Capitolo 83

65 3 0
                                    

Nonostante fossero le sette di sera, quando Harry raggiunse il settimo livello, notò subito la luce accesa in quello che sapeva essere l'ufficio di Draco. Avanzò con decisione nel corridoio, fermandosi poi sulla soglia della porta socchiusa. Sbirciando, notò Draco in piedi ad osservare, su un tavolo, una riproduzione in miniatura e animata magicamente di un campo da quidditch, completo di spettatori in movimento e piccoli giocatori che volavano sulle scope sulle scope. Quella vista lo fece sorridere, spinse leggermente la porta e si schiarì la voce, annunciandosi: "Ti disturbo, Draco?". Parlò con voce bassa, il tono gentile. Il biondo sollevò lo sguardo e lo fissò con aria confusa. Harry fece qualche passo avanti, fermandosi di fronte all'altro e sorridendogli timidamente. Ripresosi dalla sorpresa, Draco distolse lo sguardo e rispose freddamente: "In effetti, sono impegnato, Potter. Perché sei qui?". L'Auror non si lasciò scoraggiare, ormai abituato al caratterino del biondo. Si avvicinò ancora, fermandosi quando i loro corpi si sfiorarono. "Vorrei parlarti" sussurrò Harry, attirando di nuovo l'attenzione di Draco che lo fissò e gli chiese ironico: "Di cosa, vorresti parlarmi? Del tuo stupido fidanzato, che non fa altro che vantarsi di aver conquistato il famoso Harry Potter?". "Draco" lo chiamò con voce ferma: "Ho fatto un errore, vorresti ascoltarmi?". Il biondo sembrò sorpreso dall'ammissione, ma scosse la testa, replicando in tono amaro: "Lo abbiamo fatto entrambi, tu hai fatto promesse senza mantenerle ed io sono stato tanto sciocco, da crederti". Harry sospirò, fissando il viso pallido e dai tratti eleganti che tanto gli era mancato. "No, Draco" lo corresse, la voce che gli tremava: "Il mio errore è stato illudermi di poterti dimenticare, credere di poter soffocare il sentimento che provo per te. Perdonami, se ho dubitato, se ho pensato che non saresti mai più tornato, da me". Il biondo non disse nulla, lo sguardo azzurro ghiaccio che si perdeva negli occhi verdi dell'altro, lucidi di emozione. "Io sono stato uno sciocco, non tu" proseguì in tono accorato: "Mi sentivo solo, triste ed ho pensato che sarebbe bastato un bel corpo per rimpiazzarti, ma non è possibile. Nessuno prenderà il tuo posto nel mio cuore, nella mia anima. Con Oliver è finita, ma in effetti non è mai cominciata perché ogni volta che mi sforzavo di stare con lui, chiudevo gli occhi e pensavo a te. Mi sei mancato così tanto", si interruppe, prendendo un respiro profondo. "Forse, è vero quello che dici" rispose, severo, Draco: "Magari mi hai pensato e ti sono mancato, Potter. Ma un altro ha preso il mio posto del tuo letto, un altro ti ha baciato e toccato. Mentre i,o che sono considerato alla stregua di una puttana, ti sono stato fedele". Harry serrò una mascella ed annuì, incassando il colpo. Anche se non stavano insieme, Draco si sentiva tradito e poteva capirlo. Quando aveva creduto che il biondo andasse a letto con il suo datore di lavoro, aveva perso la ragione e lo aveva ferito. Ora, Draco aveva tutto il diritto di essere arrabbiato con lui. "Hai ragione, non posso negarlo" sussurrò con un filo di voce: "Se potessi tornare indietro, mi comporterei diversamente ma non posso farlo. Sappi che l'ho lasciato, perché ho capito di non volere altri che te. Sono qui per questo, per dirti che non commetterò più lo stesso sbaglio. Ti aspetterò, Draco, anche per sempre", fece una breve pausa prima di aggiungere più determinato: "Vorrei avere un'altra occasione Draco, ho ancora quell'anello in caso ti interessi. Ma, se tu non sei pronto o non ti fidi di me, posso giurarti su qualunque cosa che non cercherò e non accetterò, mai, nessun altro. Ti prometto che sarò, sempre e solo, tuo".

Tentazione oscura - Drarry fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora