Capitolo 48

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Era in fiamme.

Le fiamme gli scorrevano nelle vene, bruciando il suo corpo.

C'erano mani su di lui, che tiravano, graffiavano, lo portavano via.

C'erano voci, grida.

Forse era lui. Stava urlando?

Non riusciva a capirlo dal rombo delle fiamme.

Ora gli stavano afferrando il petto.

Mille coltelli gli trafiggevano la pelle, il peso gli schiacciava le ossa.

Ogni strattone per scappare era quasi peggio che non fare nulla.

Forse era questo.

Forse questo era l'inferno.







E poi, come una candela spenta, il fuoco sparì.

Il buio.

I suoi occhi erano spalancati, ma il nero non se ne andò mai.

Il fuoco era sparito, ma il peso era rimasto.

Il peso freddo e schiacciante che lo consumava, bloccandolo al suo posto.

Le voci erano scomparse.

Una brezza costante passava su di lui, il suono sibilante che rimbalzava attraverso il muro.

Di tanto in tanto si sentiva un rantolo rotto dalle tubature.

Oh, un attimo. Era lui che respirava.

Il gocciolio di un tubo che perdeva risuonava nella stanza, risuonava nella sua testa.

Ma non c'era nessuno.

Era solo.

A parte l'oscurità.

Ecco cos'era la morte.

No.

Questo.

Questo era l'inferno.





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"Come sta?"

"È sotto shock, ma si riprenderà con il giusto riposo".

Una coperta venne gettata su di lui.

“Steve?”





“Ti ho portato qualcosa da mangiare. L'ha fatto Bruce, quindi sai che sarà commestibile”.

Un piatto tintinnò accanto a lui.

"Steve?"











"Quando è stata l'ultima volta che hai dormito?"

Una mano gli sfiorò la fronte.

"Steve?"











"Non preoccuparti, Cap. Lo troveremo".

Una stretta decisa sulla sua spalla.

"Steve?"











"Andiamo, fratello. I tuoi guerrieri hanno bisogno della tua guida".

Un leggero sospiro echeggiò nella stanza.

Go Ugly Early - Traduzione Italiana (Stony)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora