Capitolo 61

58 4 0
                                    

Qualcuno gli diede un colpetto sul braccio. "Stai fissando."

Tony sorrise sentendo la voce di Rhodey, girandosi leggermente per vedere il suo amico scivolare sul sedile alla sua destra. "Puoi biasimarmi?" chiese Tony con fare civettuolo, riportando lo sguardo sulla forma prona di Steve.

Il biondo, a un certo punto, che per Tony rimaneva un mistero perché la sua mente drogata non aveva ancora stabilito un orario preciso, era svenuto sul lato del letto di Tony. Il boss mafioso aveva più o meno l'aria di essere svenuto nel letto, dato che il suo peso era per oltre la metà sul letto, nonostante fosse ancora seduto sulla sedia che aveva accostato al letto di Tony. La sua posizione era quasi esilarante perché, conoscendo Steve, l'uomo aveva probabilmente passato ore cercando di trovare una posizione in cui fosse il più vicino possibile a Tony senza toccarlo per paura di ferirlo. L'unico punto di contatto era la mano di Steve, che era stata delicatamente infilata in quella di Tony, molle dal sonno, ma ancora calda e viva.

“Sono sorpreso che sia riuscito ad addormentarsi,” mormorò Rhodey, guardando anche lui Steve. “Credevo che Barnes sarebbe entrato e lo avrebbe drogato prima di pensare che il ragazzo potesse effettivamente addormentarsi da solo. È stato seduto qui per giorni ad aspettare che ti svegliassi.”

Tony si accigliò. Giorni?

“Sì,” rispose Rhodey, sorridendo perché sapeva che Tony non pensava di averlo detto ad alta voce. A dire il vero, Tony non stava esattamente pianificando di svegliarsi di nuovo. Anzi, quando lo aveva fatto per la prima volta, aveva pensato che forse quella stronzata del paradiso fosse giusta, visto che si era ritrovato circondato dai suoi amici. Naturalmente, quel sogno era stato infranto molto rapidamente da Rhodey, che lo aveva gentilmente informato che, sebbene il paradiso esistesse, non c'era modo che Tony potesse mai arrivarci. Perlomeno Rhodey aveva aggiunto che sarebbe bruciato all'inferno insieme a lui; questo sì che è un amico.

"È passato davvero così tanto tempo?"

"Tones, non eri esattamente in forma", Rhodey si accigliò. "È un miracolo che ti abbiamo trovato laggiù nelle fogne."

Tony distolse lo sguardo, optando invece per giocare con le dita di Steve. "C'è stata una bomba", iniziò. "L'ho usata a mio vantaggio".

"Non sei stato tu?"

Tony guardò Rhodey con aria interrogativa. “No. Ho pensato che foste stati voi.”

Rhodey aggrottò la fronte. “Non importa. Sei a casa, ora. Questo è ciò che conta.”

Tony avrebbe voluto ribattere, ma non lo fece, limitandosi ad annuire. C'era un'altra risposta su chi avesse potuto lanciare la bomba - uno che sembrava avere un talento per le esplosioni - ma Tony la tenne per sé. Non era che Rhodey non avesse pensato la stessa cosa. Ma aveva ragione, quello era un problema per un altro giorno. Era a casa, fuori da quel buco infernale, ed era vivo. La guerra era tutt'altro che finita, ma per ora Tony si sarebbe preso un momento e si sarebbe goduto il continuo battito del suo cuore. E il calore di Steve premuto contro di lui.

"Ascolta", continuò Rhodey. “Aspetta qui. Vedo se riesco a trovarti qualcosa da mangiare. Cerca di non fare niente di stupido mentre sono via.”

Tony lo salutò con un cenno del capo mentre il suo amico usciva dalla stanza.

Tornando a guardare Steve, contò i respiri profondi che uscivano dal suo petto sodo. Tony si accigliò, guardando lo stato in cui si trovava l'uomo. La solita morbidezza delle sue ciocche bionde era sparita, sostituita da sporco e grasso. Borse scure si trovavano sotto gli occhi chiusi, un enorme contrasto con il pallore malaticcio della sua pelle. Aveva già visto quell'aspetto: Steve che lavorava fino allo sfinimento. Quello sguardo di solito non prometteva nulla di buono. Tony allungò la mano non stretta in quella di Steve per scostargli qualche ciocca dal viso. Dopo tutto, quell'uomo aveva decisamente bisogno di dormire.

Go Ugly Early - Traduzione Italiana (Stony)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora