Capitolo 1

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"Sembrava tutto così reale, Harry!" esclamò Ginny per l'ennesima volta. Aveva raccontato del suo dettagliatissimo sogno, sul loro futuro, ad ogni singolo componente del loro gruppo. All'inizio Harry la aveva ascoltata con pazienza, ma adesso era decisamente oltre il suo già ridottissimo limite di sopportazione. Erano reduci da un turno di guardia di dieci ore, nel buio e sporco corridoio di ingresso al loro rifugio temporaneo. Aveva sbuffato quando la rossa era stata assegnata alla sua squadra, insieme a Wolfang e Ruth che erano fortunatamente più silenziosi. "Pensi che avremo tre figli, Harry? Come nel mio sogno?" insistette lei, incurante del silenzio che le avevano riservato da ore gli altri tre. Wolfang alzò gli occhi al cielo e sbottò: "Potresti chiudere la bocca cinque secondi? Cazzo, non so a te Harry, ma a me ha decisamente frantumato le palle con questo stupido sogno!". Ruth annuì, senza neppure la forza di parlare. Erano bloccati in quell'edificio da cinque giorni, facendo turni di guardia a rotazione perché già due volte erano stati sorpresi durante la notte da degli ex mangiamorte. "Ginny, smettila" la rimproverò in tono piatto il giovane Potter. Quando la ragazza fece per parlare, la bloccò con un gesto deciso della mano: "Non stiamo più insieme e, sinceramente, il tuo sogno è talmente assurdo che non so come tu possa continuare a parlarne". Ginny lo fissò irritata, ribattendo: "Lo so che non stiamo insieme, ma sono sicura che quando tutto finirà ci sposeremo. Siamo destinati a stare insieme, Harry. Non puoi negarlo". Harry la fissò gelido, scuotendo la testa prima ci spiegare a voce bassa ma in tono fermo: "Affronta la realtà, Ginny. Stiamo scappando da mesi, molti di noi sono feriti. Non sappiamo quanti mangiamorte siano effettivamente sopravvissuti e se ci stiano dando la caccia. Tutto quello che vorrei, ora, è poter dormire più di quattro ore di fila e possibilmente da solo, invece che in una stanza con altre dieci persone. L'idea di un appuntamento o di un qualsiasi tipo di relazione non mi sfiora minimamente". Udendo un rumore, i quattro si voltarono velocemente per notare l'altra squadra che si avvicinava per dare loro il cambio. Il giovane che li guidava si avvicinò ad Harry, per parlargli a bassa voce: "Potete andare a riposare, subentriamo noi ora", Potter annuì e l'altro continuò: "Non usate le bacchette neppure per illuminarvi la strada, come ha detto Hermione ci potrebbero individuare se lanciamo incantesimi non necessari".

In silenzio, seguito dai compagni, Harry si diresse verso le stanze più interne dell'edificio. Sapevano che avrebbero trovato gli altri tre componenti del loro gruppo. Hermione era seduta, l'espressione stanca ma gli occhi sempre vigili e Ron era in piedi accanto a lei, non potendo partecipare ai turni di guardia per una ferita al braccio in via di lenta guarigione dato che dovevano stare molto attenti nell'usare la magia. A poca distanza da loro, Melville Hobus attendeva il loro rientro per poterli controllare. Aveva un paio d'anni più di loro ed aveva da poco iniziato a studiare per diventare medimago, quando Voldemort aveva dato inizio alla seconda guerra magica. Così, Melville era una specie di infermiere per il loro gruppo. Con espressione decisa, fece cenno ai quattro di raggiungerlo nell'angolo che aveva organizzato per delle visite veloci. C'erano giusto un paio di sedie e qualche pozione, ma era meglio di niente. "Siamo solo stanchi, Melv. Lasciaci andare a riposare" lo informò Harry. Hobus annuì, fissando con aria interrogativa gli altri. Ruth rispose con un sussurro: "La caviglia va meglio, ci ho messo la crema che mi hai dato". Wolfang scosse solo le spalle, come ad indicare che lui stava bene. Ginny era stranamente silenziosa, così Melville le chiese se avesse qualche problema. Completamente disinteressato agli altri, Harry decise di cercarsi un posto per riposare. Mentre si allontanava, rivolse un gesto di saluto a Ron ed Hermione che ricambiarono senza dire nulla. 

Tentazione oscura - Drarry fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora