Capitolo 41

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Steve si muoveva lentamente, i suoi piedi sbattevano rumorosamente contro il pavimento. Anche con gli strati spessi intorno a lui, Steve poteva ancora sentire il calore della mano di Tony sulla sua schiena mentre l'uomo più piccolo lo guidava nella stanza accanto. Tony lo condusse verso una schiera di sedie, introducendo con cura Steve in quella più imbottita. Un palpito acuto gli percorse il petto, ricordando il loro tavolo di raduno nella loro vecchia casa, ora solo cenere e polvere. Steve emise un debole gemito mentre crollava sul sedile, non desiderando altro che tornare a letto, ignorando il mondo ancora per un po'.

Ma non poteva. Lui aveva fatto questo pasticcio; diamine era ora che andasse a pulire.

Steve osservò il resto dei suoi più stretti confidenti riempire i posti vuoti intorno a lui, offrendo nient'altro che sorrisi rassicuranti. Il petto di Steve si contrasse per il senso di colpa mentre la sua squadra, come sempre, andava da lui a braccia aperte. Dopo tutto quello che aveva fatto, andavano ancora a sedersi accanto a lui. Non se lo meritava.

Sentì Tony sedersi accanto a lui, la cui presenza era ancora uno shock. Steve lo tenne d'occhio, temendo che se avesse distolto lo sguardo troppo a lungo, l'ingegnere sarebbe scomparso di nuovo. Non passò molto tempo prima che i posti fossero occupati; tutti tranne uno. Steve si accigliò, guardando il posto vacante alla sua destra. La sua frequenza cardiaca salì alle stelle inconsciamente, il suo corpo si tese mentre cercava di entrare in azione.

“Rilassati,” la voce di Tony gli arrivò nel suo orecchio sinistro, una presa morbida apparve sulla sua spalla. “Barnes sta bene. Sta solo facendo il broncio. Non preoccuparti; non andrà da nessuna parte”.

Steve si accasciò con sollievo, riuscendo a malapena a coprire il sapore di marcio che sentiva in bocca. Dio, Bucky. Come aveva potuto permettere che ciò accadesse? Come aveva potuto starsene seduto lì mentre il suo amico deperiva? Bucky aveva passato tutta la vita a supportare Steve, assicurandosi sempre che l'altro uomo si prendesse cura di sé. Ma l'unica volta che Bucky aveva bisogno di lui, Steve lo aveva lasciato a soffrire. La sua ossessione di tenerlo al sicuro aveva avuto come unico risultato quello di trascurarlo. Steve poteva solo ringraziare Dio che Tony fosse stato lì a mantenere Bucky sano di mente mentre Steve cadeva nel baratro. Era quasi irreale come Bucky fosse riuscito a ritrovare il suo equilibrio con con la persona che probabilmente gli piaceva di meno. Ma ancora una volta, questo mostrava solo quanto fosse disperato l'uomo nella ricerca di uno scopo, costretto a spingersi nella terra di nessuno per trovare il conforto che i suoi stessi alleati non potevano dargli.

Un problema alla volta.

Steve annuì leggermente, riportando la sua attenzione sulla stanza quasi piena. Il silenzio era assordante, tutti sembravano raggomitolarsi su se stessi, lasciando che gli spazi aperti tra loro non fossero altro che barriere invisibili, unendoli gli uni agli altri. La stanza era senza vita, come se stesse guardando la scena davanti a sé in bianco e nero. Sembrava che fossero finiti i giorni del cameratismo, della fiducia, della fede. Si ritrovò a chiudere gli occhi, strofinando duramente le dita contro le palpebre chiuse. "Dove sono tutti gli altri?" chiese piano, aprendo gli occhi per guardare Clint.

L'altro uomo distolse lo sguardo. "Questi sono tutti", sussurrò.

Steve si ritrovò ad annuire di nuovo, incapace di elaborare la sensazione di intorpidimento che cominciava a inghiottire il suo corpo. Ma certo. Ovviamente non era solo Bucky che si era spezzato. Non era solo Tony. Erano tutti. Steve aveva lasciato ogni membro della sua squadra all'asciutto. Lo aveva promesso, lo aveva promesso a tutti loro. Aveva promesso di proteggerli, di stare al loro fianco come fratello d'armi. Una volta, se si sussurrava "I Commandos" per strada, la gente correva al riparo. Se solo potessero vederli ora. Se solo potessero vedere gli sguardi vuoti, i corpi spenti. Potenti difensori ed eroi, dimenticati e lasciati a marcire, come statue di marmo che si sgretolano in un giardino desolato.

Go Ugly Early - Traduzione Italiana (Stony)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora