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HARRY'S POV

"Mi scusi, si sente bene? Ha bisogno di aiuto?" alzo lo sguardo e incontro quello di un'infermiera

È molto giovane e mi guarda come se fossi un alieno.

La ignoro e continuo a guardare per terra cercando di controllare la mia ansia.

"Ho notato che è qui da un po' e l'ho sentita urlare e sbattere contro la porta, sta cercando qualcuno?" continua ignara di quello che sto passando

"Non c'è più" e ogni volta che lo dico ad alta voce è come se un coltello mi perforasse lo stomaco, il petto, tutto

"Chi? Chi non c'è più?" mi sta dando sui nervi, deve lasciarmi stare, non può capire

"Megan" pronunciare il suo nome fa così male

Vorrei addormentarmi e svegliarmi capendo di aver fatto solo un brutto sogno.

Non può essere vero, mi sento completamente vuoto al momento e mi odierò e detesterò a vita per non esserle stato accanto un'ultima volta.

Mi merito tutto questo, mi merito questo dolore lacerante e insopportabile che mi invade il corpo.

Me lo merito.

"La signorina Herris? L'abbiamo spostata al reparto di oncologia perché i suoi valori si sono stabilizzati" mi alzo di scatto avvicinandomi a lei e si sposta un po' indietro istintivamente

"Cosa? C-cos'ha detto?"

"Ho detto che Megan Herris è nel reparto di oncologia. Quarto piano, stanza 56"

"Grazie! Grazie!" l'abbraccio prendendola completamente alla sprovvista e corro fuori da questo posto infernale catapultandomi sulle scale

Corro, corro e corro.

Spalanco la porta appena vedo la scritta Oncologia ed entro dentro.

Mi blocco un attimo sui miei passi, qui dentro è così silenzioso, pulito, calmo.

Mi sento completamente fuori luogo.

Sono un casino, vestito di nero e sembra che sia passato in mezzo ad uragano a causa di come sono conciati i miei capelli.

Mi muovo verso la reception e una signora anziana mi sorride come se fossi suo nipote.

"Cosa posso fare per te figliolo?" ha una voce molto squillante per la sua età

"Sto cercando Megan Herris, stanza 56, posso entrare?" tamburello le mani sul bancone in attesa della sua risposta

"Sei un parente?"

"Dio mio, no. Non sono un suo parente ma sono il suo ragazzo. La prego mi faccia entrare, la supplico" non ho mai usato con nessuno un tono così disperato ma non ne posso più di tutta questa storia dei parenti o non parenti

Voglio vedere Megan a costo di scalare la parete dell'ospedale e entrare dalla finestra.

Mi guarda curiosa, come se stesse cercando di capire se sto dicendo la verità o meno.

Mi muovo nervoso sui piedi e il mio cuore sta rischiando di uscirmi dal petto.

Fino a cinque minuti fa pensavo che Megan fosse morta e adesso invece è viva e vegeta in una stanza di questo cazzo di reparto ma io non posso correre da lei.

La signora si guarda intorno e aspetta che alcuni medici escano prima di sorridermi.

"Entra pure ragazzo"

"Grazie, grazie mille" e vado a passo svelto verso il corridoio che porta alle stanze

Qui è molto diverso dal reparto di terapia intensiva, sembra più un corridoio di qualche super attico del centro che un reparto ospedaliero.

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