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Nicolò pov's
Oggi è ripresa la scuola, ma Greta non è venuta perché ha la febbre e a dirla tutta spero non abbia preso freddo quando siamo stati al mare.
D'altronde è stato solo due giorni fa, per cui direi che questa è la spiegazione più plausibile che la mia mente sia in grado di trovare.
<<Nicolò mi stai ascoltando?>> la voce di Justin risveglia totalmente dai miei pensieri.
Mi sembra di essere qui in questo fottuto edificio da anni, ed invece sono trascorse solo tre ore.
<<scusa, sono un po' distratto stamattina>> replico grattandomi la nuca in maniera frustrata. Mi piace tanto navigare a bordo di una barca tra i miei pensieri, ma forse troppo spesso capita che mi isoli da tutto ciò che mi circonda.
<<bè direi che questo lo vedo. Che cosa ti prende? Devi essere in forma per la partita di questo fine settimana, ricordi? Sei fortunato che sia solo mercoledì>> sorride dandomi una pacca sulla spalla.
Sospiro, passando una mano tra i capelli.
<<In realtà non penso a niente in particolare, sto bene>> mi sfrego le mani per il freddo, iniziando a pensare che in questa scuola non funzionino più nemmeno i riscaldamenti.
<<con Greta come va invece?>> gli angoli della sua bocca si incurvano in un sorriso smagliante.
Non voglio scendere nei dettagli, non perché non mi fidi di lui, ma non sono bravo ad aprirmi e ad interagire con gli altri.
<<bene>> è l'unica cosa che riesco mentre la mia voce trema. Di certo non mi sento pronto a raccontargli del nostro bacio sotto l'albero di Natale oppure di quello al mare e tantomeno a confessargli di quanto avrei voluto spingermi oltre l'ultima volta che l'ho stretta fra le mie braccia.
Negli ultimi giorni nella mia testa sono regnati così tanti pensieri contrastanti tra loro che pensavo che da un momento all'altro sarei potuto crollare di nuovo, ma questa volta però penso che non avrei potuto reggere il peso della caduta.
Sto cercando di intrappolare ed affrontare tutti i demoni che da troppo tempo regnano in me, mettendo in soggezione anche me stesso.
Quando la campanella suona capisco che è arrivato l'inizio di un'altra ora massacrante di lezione, perciò mi dirigo verso la mia classe sospirando bruscamente.
Non appena varco l'ingresso saluto educatamente il Prof di italiano che è seduto alla cattedra, come al solito col suo giornale leggermente strappato lungo i bordi che devo dire che è di una carta così ingiallita, che mi chiedo se non legga sempre le stesse cose anziché comprare un'edizione nuova ogni settimana.

Mi siedo al mio posto guardando quello vuoto accanto a me, rendendomi conto di non essere abituato a non avere Greta qui vicino.
Quando il prof introduce l'argomento di questa lezione la mia mente ha già perso l'interesse che speravo avrebbe potuto distogliere la mia mente dal pensare per almeno qualche momento.
A volte mi chiedo perché io sia una persona così riflessiva. Non esprimo praticamente mai i miei pensieri ad alta voce, ma adoro ascoltare tutto ciò che gli altri hanno da dire. Potrebbe sembrare stupido lo so, ma per me è davvero molto importante. Inoltre adoro osservare i movimenti di ogni essere umano nel mio campo visivo, ammirandone la delicatezza e i dettagli impercettibili agli occhi di tutti.

Il professore continua a parlare scorrendo la sua presentazione ed io apro il mio quaderno iniziando a scarabocchiarci volti con la matita, per nulla interessato alla spiegazione.
Posso definirmi bravino nel disegnare a dire il vero, anche se chiaramente non sono abbastanza dotato da essere ammirato da decine di esseri umani.
Dopotutto nessuno ha mai neppure dato uno sguardo ai miei schizzi, preferisco tenerli per me proteggendoli da tutte le persone estranee.
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Manca ancora un'ora alla fine della lezione ed io non ne posso più, perciò alzo la mano per chiedere di andare in bagno e quando l'unico adulto della stanza annuisce mi sento sollevato.
Esco dall'aula a grandi falcate dirigendomi verso il bagno, dove approfitto di essere solo per sciacquarmi il viso con dell'acqua fredda e dopodochè ad avviarmi verso la mia classe a passi lenti così da occupare il tempo, ma quando noto l'ingresso della biblioteca aperto, varco l'ingresso incuriosito.
So che dovrei essere in classe a prendere appunti, ma davvero non posso fare a meno di dare un'occhiata ai nuovi titoli di oggi tranquillamente prima che gli altri studenti arrivino.
Tutti gli scaffali di legno sono splendenti e ordinati immacolatamente.
I miei passi rimbombano in tuta la sala ed inizio a temere che qualcuno possa beccarmi, facendomi così passare un mare di guai.
Mi dirigo nel mio reparto preferito, facendo caso al fatto che è anche il preferito di Greta.
Scorro con le dita su tutte le spine dei libri facendo attenzione ai vari titoli e soprattutto a non rovinarli. Non cerco nulla di preciso, voglio solo ammirarli in tutta la loro immensa bellezza.

<<bene, bene... guarda chi abbiamo qui oggi>> merda, conosco questa voce troppo bene per non ricordarla.
Le mie dita smettono istintivamente di accarezzare le spine dei vari volumi, mentre il battito del mio cuore accelera eccessivamente.
Non posso crederci e soprattuto non so spiegarmi perché sia qui.
Mi volto verso di lui, appoggiato sulla libreria a braccia conserte, mentre mi squadra dalla testa ai piedi col suo sguardo gelido sperando di intimorirmi, senza ottenere successo.
<<Jacob...>> il mio tono è freddo e la mia mascella è serrata. Non so come faccia ad aprire così tranquillo quando in realtà dentro mi ribolle il sangue col cuore che sta per uscire dalla mia cassa toracica.
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Ciao a tutti, come state? Spero tutti bene💙.
Siamo a più di quattromila letture e non posso non ringraziarvi con tutto il mio cuore💚 per ogni singola lettura, stellina o commento che avete lasciato e che rimarrà inciso per sempre in una parte importante di me💜.
Non credo di aver abbastanza parole per descrivere tutto questo, soprattuto perché questa storia per me significa davvero tanto❤️‍🩹.
Grazi mille per il vostro supporto e per la vostra fiducia🤍.
Un abbraccio,
vi voglio un bene immenso🫂💚🥹.
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