Capitolo 63

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Draco scosse la testa, sussurrando: "No, no. Intendo, hai sentito cosa ha detto?". "Chi?" scherzò Harry, era intenerito dal tono incerto e dall'atteggiamento confuso dell'altro. Era adorabile. Il biondo abbassò ancora la voce, sporgendosi verso di lui: "La cameriera! Ha detto che sono il tuo ragazzo!". La voce bassa e roca provocò un brivido piacevole lungo la schiena di Harry, che si passò la lingua sulle labbra e sorrise di nuovo a Draco. "Non sono sordo, sai" rispose, chiedendo poi in tono serio: "A te, ha dato fastidio?". Il biondo lo fissò, battendo le palpebre più volte ma senza rispondere. Il suo volto era freddo, lo sguardo gelido. Serrò la mascella e prese un respiro profondo come fosse sul punto di dire qualcosa, ma l'arrivo della cameriera lo interruppe. Mangiarono in silenzio, Harry si chiese cosa fosse accaduto. Non capiva perché Draco sembrasse infastidito, erano stati bene insieme e lui aveva solo cercato di farlo sorridere, era così bello quando sorrideva. Voleva tanti sorrisi da Draco e tanti baci. Doveva essere impazzito. Finito di mangiare, si schiarì la voce per parlare, ma l'altro lo interruppe con voce fredda: "Sarà meglio andare, Potter. Non vorrai certo fare tardi al tuo corso da Auror". Harry annuì, fissando confuso il biondo. Draco si alzò, sistemandosi i vestiti e lo guardò con un'espressione indifferente: "Grazie per la colazione, l'ospitalità e il resto". "Non devi ringraziarmi" rispose con un sorriso Harry, alzandosi a sua volta e provando ad alleggerire l'atmosfera: "Sai che sono pazzo di te e non riesco a starti lontano". Il biondo non raccolse, continuando a mantenere un'espressione distaccata: "Non stiamo più giocando, Harry", si mosse già pronto ad andare via. "Aspetta" sussurrò il bruno, per non farsi sentire dagli altri: "Dove vai?". Draco si avvicinò facendo quasi collidere i loro corpi, rispose irritato: "Non sono cazzi tuoi, Potter! Devi stare lontano da me, ok?". Harry boccheggiò per la sorpresa, si era illuso fino ad allora che anche l'altro provasse qualcosa per lui? "Draco" sussurrò, ma il biondo di ritrasse prontamente, scuotendo la testa ed abbassando lo sguardo: "Basta giocare con me, Harry". Il suo tono non suonava più freddo, ma semplicemente triste. "Torna alla tua vita, dimenticami" aggiunse, senza alzare la testa. "Ma" provò ad obiettare Harry, Draco lo interruppe di nuovo, parlando a voce bassa: "Lo sai chi sono o te ne sei dimenticato? Sei un idiota se pensi che ci sia un lieto fine, per quelli come me". Il bruno fece un passo avanti, per toccarlo, ma Draco si ritrasse, scuotendo nuovamente la testa. "Le hai viste le cicatrici, Potter? Lo sai, come sono" continuò il biondo, facendo un paio di passi per allontanarsi. "Tu non sei solo quello" ribatte deciso Harry, cercando di avvicinarsi di nuovo. "Non distruggere tutto quello che hai per me, Harry" aggiunse, con voce tremante: "Non ne vale la pena". "Per me, sì" rispose il bruno, cercando inutilmente di incontrare lo sguardo sfuggente dell'altro: "Mi sento bene con te, Draco. Libero, vivo". "Stronzate, Potter" replicò Draco, sollevando il viso solo per un istante, prima di allontanarsi velocemente. Harry fece per seguirlo, ma la cameriera lo fermò: "Il conto!".

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