- Ricordi -In questo capitolo potete ascoltare la canzone "Softcore" della mia playlist
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-Passarono dieci giorni in quella buia e tetra cantina e la povera ragazza era a pezzi. Gli occhi erano distrutti sia dal poco sonno, che dalle lacrime causate dai ricordi. Terence la veniva a trovare ogni giorno,portando con se tutta la sua frustrazione, che poi ributtava su Diana. Lei aveva oramai la pelle della pancia piena di lividi, alcuni davvero dolorosi. Qualche graffio dovuto al pavimento di roccia dura sulle gambe nude. Mangiava poco e nulla, se non qualche pezzo di pane raffermo e qualche bicchiere d'acqua.
Quella mattina il ragazzo non era in casa, ma bensì sarebbe tornato la sera. E Diana ne era davvero grata.
Se ne stava in un angolo della stanza, raggomitolata su se stessa in modo da farsi da scudo. Aveva lo sguardo perso nel nulla, mentre la sua mente era offuscata di ricordi del suo Draco.
Le mancava il suo profumo, la sua presenza, la sua voce, il suo sorriso...le mancava tutto di lui. Ma le mancava anche da morire la sua famiglia; Tommy, la mamma, Olivia, la zia Mara...senza di loro era vuota. Non sapeva neanche se stessero bene, dove si trovassero adesso.
*flashback*
La ragazza aveva sedici anni, quando cugino la venne a trovare a casa in Italia. Passarono l'intero pomeriggio assieme divertendosi come matti. Dipinsero, fecero una passeggiata, guardarono la tv stravaccati sul divano, si presero a cuscinate e cucinarono dei biscotti, che bruciarono, per poi essere rimproverati dalla zia. Lei rideva come una bambina, lui invece era la causa delle sue risate
<<Ma è colpa di Tommy! Io sono succube!>> esclamò lei portando le mani avanti.
Tommaso le pizzicò il braccio. <<Non è vero mamma, è stata lei!>> rise lui davanti alla faccia della madre.
La zia portò le mani ai fianchi <<Allora dovrò punire entrambi...>> con un cucchiaio di legno li inseguì per tutta la casa, mentre loro ridevano talmente tanto che persero l'equilibrio e caddero a terra. Quella volta si era divertita talmente tanto, che non se la scorderà mai.
Pianse tutte le sue lacrime mentre ricordava quelle memorie così preziose, ed ora così lontane. Alzò la testa, e si vide nello specchio di fronte a lei.
Il suo aspetto la disgustava, lei era la ragione di tutto questo, e se ne pentiva amaramente. Ma lo doveva fare per Draco, colui che amava.
Il pianto diventò più forte, ed incanalò la rabbia, così, con un forte pugno ruppe lo specchio, che si frantumò in mille pezzi. Cadde di nuovo a terra e portò le mani alla testa disperata - la mano era insanguinata, ma sembrava che non si fosse accorta di nulla. I suoi singhiozzi rimbombavano nella vuota cantina, vuota come la sua anima.
Come si respira, mamma?
-
Ad Hogwarts le ricerche andarono avanti. Quella notte dovevano sgattaiolare nell'ufficio di Silente per cercare nel cosiddetto libro che conteneva l'indirizzo. Così, alle 2:00 in punto, Draco e Hermione si incontrano davanti alla sala comune serpeverde.
<<Harry, esci fuori.>> sussurrò lei, ed Harry uscii dal mantello dell' invisibilità. <<Tu vai ad aprire la porta dell'ufficio e poi farai da vedetta, io distraggo Gazza, e tu,>> puntò il dito su Draco. <<Tu entri nell'ufficio e cerchi il libro. È di cuoio e pesa molto, perciò sta attento a non farlo cadere. Tutto chiaro?>> tutto si ritrovarono ad annuire quando Hermione passò i suoi occhi su i ragazzi. <<Bene, andiamo.>>
Hermione si posizionò dietro ad una colonna. <<Bombarda.>> mormorò lei agitando la bacchetta e facendo esplodere un'aula piuttosto distante. Gazza, non appena balzò per lo spavento, andò verso il rumore mormorando e lamentandosi.
Harry partii e arrivò davanti la porta dell'ufficio sotto al suo mantello dell' invisibilità. <<Alohomora.>> e con uno scatto, la porta si aprii. Harry uscii dal mentello e fece segno a Draco di avvicinarsi. E così fece.
Una volta dentro l'ufficio, Draco si guardò attorno e cercò con lo sguardo il libro che diceva Hermione, e dopo poco lo trovò. Lo aprii e cercò tra gli studenti serpeverde del suo anno. Sfogliò per qualche secondo, e si bloccò quando vide la pagina di Diana. I suoi occhi si fermarono sulla sua foto.
Era così bella.
Le sue dita sfiorarono la foto, per poi spostare lo sguardo in giù.
Luogo di nascita: Puglia, Italia.
Li spuntò un piccolo sorriso quando si ricordò di quella volta in cui andò in Italia da lei. Era stata forse la giornata più bella della sua vita.
<<Lo sai, sono sicura che anche le ti ami.>>
Draco portò una mano al petto quando Hermione parlò. <<Per Salazar ma ti semb->> si bloccò non appena rifletté sulle sue parole. <<Cosa?>>
Hermione ridacchiò a bassa voce mentre si avvicinava. <<Non essere bugiardo, si vede.>>
Il biondo cercò di risultare più serio possibile. <<Come fai a capirlo?>>
<<Andiamo, si vede a kilometri di distanza. E lo capisci da solo, lo senti.>> Hermione puntò la torcia sul libro. <<Avanti, cerchiamo sto ragazzo.>> e cominciò a sfogliarlo fino ad arrivare a lui. <<Eccolo.>> picchiettò col dito. Draco strinse i pugni quando vide la sua foto, e si promise si fargliela pagare non appena lo avesse incontrato. <<Calmati, Draco.>>
Lui si voltò verso di lei. <<Da quando mi chiami Draco?>>
Le sbuffò. <<Da ora. Abita abbastanza vicino alla casa della zia di Harry, perciò non è troppo lontano. C'è la possiamo fare, basta che ci organizziamo bene.>> Hermione si voltò verso Draco e lo vide tirare un sospiro di sollievo e appoggiarsi sulla cattedra. <<Stai tranquillo, tra poco portai riabbracciare la tua Diana.>> li posò una mano sulla spalla.
Draco si passò una mano sul viso e smorzò un minuscolo sorriso. <<Grazie, davvero.>> solo al pensiero di poter riabbracciare Diana, li fa venire la pelle d'oca. Doveva così tanto ad Hermione, non si aspettava minimamente che lo potesse aiutare. Ma alla fine Hermione era amica di Diana, e non poteva starsene in disparte.
Mi manchi tanto, Farfallina mia.
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Butterfly || Draco Malfoy
FanfictionLei gli sorrideva con i capelli grondanti d'acqua. I loro occhi si fusero di nuovo, ma questa volta più profondamente, quasi come una freccia conficcata nel petto. Draco sentii una strana sensazione mai provata prima. I loro cuori battevano all'unis...