul tavolo.
Mi soffermo per qualche secondo sui bicchieri di cristallo che, a giudicare da minuscole ed impercettibili impronte sopra, devono essere stati luccicati poco tempo fa.
<<certo>> la sua voce mi distoglie da ogni mio pensiero, mentre lo vedo guardarmi appoggiato contro la cucina poco distante dai fornelli.
<<ti serve una mano?>> mi avvicino ai fornelli cercando di capire cosa sta cucinando che abbia un profumo così buono, ma il ragazzo mi ritrae prendendomi per i fianchi mettendomi proprio di fronte a lui che ancora appoggiato contro il mobile.
Ci separa meno di un passo e le sue mani che cingono i miei fianchi gli accarezzano cautamente sfiorando la stoffa del mio vestito.
Forse indossarlo non è stata poi un'idea così brutta, considerando che nel suo messaggio di qualche ora fa mi ha informato di una cena a casa sua.
Quando ho informato i miei genitori a riguardo sembravano molto sorpresi, mentre Christian era solamente incazzato.
Non ha più una buona opinione su Nicolò dopo ciò che è successo due mesi fa, ma vorrei davvero tanto che lo conoscesse meglio.

<<sei bellissima>> la sua voce è bassa e roca, mentre la sua fronte è appoggiata sulla mia.
Scosta una ciocca dei miei capelli via dal mio volto e la mette dietro il mio orecchio.
Le nostre labbra sono suo punto di sfiorarsi, quando il suono del microonde ci interrompe.
<<scusami un attimo>> allunga dietro di sè una mano arrivando ad una presina e si dirige verso il microonde tirando fuori uno dei piatti che ha preparato.
Lo appoggia sulla penisola con un impercettibile movimento, invitandomi ad assaggiarla. Stando a ciò che ha detto si tratta di focaccia con il pane carasau.
Ne prendo una fetta addentandola con un morso. È davvero buona. Anche Nicolò, a giudicare dal suo sguardo compiaciuto, sembra apprezzarla e a dire il vero non mi aspettavo che avesse tutte queste doti culinarie.
Solo ora notò come è vestito. Sembra aver programmato tutto nei minimi dettagli. Indossa una camicia di lino che ha arrotolato fino si gomiti, dettaglio che mi fa davvero impazzire. Infine indossa un paio di jeans piuttosto carini.
Non è un look egocentrico, ma sa senz'altro come attirare la mia attenzione.

Ci sediamo al tavolo e iniziamo a parlare di noi. Non c'è aria di tensione, forse è per questo che mi viene così facile e naturale parlare con lui.
<< hai davvero preparato tutto questo? Non sapevo ti piacesse cucinare>> scrolla le spalle, regalandomi un sorriso.
<< negli ultimi tempi mi sono dato da fare... volevo tenermi impegnato. A volte non è per nulla facile ascoltare ciò che scorre dentro me.
Troppa frustrazione, paura e dolore. Tuttavia a volte sento anche questa vocina che mi sussurra che mi sono meritato tutto ciò che ho passato>>
Il suo sguardo è basso, si sta torturando le dita delle mani e non posso fare a meno di notare quanto i suoi muscoli si siano irrigiditi in meno di un secondo.
<<non è colpa tua Nicolò. So che è difficile da accettare e comprendere, ma ricorda che nessuno si merita mai il dolore che gli viene inflitto.
Se sofferiamo però non siamo nemmeno sbagliati, siamo solo umani>> mi interrompo, mentre i miei occhi si perdono nei suoi.
Mi sorride, ma c'è qualcosa di malinconico in questa sua espressione che mi fa rabbrividire.

