Capitolo 5

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L'adrenalina gli pompava nelle vene, si sentiva vivo mentre correva senza fiato a zig zag tra i palazzi. Erano in quattro, fortunatamente non lo avevano individuato, ma doveva allontanarsi in fretta. Quando si decise a fermarsi, si ritrovò in una specie di piccolo villaggio apparentemente disabitato. C'erano tante piccole case con il giardino, ma era quasi buio e le luci erano tutte spente. Si appoggiò a un muro per riprendere fiato, sollevato nell'accorgersi di non essere seguito. Quasi sobbalzò, notando una figura distesa sull'erba di un giardino. Doveva avere le allucinazioni. Si staccò dal muro, scosso e preoccupato. Si fermò a un passo dal piccolo giardino, fissando con gli occhi spalancati, la persona sdraiata. "Ma sei reale?" chiese a bassa voce, sentendosi un perfetto idiota appena le parole lasciarono la sua bocca.

Il giovane, comodamente sdraiato sul prato con le braccia dietro la nuca, voltò leggermente la testa verso di lui, prendendolo in giro in tono leggero: "Perché credi che non sia reale? Mi sogni spesso, Potter?". Harry scosse la testa, raggiungendolo e sedendosi sull'erba vicino a lui, riuscendo solo a balbettare confuso: "M-Malfoy?".

"Hai indovinato al primo colpo, Potter" replicò l'altro, voltando di nuovo la testa per fissare il cielo. Il suo tono sorprese Harry, non era ostile ma neppure amichevole. Quasi, malizioso? Non vedeva Draco da quando era fuggito insieme alla sua famiglia, subito dopo la morte di Voldemort. Lo studiò con calma, indossava una camicia bianca piuttosto malridotta e dei pantaloni neri strettissimi. I capelli biondi erano più lunghi, tirati indietro per lasciare scoperto il viso più maturo e vissuto. Era ormai notte, dopo qualche minuto di silenzio, Harry chiese: "Cosa fai qui?". La sua voce suonava incerta e instabile. Draco fece un sorrisetto, il bruno poteva vedere abbastanza bene grazie alla luce della luna e di qualche lampione ancora funzionante, che si era acceso. "Mi rilasso guardando le stelle, Potter. Che altro?" rispose con voce insolitamente gentile, voltandosi a guardarlo. Erano molto vicini, le gambe piegate di Harry quasi sfioravano le cosce distese dell'altro. Il giovane Potter fissò i suoi occhi verdi protetti dalle lenti in quelli di Draco, che sembravano assumere in quel momento la stessa tonalità del cielo notturno. Una specie di brivido percorse il corpo di Harry, che quasi imprecò. Il suo sguardo traditore si spostò dal viso di Draco alle forme del suo corpo. Era cresciuto, era sicuramente più alto, più adulto in qualche modo. Il giovane seduto dovette resistere all'impulso improvviso di sfiorare il torace apparentemente muscoloso, che si intravedeva sotto il tessuto leggero della camicia. "Sei solo? Dove hai lasciato il resto del tuo gruppetto?" chiese Draco, voltando di nuovo la testa, come se fosse del tutto normale starsene lì a chiacchierare nel mezzo della notte.

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