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MEGAN'S POV

Amo passeggiare per Central Park, mi rilassa tantissimo e in più è l'unica parte della città che è immersa nella natura e in qualche modo mi fa sentire come se fossi nella mia splendida Los Angeles, a casa.

Mi manca tutto di quella città, il sole, il caldo, le passeggiate in spiaggia, tutto.

E' proprio vero quando si dice che nessun posto è come casa.

Mi manca mio papà, mia mamma e mi sto perdendo la sua gravidanza e mi sento in colpa per questo.

Ormai sono quasi due mesi che sono qui alla Juilliard a seguire le lezioni estive e nonostante io stia imparando così tante cose, non posso dire di essere completamente felice.

Mi sono lasciata alla spalle così tante cose e soprattutto così tante persone.

Ormai mi sento solo con Carrie, Adam e Sophia, nessun altro.

Ho ignorato i messaggi e le chiamate di tutti gli altri, non penso ci sia molto da dire ormai. Loro hanno sempre saputo tutto e non hanno mai detto nulla. Persino Carrie non ne sapeva niente e lei è il massimo quando si tratta di scoprire qualcosa.

Sento il telefono squillare ed è proprio Carrie.

"Ciao, come stai?" chiedo accettando la chiamata

"Ehm, Megan devo dirti una cosa" il suo tono di voce è strano, non l'ho mai sentita così

"Cosa c'è?"

"Si tratta di Connor, stamattina l'hanno portato in ospedale e i medici hanno detto che..."

"Hanno detto cosa? Carrie cosa hanno detto i medici?"

"Gli restano pochi giorni, Megan"

Sposto il telefono dall'orecchio e mi siedo sulla prima panchina che trovo.

Fisso un punto davanti a me e resto così per non so neanche quanto tempo, immobile.

Connor sta morendo, sta succedendo realmente.

Fino all'ultimo ho sperato che le cose si sistemassero, avevo fede e tanta speranza nella sua guarigione.

Non posso credere che stia accadendo veramente.

[...]

Sto aspettando davanti al rullo che trasporta le valigie cercando la mia e quando finalmente la intravedo, mi avvicino e la tiro su senza fare fatica visto che è quasi vuota.

Mi avvio verso l'uscita dell'aeroporto e fortunatamente vedo subito mio papà vicino alla sua auto.

Gli corro incontro e lo abbraccio per poi scoppiare in lacrime.

"Oh piccola mia, andrà tutto bene vedrai" cerca di consolarmi passandomi la mano sulla schiena

Restiamo qualche attimo così e poi saliamo in macchina.

"Vuoi andare a casa a riposare un po'? Hai fatto un lungo viaggio"

"No, portami in ospedale per favore"

"Va bene" e parte senza aggiungere altro

Durante tutto il tragitto mi ritrovo a piangere silenziosamente mentre guardo fuori dal finestrino pensando al fatto che Los Angeles mi era mancata così tanto ma non volevo di certo tornarci a causa di queste circostanze.

Mi sembra tutto triste,scuro, grigio, incolore e inodore, quasi come se l'ambiente circostante rispecchiasse quello che sto provando dentro di me.

A dire la verità non lo so neanche io cosa sto provando. Mi sento incredibilmente vuota, solo questo, vuota.

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