Si dirige verso la pentola abbandonata sui fornelli e dopo dieci minuti mi porge un piatto di pasta.
Sorrido e quando riprende posto inizio a mangiare.
<<cosa hai pensato la prima volta che mi hai visto?>> la sua domanda mi coglie di sorpresa, ma cerco di non far emergere il mio stupore nonostante mi venga piuttosto difficile.
<<bè diciamo che sei fiondato correndo nell'aula, non è che abbia pensato particolarmente in quel momento. L'agitazione era l'unica cosa su cui riuscivo a concentrarmi. >>addento un'altra forchettata di pasta, pulendomi successivamente le labbra con il tovagliolo dove erano risposte le mie posate.
<<già, forse è vero>> lo vedo soffocare una risatina, che mi trovo a ricambiare con un sorriso cortese.
<<cosa ti manca di più di Milano?>> stasera a quanto pare a deciso di stupirmi con le sue domande.
In effetti è da un po' che non sento la mancanza di Milano. Chiaramente mi manca, ma credo di aver cambiato il modo di guardare tutto ciò che mi circonda.
<< in effetti era da un po' che non pensavo a Milano. Certo, mi mancano davvero tante cose di lì, ma penso di aver trovato il mio posto anche qui>> sorride e mi prende la mano iniziando ad accarezzarne il dorso col pollice.
Segue un momento di silenzio in cui cerco di regolarizzare la frequenza del mio battito cardiaco sperando di non perdere il controllo proprio adesso che va tutto bene.
<< sono felice che tu sia qui>> sorrido e spero non abbia notato il rossore che si è fatto spazio sulle mie guance.
<<anch'io>>
________
La cena ormai è finita e siamo sul divano a guardare un film.
Abbiamo scelto "la bella e la bestia". Da bambina l'amavo così tanto che spesso mi piaceva immaginarmi nei panni di Belle che giaceva tra le braccia del mio principe azzurro, avvolta nel mio abito principesco.

Ormai Belle e la Bestia stanno ballando nell'ala più grande del castello, quando Nicolò mette in pausa il film attirandomi più vicino.
Con un braccio avvolge le mie spalle dandomi un bacio tra i capelli.
Sollevo il mio volto dandogli un bacio sulla guancia. Nicolò stringe la sua presa sui miei fianchi facendomi sedere sulle sue gambe.
Come ha fatto a capovolgersi in questo modo la situazione in così poco tempo?
Mi soffermo per qualche secondo sui tratti rilassati sul suo volto, ammirando i suoi occhi brillanti ricchi di desiderio.
Le sue mani stringono forte i miei fianchi e mi spingono ad avvicinarmi sempre di più al suo bacino.
Le sue labbra accarezzano le mie con una tale delicatezza che mi spinge ad avvicinarmi sempre di più a lui, accarezzando il suo petto coperto dalla camicia.
Le sue mani prendono ad accarezzare le mie gambe, e quando interrompe il bacio allontanando le sue labbra dalle mie, il suo respiro è corto e pesante. I suoi occhi sono puntati sul mio vestito e le mie guancia avvampano.
<<va tutto bene? Se non vuoi posso...>> il suo tono è comprensivo, mentre mi sorride dolcemente. Scuoto la testa sorridendo a mia volta.
Vorrei non essere sempre così ansiosa, a volte vorrei solo riuscire a godere a pieno i momenti senza aver paura che qualcosa possa andare nel verso sbagliato.
Ricambio il suo sorriso riprendendo a baciarlo. Le sue labbra si staccano dalle mie lasciandomi una scia di baci roventi sul collo, che mi spingono a affondare le mani tra i suoi capelli e ciò sembra divertirlo e incitarlo a continuare.
Sfugge un flebile gemito dalle mie labbra.
Le sua mano indugia per qualche secondo sull'orlo del mio vestito, ma si allontana qualche secondo tornando sul mio collo dove poco fa erano premute le sue labbra carnose.
Assapora ogni centimetro della mia pelle scoperta, finché il mio telefono non squilla.
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Ciao a tutti, come state? 🤍
Come vanno queste vacanze?💙 Ad ogni modo, cosa ne pensate di questo capitolo? Fatemelo sapere💜
Ci vediamo presto prossimo❤️‍🩹
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