Capitolo 71

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"Che diavolo è successo ai dieci minuti, Steve?". Tony sibilò al telefono. "Dieci minuti, in realtà significano dieci fottuti minuti. Non ventisette. Sto cercando di essere paziente, ma Gesù, Steve, non me lo stai rendendo facile."

“Mi dispiace,” replicò Steve con voce roca.

Tony si bloccò al suo tono. "Cosa c'è che non va?" rispose all'istante. "I depositi sono stati tutti ripuliti?"

"Sì", rispose Steve. "Ma, ma non è questo, Gesù", continuò, mentre il microfono del telefono emetteva il suo respiro affannoso. “Tony, io-io non posso-”

“Va tutto bene,” sbottò Tony, il battito cardiaco in aumento. Si alzò di scatto dal suo posto al bar, dove era stato seduto ansiosamente nell'ultima mezz'ora, e si diresse verso la cucina, alla ricerca di Barnes. “Qualunque cosa sia, va bene, la sistemeremo. Dove sei? Sei ferito? Steve, per favore-”

"Sto bene." La risposta fece cedere le ginocchia di Tony, la mano che non teneva il telefono si allungò per afferrare il piano d’appoggio per stabilizzarsi. "Sto bene, ma c'è stata un'esplosione-"

"Cosa?" Tony inciampò di nuovo, il ghiaccio gli scorreva nelle vene.

"E Nat è qui, e io ho bisogno, io-io ho bisogno", si interruppe Steve. "Io non so cosa fare."

“Okay, calmati. Va tutto bene,” sussurrò sia a Steve che a se stesso, correndo lungo il corridoio per trovare Barnes. “Barnes!” gridò, mentre l'uomo spuntava immediatamente dalla porta della sua camera da letto.

"Cosa c'è che non va? È il reattore?"

Tony alzò un dito, mettendo il telefono in vivavoce. “Steve, Bucky è qui con me. Ora, dove sei?”

“Bucky,” gemette Steve, senza ascoltare nient'altro di quello che diceva Tony. “Bucky, ha ucciso Peggy, è stato lui! Lo sapevo... Sapevo che era un errore e ora sono tutti morti. Morti!”

Bucky non esitò, strappò il telefono dalle mani di Tony. Cominciò ad allontanarsi, sussurrando a Steve con toni tranquillizzanti, ma Tony poteva ancora sentire le grida di angoscia di Steve. Tony voleva seguirlo, voleva spingere Barnes fuori dai piedi. Steve lo aveva chiamato e una brutta invidia dentro di lui bramava di strappargli il telefono. Avrebbe potuto confortare Steve, avrebbe potuto aiutarlo.

Ma non lo fece. Aveva sentito il nome di lei. Peggy.

Tony non ignorava Peggy Carter. Certo, non l'aveva mai incontrata, ma aveva sentito parlare più che a sufficienza di quella donna imponente da suo padre. Non sapeva che aspetto avesse, ma quando pensava a lei non riusciva a immaginare nessun'altra persona oltre a Pepper. Tony sapeva anche che l'inafferrabile Peggy Carter aveva dei trascorsi con Steve. Suo padre una volta gli aveva detto che pensava si sarebbero sposati.

"Rogers è stato fortunato", aveva biascicato Howard nel suo bicchiere. "Quella donna è assolutamente da dieci."

Steve non l'aveva mai nominata. Perché avrebbe dovuto? Tony sapeva fare due più due - la fine dell'SSR e Steve che dormiva nel suo letto ogni notte erano sufficienti per fargli capire che Peggy non era più in vita. Tony non aveva mai fatto pressioni su Steve per sapere cosa le fosse successo; Tony aveva scheletri nell'armadio più che sufficienti da non averne il diritto.

Ecco perché rimase immobile mentre Barnes si allontanava. Era qualcosa che riguardava Peggy. E quella era una conversazione a cui Tony non doveva partecipare. Invece si appoggiò al muro, sentendo le gambe che finalmente gli cedevano sotto i piedi. Scivolò giù dalla parete e si rannicchiò su se stesso, concentrandosi sull'unica cosa che poteva.

Go Ugly Early - Traduzione Italiana (Stony)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora