Capitolo 30

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"Qualunque cosa accada domani, devi promettermi una cosa. Che rimarrai quello che sei. Non un soldato perfetto, ma un brav'uomo".

Quando Steve era piccolo, si svegliava ogni mattina al sorgere del sole, e strisciava fuori dalla finestra della sua camera da letto. La scala antincendio era vecchia e arrugginita, ma ciò non impediva al piccolo biondo di sgattaiolare ogni giorno sul tetto del complesso residenziale.

Si rannicchiava nel piccolo angolo che si era creato, sporgendosi dall'alta struttura, e osservava. Guardando in basso, Steve poteva vedere tutto. Uomini in giacca e cravatta che sfrecciavano per la strada cercando di prendere l'autobus. Madri che trascinavano i loro bambini per strada per andare a scuola. Un uomo con una chitarra che cantava note stonate per ottenere abbastanza soldi per un pasto caldo. Una coppia che rideva mentre entravano nella caffetteria in fondo alla strada. Un poliziotto stanco che camminava lungo il marciapiede mentre perlustrava la strada alla ricerca di violazioni del divieto di sosta.

A Steve piaceva provare ad indovinare chi fossero, inventando storie sulle loro vite. Come l'uomo con la chitarra, che risparmiava i soldi guadagnati per una registrazione personale, che lo avrebbe portato ad un contratto discografico. O la coppia, che prendeva un caffè prima di partire per la loro missione di spie internazionali. Forse l'ufficiale di polizia era così stanco perché era rimasto sveglio fino a tardi ad esercitarsi per uno spettacolo teatrale in cui recitava.

A Steve piaceva l'idea del non sapere, l'ambiguità. Il fatto che non avrebbe mai saputo se avesse avuto ragione su quelle persone. A Steve piaceva pensare di averla sempre avuta. Che non fossero solo nella media. Che fossero eroi, ognuno a modo suo.

Nella sua piccola tettoia, Steve nascose una scatola di scarpe sotto un telo logoro. Nella scatola c'erano i suoi beni più preziosi: una manciata di soldatini. Non tanto come soldati, per la verità, quanto persone normali. Alcuni uomini in giacca e cravatta. Un poliziotto, un pompiere. C'era un pilota, alcuni vacanzieri, alcuni con abiti non coordinati. C'erano anche alcuni vestiti con colori vivaci, come i supereroi dei fumetti.

Tutti provenivano da uno stampo che suo padre aveva ereditato dal proprio padre, risalente alla Seconda Guerra Mondiale. Lo stampo era sopravvissuto dalla depressione, quando il nonno di Steve si arrangiava per mantenere e intrattenere i suoi figli. Anche se suo padre non sembrava seguire lo stesso sentimento, la madre di Steve era irremovibile nel voler mantenere quella piccola fetta di storia, prendendo in mano la tradizione. Anche dopo la morte di suo padre, la mamma di Steve continuò a conservare i loro cartoni del latte e a fonderli, riempiendo con cura gli stampi per Steve. Non poteva permettersi di comprargli molti giocattoli, non con una singola busta paga - anche se le loro finanze erano aumentate dopo la morte del padre. Non c'era più bisogno di comprare alcolici in cui farlo annegare. Steve non ci faceva caso. Aveva sempre pensato di avere la parte migliore dell'affare essendo in grado di creare i propri giocattoli. Sua madre raccoglieva dei colori e trascorrevano un pomeriggio insieme. Si sedeva e li dipingeva con lui, ascoltando attentamente le sue istruzioni, aggiungendo sempre parti più intricate con mani ferme. Mani da infermiera.

A Steve piacevano perché, pur provenendo dallo stesso stampo, erano tutti diversi. Unici. Speciali.

Tutto dipendeva da ciò che Steve voleva che fossero, qualunque cosa gli andasse di fare. La sua immaginazione si scatenava, generando storie e avventure per ciascuno degli stampi, sempre pronti in quella vecchia scatola di scarpe per quando Steve aveva bisogno di una via di fuga.

Ma per quanto fossero diversi, erano tutti uguali. Erano buoni. Erano eroi. Erano ciò che Steve voleva essere da grande.

Sua madre gli diceva sempre che la vita era come un dipinto. Una tela fresca che lentamente si trasformava in una bellissima immagine. Che i colori fossero resti di ricordi; caldi e freddi, felici e tristi. A volte, le esperienze si mescolavano insieme per creare un colore nuovo di zecca. Diceva che in quanto pittore, Steve poteva scegliere i colori che voleva, scegliere la vita che voleva. Che ogni dipinto era solo un po' diverso dal resto, quindi Steve era l'unico che poteva scegliere cosa lo avrebbe reso felice. E che, anche se in alcuni momenti poteva sembrare poco, un giorno si sarebbe reso conto di aver creato un capolavoro.

Go Ugly Early - Traduzione Italiana (Stony)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora