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Greta pov's:
Sto percorrendo le vie del centro ormai da ore immersa in un'atmosfera tranquilla a suon della musica che suona nelle mie orecchie attraverso le mie cuffie bluethoot.
Il cielo è nuvoloso, ma dubito fortemente che possa iniziare a piovere senza preavviso da un momento all'altro.

Passo davanti a tante vetrine che espongono diversi prodotti diversi, a partire da profumi e trucchi fino a gioielli così belli da catturare in un millesimo di secondo il mio sguardo, spingendomi ad avvicinarmi ulteriormente.
Osservando bene una collanina in una vetrina che pende sul collo di un manichino bianco, col cartellino penzolante poco distante, mi rendo conto che non posso proprio permettermela.

Poco importa dopotutto, ce ne saranno sicuramente altre in giro.
Mi volto di nuovo verso la strada quando vedo che ha completamente iniziato a diluviare.
Mannaggia a me e al mio buonismo del cazzo.

Mi riparo per un po' sotto il tendone di questa vetrina, ma ben presto mi rendo conto che la pioggia non ha intenzione di cessare, perciò mi sbrigo a mettermi il cappuccio e ad incamminarmi verso casa, cosciente del fatto che essa non è proprio nei paraggi.

Di metri ormai ne ho percorsi, quando sento una mano poggiarsi sulla mia spalla.
Tutti i miei sensi si allarmano e mi spingono a scansarla voltandomi pronta a colpire chiunque sia.
Tutta la mia agitazione svanisce non appena noto Nicolò col viso scosso mentre mi ripara col suo ampio ombrello nero.
<<scusa non volevo spaventarti>> Sorride.
La nostra ultima conversazione è avvenuta solo due giorni fa, ma io non ho mai smesso di pensare a ciò che mi ha detto.

<<non per fare il pessimista del cazzo, ma se continui a stare qui fuori con questo tempo finirai per congelarti o ammalarti>> Poggia una felpa sulle mie spalle rimanendo a maniche corte.
Ha ragione, non si può negare, così l'afferro e inizio a camminare con lui accanto a me.
<<che fai mi segui?>> il mio tono di voce è calmo, nonostante dentro avverta un mix di emozioni indecifrabili.
<<decisamente no. Passavo solo di qui per cercare di non pensare per un po', ma come sai non sono bravo in questo>>
Il suo sguardo è puntato altrove, mentre con la mano sinistra tiene saldamente il manico del nostro ombrello.
<<se non sbaglio casa tua è un po' lontana da qui... se ti va puoi stare un po' da me, giusto il tempo che la pioggia si calmi. Non credo che con questo tempo passeranno molti pullman da queste parti>>
Sospiro nervosamente. Ho altra scelta? Inoltre col freddo che sto provando in questo momento non credo di poter resistere ancora per molto qui fuori.
<<va bene>> rispondo sconsolata, ma lui ne sembra stranamente felice.

Proseguiamo dritto per questa strada e quando svoltiamo l'angolo, la casa di Nicolò è una delle prime della via.
Apre la porta facendomi spazio per entrare, chiudendo l'ombrello bagnato.
Rimango ferma all'ingresso ad aspettarlo.
<<vado un attimo in cucina, tu fai come se fossi a casa tua>> annuisco dirigendomi nel soggiorno.
È ampio e le finestre filtrano la luce all'interno della stanza.
Un grande divano è accanto al muro bianco con davanti un tavolo interamente in legno, sul quale poggia un vaso di fiori bianchi.

Sguscio vicino alla libreria cominciando ad ammirare i vari titoli incisi sulle spine.
Inizio a vedere copie di vari classici come Orgoglio e Pregiudizio o persino una raccolta delle poesie di Leopardi.
Aprendo quest'ultimo vedo tantissime annotazioni scritte sui margini e non posso che rimanerne affascinata.
Chiunque l'abbia letto sembra averlo apprezzato parecchio.

