Capitolo 72

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Harry lo fissò in viso, gli occhi verdi sinceri e diretti che si specchiavano nei due grigi e freddi, come il ghiaccio. "Prima di tutto, voglio scusarmi con te, Draco" disse, in tono pacato ma onesto, si passò una mano tra i capelli, rendendoli un ammasso disordinato. Il biondo si limitò ad annuire, distogliendo poi lo sguardo. "Mi dispiace molto, per come mi sono comportato. Non volevo offenderti, non hai idea di come mi senta al pensiero di averti ferito. Mi dispiace, tanto." aggiunse il bruno, cercando di attirare l'attenzione dell'altro, di poter incontrare di nuovo i suoi occhi per cercare di capire la sua reazione. "Va bene, Potter" rispose, a bassa voce, Draco: "Ti sei scusato, ora potresti lasciarmi in pace?". Harry si sentì come se fosse tornato al punto di partenza, tutta la confidenza e la fiducia tra loro era scomparsa. L'altro si era chiuso in se stesso, tenendolo a distanza. Sospirò, avvicinandosi a Draco, ma senza toccarlo, studiando la postura eretta e rigida, il volto pallido e bellissimo. "Vuoi, davvero, che ti lasci in pace?" gli chiese, con voce tremante: "Perché, se è quello che desideri, io lo farò. Andrò via e non mi vedrai più". Dopo un breve silenzio, sollevò una mano per portarla sulla spalla dell'altro, un tocco leggero che fece spostare su di lui lo sguardo, ora corrucciato, del biondo. "Sono qui, Draco" continuò, facendo appello a tutto il suo coraggio: "Per questo, per dirti che sono pronto a fare, tutto quello che vuoi. Se devo sparire e lasciarti alla tu vita, lo farò. Se, invece, mi permetterai di starti vicino", si fermò, per cercare di controllare almeno in parte, la forte emozione che trapelava nelle sue parole: "Ti prometto che non ti mancherò mai più di rispetto e mi impegnerò per farti sentire, farti capire quello che rappresenti per me". Harry respirava affannosamente, come se avesse corso. Si sentiva esposto, vulnerabile ma anche sollevato, libero finalmente. Draco lo fissò con un'espressione intenta, portando poi la mano opposta su quella dell'altro, ancora poggiata sul suo braccio. Il tocco fece sobbalzare Harry, ancora immerso nei suoi pensieri. "Cosa" iniziò a dire il biondo, schiarendosi poi la voce, roca e tremante: "Cosa rappresento per te, Harry?". Il bruno si perse per qualche istante a fissare l'espressione incerta di Draco, gli occhi che risplendevano di una luce argento, che poteva essere paura o speranza. Il bruno capì che doveva fare l'ultimo passo, osare, prima che le barriere che l'altro usava per proteggersi, tornassero ad ergersi insormontabili tra loro. "Tutto" mormorò, a voce talmente bassa che dubitò l'altro potesse averlo sentito. Abbassò lo sguardo sulle labbra rosee di Draco, desiderando ardentemente poterle assaporare di nuovo. "Harry?" lo richiamò il biondo, la voce bassa e roca, che gli trasmetteva l'ormai familiare brivido in tutto il corpo. "Ho bisogno di te, Draco" confessò, in tono di voce più alto. Il biondo si irrigidì, facendo un passo indietro, interrompendo ogni contatto tra loro, mentre osservava in tono sarcastico e amaro: "Lo so bene, per cosa hai bisogno di me, Potter". Scosse la testa, il respiro spezzato come se stesse cercando di controllarsi. "No, Draco" replicò immediatamente Harry, alzando una mano per poterlo raggiungere, ma l'altro si era già voltato per allontanarsi, le spalle curve e il passo velocce di chi vuole rimanere solo il prima possibile. Era come un déjà vu, per Harry che si ritrovò a corrergli dietro come a Hogwarts, per ragioni però completamente differenti. "Aspetta, Draco!" lo richiamò, cercando di raggiungerlo, prima che rientrasse in casa.

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