Poesia per Roma

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Niccolò's pov

Oggi rientriamo a Roma finalmente. Amo la mia città, quando sono via non vedo l'ora di tornare. Sicuramente la mia fama non me la fa più vivere come un tempo, non posso permettermi di girare per i vicoli con la tranquillità di prima, ma quando incontro gli occhi di chi ascolta la mia musica e mi dice che grazie alle mie canzoni si è sentito meno solo...non posso che essere felice della mia missione. Il cuore mi si riempie di gioia, a volte penso di non meritare tutto questo affetto. Ho sempre paura di non dar loro abbastanza.

"Nic hai preso tutto?" Anna interrompe i miei pensieri "si si, possiamo andare". Nell'attesa di salire sull'aereo mangiamo qualcosa mentre gli altri sono fuori a fumare "non so quanto dura sta pausa , mo però non fumo finché non finisco i concerti..." affermo io prima di rubare un pezzo di panino alla mia fidanzata "Niccolò...ti sei preso tutto lo speck!" esclama lei mettendo il broncio. Rido per la sua espressione e cerco di farmi perdonare lasciandole un bacio a stampo "non te la cavi così...sei il solito ruffiano" afferma Anna ridendo e ricambiando il bacio.

....ore più tardi

Finalmente a casa...Pisolo è impazzito appena ci ha sentiti rientrare, per non parlare dei gatti. Non facevano altro che miagolare, specie Uncino "mo me metto al piano così io suono e te canti" gli dico accarezzandolo. Succede molto spesso che io stia suonando qualcosa e lui sembra cantare su quelle note. Mi diverte sempre quando lo fa, sembra quasi voglia condividere la mia passione per la musica.

Il jet lag ci ha distrutti quindi dopo un pò decidiamo di andare a riposare, nonostante sia il primo pomeriggio "amó non abbiamo nessun impegno, ce ne stiamo a letto fino a domani, che ce frega" affermo abbracciando la mia ragazza che si sta già addormentando tra le mie braccia. Qualche ora dopo ci sveglia un fortissimo tuono e lo scroscio di una pioggia incessante. "il cielo sta piovendo rumore sui vetri..." canticchio quasi sussurrando all'orecchio di Anna "odio i temporali..." afferma lei alzandosi dal letto per chiudere le tende "ehi dove credi di andare tu" le dico afferrandole un braccio tirandola verso di me. Non so spiegare questa magia, ormai sono più di due anni che ci viviamo ma ogni volta che ci sfioramo è sempre come fosse la prima. Un altro forte tuono fa tremare i vetri delle finestre di casa e in quel momento le mie labbra si incastrano nelle sue dando vita a quegli infiniti sospiri che tanto ci legano, potremmo rimanere così per sempre. La pioggia sembra non voler cessare, un pò come noi che non riusciamo a staccarci l'uno dall'altro.

"Sai cosa farei adesso?andrei fuori in giardino a ballare sotto la pioggia!" mi dice Anna mentre con la mano accarezza I tatuaggi sul mio petto "e chi ce lo vieta" le rispondo rivestendomi e scendendo con lei "ma te non hai paura di ammalarti poi?" "voglio godermi la pioggia e basta..." affermo lasciandole un bacio sulle labbra. Pisolo ci segue in giardino mentre i gatti ci guardano come se fossimo due pazzi. Non so nemmeno perché ci siamo rivestiti, ora siamo fradici sotto questo temporale mentre cerchiamo di ballare seguendo soltanto il ritmo delle gocce che cadono sul tavolo del giardino. Non possiamo fare altro che sorridere uno sulle labbra dell'altro, questo amore ci ha insegnato che non esiste tristezza se accanto abbiamo una persona con cui ridere, se accanto abbiamo qualcuno che ci porta sempre in una dimensione dove nessun al mondo può arrivare.

....la mattina dopo

Mi sveglio tutto sudato, mi sa che la pioggia di ieri mi ha fatto ammalare "amò sto per morì...c'avrò 40 de febbre" dico ad Anna dopo averla svegliata "scusa...è colpa mia se stai male, mi dispiace...". Sorrido e la guardo "amò mica m'hai obbligato te, magari è solo colpa del fuso orario..." lei si avvicina per darmi un bacio sulla fronte e resto incantato ad osservarla mentre si alza e va verso il bagno. Mi siedo appoggiando la schiena sulla testiera del letto. La testa mi gira e mi sento svenire, chiamo subito il mio medico per chiedergli un consulto veloce. Chiudo gli occhi per quelli che credo siano 5 minuti, ma mi risveglio 3 ore più tardi.

"Ben svegliato Niccolò" sento dire dal mio dottore. "Maurì so morto...nun so che c'ho..." "c'hai che te sei preso l'influenza, che voi avè...nun sei morto, qualche giorno e torni quello de prima, te fidi?" annuisco richiudendo gli occhi. Anna si avvicina "amò prendi sta pasticca e poi torna a dormì" . Non avevo la febbre da mesi, mo me dovevo ammalà? ho solo paura di non stare bene per quando dovrò iniziare le prove qui agli studios. "Niccolò stai tranquillo, una settimana e passa tutto" Anna sa sempre capire quello che penso, nonostante il mio voler tenere sempre tutto sotto controllo capisce come placare le mie ansie. E adesso capisco che devo imparare a prendere la vita com'è...

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