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Il viaggio per arrivare qui in Sardegna sembrava infinito.
Non so quanto sia durato, ma ogni minuto che passavamo lì dentro mi faceva pensare che non saremmo mai arrivati.
Ci siamo trasferiti qui da Milano per via del lavoro di mio padre. Io e mio fratello abbiamo cercato di fargli cambiare idea riguardo al trasferimento, ma non è servito a nulla.
Sono in cucina a condire un insalata mentre mia madre si assicura di non scuocere la pasta.
<<hai finito di sistemare gli scatoloni della tua stanza Greta?>>
Prendo una bottiglia di olio e inizio a versarne un po' dentro l'insalata.
<<quasi. Penso che finirò domani>>
Sbuffo. So già che non sarà facile ambientarmi qui.
<<so che per te il trasferimento non è stato facile, ma vedrai che andrà tutto per il meglio>>
<<sì come no>> esclamo portando l'insalata nell'altra stanza dove mio padre si è già seduto al tavolo.
<<potresti andare a chiamare tuo fratello?>> mi chiede distogliendo per qualche secondo lo sguardo dal giornale.
Sbuffo. Questa non è di certo una delle mie giornate migliori, spero solo che nelle prossime mi diverta di più.
Salgo le scale arrivando fino alla porta della stanza di mio fratello.
Senza bussare entro rimanendo vicino alla porta.
Lo vedo seduto vicino alla finestra con una felpa nera addosso malgrado sia solo settembre che guarda fuori.
Probabilmente soffre già la mancanza di Milano.
Lui è più grande di me di undici mesi e frequentiamo entrambi le scuole superiori.
Sono accanto alla porta quando esclamo: <<è pronta la cena... papà mi ha mandato a chiamarti>>
<<andiamo...>> esclama con un filo di voce.
Entrambi scendiamo al piano di sotto con lo sguardo basso.
Mi siedo di fronte a mia madre con accanto mio fratello.
Per cena abbiamo cucinato del pollo arrosto con dell'insalata.
<<bene domani si inizierà la scuola>> esclama tutto un tratto papà.
<<non vedo l'ora>> esclama Christian, mio fratello, in maniera menefreghista per non dire distaccata.
<<So che per voi non è facile, ma possiamo provare a ricostruire tutto qui>>
<<scusate non ho più fame>> Christian si alza e ritorna in camera sua.
Mi offro di seguirlo, ma mia madre mi dice che è meglio lasciarlo da solo.

Durante il resto della cena abbiamo parlato di cosa potremmo comprare per la nuova casa o di argomenti simili finché non sono tornata in camera mia per mettermi a dormire.
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È mattina.
Oggi è il mio primo giorno di scuola.
Non appena arrivo davanti all'edificio rimango incantata nel vedere quanto sia grande.
Non appena entro mi dirigo verso la classe che frequenterò cioè la 5C.
Mi presento al professore.
È alto ha i capelli neri e fin da subito si dimostra gentile con me.
Mi siedo accanto ad una ragazza dai capelli marroni con gli occhi color nocciola. Ha un astuccio molto simile al mio sul banco.
<<ciao, suppongo che tu sia nuova. Piacere Matilde>> Sorrido e gli stringo la mano che mi porge.
<<Greta>>
<<lei è Sabrina>> esclama indicando la sua amica dietro di lei.
La saluto. Avrei provato a chiederle qualcos'altro, ma vedo entrare di corsa un ragazzo dalla porta.
Indossa una maglietta nera con dei pantaloncini dello stesso colore.
Il professore lo guarda con un sopracciglio alzato, per poi esclamare: <<Barella per favore! Sempre il solito ritardatario... va pure a sederti>>
<<Scusi>> ha io fiatone. Deve essere arrivato qui di corsa.
Si siede nella fila opposta alla nostra mettendosi una felpa nera col cappuccio. Accanto a lui non c'è nessuno.
I miei pensieri però vengono interrotti dal professore che riprende a parlare.
<<per chi non lo sapesse c'è una nuova compagna quest'anno perciò facciamola sentire ben accolta.
Adesso tirate fuori un quaderno per gli appunti>>
Non pensavo che iniziassero a spiegare già dal primo giorno, ma comunque faccio come ci hanno indicato.
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A fine lezione mi avvio fuori dall'aula assieme a Matilde e Sabrina che si allontanano qualche istante dopo per andare verso un gruppo di ragazzi.
Io non le seguo, ma nel guardare nella loro direzione sbatto contro qualcuno.
<<ehi guarda dove vai>>
Alzo un attimo lo sguardo e incrocio quello del ragazzo ritardatario di stamattina. Due iridi color nocciola che mi guardano intensamente come a voler squadrare il mio volto.
<<scusa>> esclamo tenendo lo sguardo basso.
<<no scusami tu, sono stato uno stupido>> mi stupisce che mi abbia chiesto scusa.
Apro la bocca per dire qualcosa, ma Barella non è più davanti a me.
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Sono le undici di sera.
Sono stesa sul letto quando sento il mio cellulare vibrare.
Mi stupisce visto che metto sempre la suoneria spenta.
È una notifica di Instagram:
@nicolo_barella ha iniziato a seguirti

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Hey, ben ritrovati in una mia nuova storia! Spero che questo primo capitolo vi piaccia.
Fatemi sapere cosa ne pensate<3
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