Capitolo 59

45 2 0
                                    

"Che diavolo è stato?"

Tony giaceva disteso sulla branda, le orecchie ancora ronzanti per l'esplosione.

Yinsen si avvicinò alla porta e sbirciò fuori dal piccolo foro. “Oh mio Dio,” pronunciò.

"Cosa c'è?" chiese Tony, incespicando nei piedi per dirigersi verso la porta.

“In fondo al corridoio”, sussurrò Yinsen. "Sembra che sia esplosa una bomba".

"Una bomba?" Tony spinse via Yinsen per vedere di persona. In effetti, in fondo al corridoio c'erano i resti bombardati del corridoio che aveva portato Tony a troppi ‘interrogatori’. “La luce del sole,” disse Tony all'improvviso, mentre finalmente riusciva ad cogliere la luce che filtrava nella nella fogna buia e cavernosa.

"Qualcuno ha gettato una bomba in una fogna? Perché?"

“Non ho intenzione di fermarmi a fare domande,” rispose Tony, tornando di corsa dietro a Yinsen, verso la loro scrivania. "Questo è un segnale, se mai ne ho visto uno. Ce ne andiamo da qui. Oggi stesso."

"È sicuro?" La voce di Yinsen era calma, incerta. Avevano esaminato il piano un sacco di volte, ma non c'era spazio per errori qui. Una mossa sbagliata ed era finita per entrambi.

Tony annuì, iniziando a liberare le mani dai legacci.

"Preparali."




>>>>>><<<<<<




"Da quando New York è colpita dai terremoti?"

Steve si sporse in avanti, mentre sia lui che Rhodes inciampavano nella stanza principale. Il resto della sua squadra era ancora lì riunito, aggrappati a diversi mobili per sostenersi.

“Non è così,” sibilò Bucky, fissando alcune delle crepe che si erano formate lungo le pareti.

"Allora che diavolo era quello?" ribatté Clint.

"Conosco fin troppo bene questo suono", rispose Bucky, guardando dritto verso Steve. "Era una bomba".

Steve schioccò la mascella. Non di nuovo. "Perlustrate il posto, anche i tunnel sottostanti. Se stanno cercando di entrare, preparatevi a dargli il meglio di voi stessi."

Tutti si affannarono a prendere le armi e a controllare la base per individuare eventuali infiltrazioni, ma Steve non badò a loro. Dentro, la sua testa gli stava gridando no, non di nuovo, non di nuovo. Non poteva accadere di nuovo. Erano già così distrutti. Un'altra crepa nelle fondamenta e sarebbero stati spacciati. I Commandos sarebbero caduti.

Invece di allontanarsi con il resto del suo equipaggio, Steve rimase indietro, con la pistola puntata sulla porta principale che conduceva al ristorante. Non avrebbe mai permesso a nessuno di varcare quella porta per raggiungere la sua famiglia. Non c'era modo che avrebbe fallito di nuovo. Se l'HYDRA avesse voluto entrare, avrebbe ricevuto l’inferno. Sentì il suo cuore battere lentamente, il predatore emergeva per proteggere la piccola famiglia che gli era rimasta. Riusciva a malapena a sentire la sua squadra gridare via libera!’ di stanza in stanza mentre il sangue gli ruggiva nelle vene e l'adrenalina pompava in ogni centimetro di lui.

"Cap!"

Cosa,” disse Steve, gli occhi che non lasciavano la porta.

“Riposo, soldato”, disse Bucky, afferrando la sua pistola e tirandola giù.

"Hai trovato l'intruso?" Steve mantenne la voce pacata, ma non era affatto calmo. Mesi di frustrazione repressa gli urlavano di versare sangue.

"Non ce n'era uno."

Go Ugly Early - Traduzione Italiana (Stony)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora