Draco giocherellava nervosamente con l'anello, facendolo girare attorno al suo anulare sinistro. Era seduto sul divano verde smeraldo, di fronte al sofà gemello di colore rosso, nel rinnovato salottino di Grimmauld Place. Dopo qualche istante, Harry lo raggiunse, accomodandosi sul divano di fronte e fissandolo con un sorriso dolce. "Qualcosa non va, amore? " gli chiese, il biondo scrollò le spalle e non rispose. Il bruno non si arrese: "Parla con me, Draco, cosa ti turba?". "Lo sai" rispose seccamente il biondo. Harry si alzò per raggiungere l'altro e sedersi accanto a lui, passandogli un braccio intorno alle spalle e stringendolo a sé. "Non preoccuparti, andrà bene" gli sussurrò, baciandolo tra i capelli. Il biondo si abbandonò contro di lui, protestando: "Come fai, ad essere così sicuro? Con il mio passato, potrebbero rifiutarci". Harry lo strinse ancora più forte: "Tutti noi abbiamo commesso errori, quello che è importante è quello che sei ora. Quello che siamo, amore mio" gli disse, facendogli voltare il viso per baciarlo sulle labbra. Erano passati quattro anni, da quando Harry gli aveva di nuovo offerto l'anello e Draco lo aveva accettato. Da tre, vivevano a Grimmauld Place, che avevano completamente rinnovato, cercando un compromesso tra i loro gusti diametralmente opposti. Con un sospiro, Harry si scostò e si alzò dal divano, porgendo una mano per far sollevare anche il suo compagno. "Andiamo, Draco" gli disse con un sorriso luminoso. "Qualcuno ci sta aspettando".
UNDICI ANNI DOPO
"Non sono pronto, Harry" sussurrò Draco nell'orecchio dell'altro. Il bruno lo fissò con uno sguardo pieno d'amore e lo corresse: "Certo che lo sei. Ne abbiamo parlato, è giusto che frequenti Hogwarts". Draco si morse un labbro, sussurrando: "Ma, se non si trova bene? Se ha bisogno di noi e non ci siamo?". Harry sorrise al suo compagno, adorava il suo lato dolce e protettivo. "Noi ci saremo sempre, Draco" sussurrò, fissandolo negli occhi. Una voce acuta ed eccitata li distrasse. "Il treno! Papà Harry, papà Draco, ecco il treno!" gridò la bambina che camminava insieme al loro. "Già" mormorò mestamente Draco, facendo ridacchiare Harry. "Vieni a darci un abbraccio, Lyssa!" la chiamò il bruno allargando le braccia. La bimba strinse prima lui e poi l'altro padre, promettendo di scrivere presto e di comportarsi bene. "Non importa, in quale casata sarai smistata" le disse Draco, gli occhi lucidi: "Sii sempre te stessa e ricorda che noi ti amiamo tanto". I due genitori l'accompagnarono fino ai vagoni, i volti sorridenti e gli occhi umidi.
Una volta salita a bordo, Harry sussurrò: "Ci mancherà tanto, vero?". Draco annuì e prese la mano dell'altro uomo, portandosela alle labbra per baciarne il dorso. "La vedremo durante le vacanze" disse sicuro il biondo, Harry annuì e lo prese in giro: "Ti avevo detto, che sarebbe andato tutto bene". Draco sbuffò, ripensando a undici anni prima, quando avevano adottato quella neonata ancora senza un nome. Lily Narcissa Malfoy Potter, in breve Lyssa, era stata per loro il coronamento di un sogno. Con lei, erano diventati una vera famiglia. Occhi azzurri e capelli castani, un carattere indipendente ed un sorriso contagioso, la bambina aveva mostrato già nei primi anni di essere una strega. Nata da un mago che non l'aveva voluta e da una donna babbana morta di parto, Lyssa era cresciuta nel mondo magico e ne era fiera. Aveva imparato presto a difendersi da chi la definiva "mezzosangue", ricordando in molti atteggiamenti la zia Hermione, cui era molto legata.
Mentre si allontanavano dal binario, mano nella mano, i suoi due padri si chiesero in quale casata sarebbe stata smistata. Draco sosteneva che la piccola era indubbiamente Serpeverde, capace di ottenere tutto quello che voleva. Harry era indeciso tra Grifondoro e Corvonero, perché intelligente ma anche coraggiosa. "Corvonero non sarebbe male" ammise Draco, Harry annuì e osservò: "Ovviamente ho una preferenza per Grifondoro, ma i Serpeverde sono indubbiamente affascinanti". Draco chinò il capo per ringraziare. I due si scambiarono uno sguardo d'intesa, prima di pronunciare nello stesso momento: "Purché non sia Tassorosso". Risero entrambi, poi Harry scosse la testa: "Non è carino da dire". Draco scrollò le spalle, passandosi la lingua sulle labbra e cambiando tono: "Abbiamo la casa tutta per noi, ora". Il bruno Auror si fermò all'improvviso e squadrò il compagno, poi gli disse malizioso: "Hai ragione, potrò farti urlare, senza bisogno di incantesimi silenzianti". Dracò fece un sorrisetto: "Potrei essere io a far urlare te, Potter".
FINE
STAI LEGGENDO
Tentazione oscura - Drarry fanfiction
FanfictionAttenzione: violenza, linguaggio volgare, scene di sesso esplicito, dominio/sottomissione., BDSM. Non adatto ai minori. TRAMA E se, le immagini idilliache di "diciannove anni dopo", fossero state in realtà soltanto un sogno? Dopo la battaglia di Hog...