~Un taglio passa lo so... ma lascia un vuoto dentro di me~
IramaQuelle parole mi rimangono impiantate nella mente anche una volta che si è allontanato da me e ha ristabilito la distanza che c'era tra noi.
"Non riderei mai di nessuno, specialmente di te". Cosa intende dire? Ma soprattuto perché sembra importarmi tanto? Sicuramente Nicolò non ha badato nemmeno più di tanto a ciò che ha detto.Quelle parole risuonano nella mia mente per tutta la sessione mentre cerco di concentrarmi sulla lettura di "Orgoglio e Pregiudizio".
Ogni minuto finisco per lanciare uno sguardo a Nicolò, come se non riuscissi più a farne a meno.
Il ragazzo biondo non percepisce nemmeno il mio sguardo su di lui, è troppo preso dalla lettura anche se a dirla tutta non avrei mai detto che ama leggere.<<voglio che tu sappia che se continui a guardarmi così insistentemente inizierò a credere che ti interesso...>> esclama con lo sguardo fisso sul libro mentre gira una pagina. Sono così presa dai miei pensieri che non mi sono nemmeno accorta che lo sto fissando da almeno cinque minuti. Fortunatamente il tono con cui pronuncia quelle parole è così basso che dubito che qualcuno possa averlo sentito.
Mi limito a sbuffare mentre scuoto la testa infastidita.
<<credo che ti faresti solo illusioni, sai?>> lo sento ridere nonostante si copra la faccia con il libro. La sua risata è talmente contagiosa che scoppio a ridere anche io.
Il professore seduto alla cattedra ci guarda con gli occhi serrati e noi smettiamo di ridere istantaneamente e riprendiamo a leggere ognuno per conto suo.
Devo dire che sono curiosa di sapere a cosa sta pensando. Si vede lontano un miglio che sta pensando ad altro. Lo capisco dal modo in cui guarda davanti a sé con uno sguardo perso.
———Dopo un dibattito acceso riguardo sui primi di capitoli di Orgoglio e Pregiudizio esco dall'aula con lo zaino particolarmente leggero.
Mi infilo le cuffie nelle orecchie e faccio partire la mia playlist che ho chiamato Satellite, come la canzone di Harry Styles che amo tanto.Dopo un viaggio interminabile in pullman arrivò a casa con un terribile malditesta. Sento come se mi stessero pulsando le tempie.
Varco la porta di casa in maniera distratta ricordandomi che non c'è nessuno.
Chiudo la porta con le chiavi che portò sempre con me nel mio zaino e mi dirigo in cucina.Nicolò pov's:
Sto quasi per arrivare a casa. Ho trovato il libro di Greta sul banco accanto al mio prima di uscire dall'aula. Credo che l'abbia dimenticato quando è uscita.
Glielo devo restituire.
Mentre cammino, inizio a pensare a quanto mi senta bene ogni volta che vado al club di lettura. So che è strano, probabilmente anche stupido, ma per una delle poche volte non mi sento isolato dalle altre persone. Probabilmente proprio perché so come ci sente a sentire costantemente un vuoto dentro che quasi mi impedisce di respirare. A sentirmi sempre dannatamente solo e incompreso nonostante attorno abbia amici che mi vogliono bene. Eppure, ogni volta che varco la soglia di quella fottutissima aula sento come se tutte queste sensazioni si fermassero da qualche parte dentro me.
È una bella sensazione, perché per una volta tanto mi sento come se non avessi nessun peso addosso. È una sensazione completamente diversa da quella che provo quando gioco a calcio, ma è comunque bellissima.Sono talmente preso da tutti i miei pensieri che non sono nemmeno reso conto di essere nella strada sbagliata. Poco male dopotutto, visto che per errore sono nella via di Greta.
L'unica cosa sensata che ci sarebbe da fare sarebbe quella di restituirle il libro, così decido di dirigermi verso il suo portico con l'agitazione che mi scorre nelle vene ad ogni passo che faccio.Greta pov's
Sento bussare alla porta poco dopo essermi finalmente sdraiata sul divano.
Sbuffo pensando che sia Christian, che come al solito ha dimenticato qui le sue chiavi, ma invece mi ritrovo davanti Nicolò.
Le parole mi si bloccano istantaneamente in gola.
È appoggiato sullo stipite della mia porta con il suo solito sorrisetto divertito. Teoricamente dovrebbe infastidirmi, eppure riesco a percepire un calore nei suoi occhi scuri che mi fa rabbrividire. Ha il suo zaino nero della North Face in spalla mentre mi sorride.
<<buona sera anche a te>> esclama notando il mio silenzio. Sorrido ricambiando il suo saluto in maniera assente.