Scorrendo tra i vari scaffali scorgo vari romanzi rosa accompagnati da tanti Gialli e Thriller. Tra essi vedo uno spazio vuoto, ma successivamente noto un libro sul davanzale della finestra che potrebbe essere colui che manca all'appello: La verità sul caso Harry Quebert di Joel Dicker.
Sorriso accarezzando la copertina provando una certa malinconia verso questa storia che ormai è parte di me, finchè non sento due occhi puntati su di me: Nicolò mi sta guardando appoggiato allo stipite della porta con due tazze fumanti in mano.

<<scusa... io... ho preparato del tè. Ho pensato potesse servire a riscaldarti>>
Sorrido e abbandono il libro lì dove l'ho trovato dirigendomi verso il biondo, sfilandogli una delle tazze dalle mani.
Quando le sue dita sfiorando le mie avverto un brivido scorrermi in tutto il mio corpo.
<<grazie>> Sorrido e mi dirigo assieme a lui sul divano.
Sorseggio la mia tazza di tè caldo assaporandone il calore, cosciente del fatto che siamo a marzo e la temperatura non dovrebbe essere così bassa.
<<che libro stavi guardando prima?>>
<<solo un giallo di Dicker>>
Lo vedo accennare un sorriso prima di bere un altro sorso dalla sua tazza.
<<um...>> allontana le sue labbra carnose dalla tazza e i suoi occhi sono fissi nei miei.
<<adoro i suoi casi. Diamine sono così intriganti da farti completamente impazzire>>
<<già>> concordo sorridendo.

<<non volevo infiltrarmi così in casa tua comunque>>
<<non hai fatto nulla di male, anzi mi fa piacere che tu sia qui. Va bene?>>
Scosta una ciocca di capelli dal mio viso, spostabdola dietro al mio orecchio.
Appoggio la mia tazza sul tavolino passandomi frettolosamente una mano tra i capelli.
Di certo non mi sfugge l'intensità con cui Nicolò osserva e cerca di cogliere l'essenza di ogni mio movimento, rimanendo in totale silenzio.
Vorrei solo stringerlo a me in questo momento per sussurrargli qualche parola affettuosa all'orecchio.

<<mi è mancato passare del tempo con te...sai? Non hai idea di quanto mi dispiaccia per tutto ciò che è successo... se potessi tornare indietro io...>>
In meno di un secondo sfioro le mie labbra con le sue.
Inizialmente il suo corpo è rigido, ma in poco si lascia andare ricambiando il mio bacio con la sua solita dolcezza, mentre con le mani si affretta a prendermi per i fianchi facendomi avvicinare ancora di più a lui.
La sua lingua cerca la mia e le sue labbra assaporano le mie con una certa padronanza, facendo intensificare il nostro bacio.
Le sue dita sfiorano la mia pelle scoperta senza avvicinarsi minimamente ai miei vestiti.
Le nostre labbra non si sfioravano da oltre due mesi e si vede che entrambi abbiamo sentito la mancanza dell'altro.

Nicolò è sdraiato sopra di me e le sue labbra non si staccano nemmeno un secondo dalle mie.
Si fa spazio accanto a me stringendomi forte tra le sue braccia, depositandomi un bacio delicato sulla fronte.
Sento le farfalle farsi spazio nel mio stomaco, che mi spingono ad avvicinarmi ancora di più a lui, che prende ad accarezzarmi i capelli arrotolandosi una ciocca sulla punta delle dita.
Mi è mancato più di qualunque cosa.
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Ciao a tutti come state?🫶❤️‍🩹.
Cosa ne pensate di questo capitolo?
Devo dire che l'ho scritto e riscritto diverse volte.
Ad ogni modo oggi è un anno dalla pubblicazione del primo capitolo di questa storia.
Ricordo perfettamente le emozioni contrastanti che provavo quel giorno e oggi non riesco a credere a tutto l'affetto che questa storia sta ricevendo.
Grazie davvero di tutto, ci vediamo al prossimo capitolo❤️‍🩹🫶.
Vi voglio bene🌷🫶❤️‍🩹
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