Lo guardo dalla testa ai piedi per poi tornare a guardarlo negli occhi.
<<cosa ci fai qui?>> esclamo incuriosita.
Sorride, ma non mi risponde e questo mi innervosisce. Detesto quando qualcuno non risponde ad una mia domanda.
Attendo a braccia conserte una sua risposta mentre lo vedo avvicinarsi di un passo verso di me mentre io decido di indietreggiare.
Mi prende un braccio poggiando nella mia mano la mia copia di Orgoglio e Pregiudizio. Devo averlo
dimenticato oggi sul banco. Questo spiegherebbe perché il mio zaino mi sembrava così leggero.
Tengo saldamente il libro in mano liberandomi dalla sua presa. Sorride avvicinandosi di un altro passo varcando l'ingresso di casa mia. <<posso entrare?>> mi chiede come se già non avesse varcato l'ingresso come se niente fosse. Annuisco allontanandomi ancora di qualche passo lasciandogli lo spazio giusto per entrare.
Inizia subito a guardarsi intorno entrando nelle varie stanze come se fosse già stato qui altre cento volte.
Incredibile come senza scrupoli si infiltri in casa di altre persone senza permesso.
<< questa sei tu?>> esclama guardando una vecchi fotografia incorniciata nel soggiorno sopra al camino.
Non volevo la notasse, ma ora che me ne rendo conto, il suo occhio è molto attento ai dettagli. Forse abbiamo qualcosa in comune.
Mi avvicino a lui nel soggiorno.
<<sì... è solo una vecchia fotografia>> esclamo frettolosamente sperando che esca il più presto possibile da casa mia.
<< credo che qualunque cosa faccia parte di questa casa abbia un significato preciso. Secondo me ogni oggetto qui dentro ha attaccati a sé ricordi che non tutti riescono a percepire o forse non tutti vogliono vedere. Sai molte volte per le persone è facile vedere solo quello che vogliono, è un altro modo che usano per non guardare...>> Si interrompe e ha di nuovo lo sguardo perso nel vuoto. Non capisco più se si riferisca agli oggetti o a se stesso. Mi avvicino cautamente a lui poggiandogli una mano sulla spalla.
Nella sua vice si può percepire un filo di dolore che cerca solo di uscire.
La mia mano è ancora sulla sua spalla quando una scarica elettrica mi attraversa tutto il corpo mentre il suo corpo muscoloso mi da le spalle. Si è irrigidito non appena ho poggiato la mia mano sulla sua spalla, perciò la sposto, mantenendo le mie braccia lungo i miei fianchi.
<< Va tutto bene?>> gli chiedo mentre lo guardò voltarsi verso di me.
Il suo respiro è leggermente affannato e i suoi occhi sono leggermente umidi, ma nonostante questo rimangono puntati su di me con quel suo solito sguardo gelido che mi fa rabbrividire.
<<sì non preoccuparti, va tutto bene. Ora è meglio che vada>> mi oltrepassa sfrecciando fuori dalla porta dopo avermi salutato.
Sento la porta sbattere. Lo vedo incamminarsi verso la sua abitazione dalla finestra e successivamente torno verso quella fotografia che stava ammirando.
Quando mia mamma ce l'ha scattata avevo sei anni. Nello scatto ci siamo io e mio padre in una delle nostre solite giornate a Milano. Ogni mattina era lui ad accompagnarmi a scuola e ricordo ancora quanto si arrabbiava perché ero sempre troppo lenta ad alzarmi dal letto.
Questa fotografia è una delle mie preferite. Non so il motivo, ma ogni volta la guardo mi trasmette un calore famigliare che mi fa sorridere.
Per di più fortunatamente ho sempre avuto un ottimo rapporto con i miei genitori, soprattutto con mio padre.Eppure la mia mente continua a pensare a Nicolò che non appena ha poggiato lo sguardo su questa vecchissima fotografia sì è irrigidito all'istante.
Vorrei entrare nella sua testa per capire cosa lo turba tanto. Cos'ha che non va? Cos'è che si ostina a nascondere agli altri e probabilmente anche a se stesso?
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Ecco il quindicesimo capitolo. Cosa ne pensate?
Spero di avere più tempo per pubblicare il prossimo il primo possibile<3
Ci vediamo al prossimo capitolo:)💙
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عاطفيةGreta, ragazza nata e cresciuta a Milano, si trasferisce a Cagliari per via del lavoro di suo padre assieme alla sua famiglia. Abituata a ricevere amore incondizionato dai suoi genitori cercherà di trovare il suo equilibrio nella sua nuova città cir...