Capitolo 23

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All'interno del quartier generale temporaneo, Harry si limitò a salutare tutti velocemente intenzionato a trovare subito un giaciglio per riposare. Era esausto. Ginny gli corse dietro per fare conversazione, ma la evitò accuratamente e si chiuse dietro le spalle la porta della grossa camerata. All'interno, erano presenti diversi letti singoli in metallo. "Meglio di niente" borbottò tra sé, cercando di non rimpiangere il comodo letto che aveva brevemente diviso con Draco. Sbadigliando, si infilò sotto le lenzuola non esattamente pulite, completamente vestito e chiuse gli occhi sforzandosi di liberare la mente.

Si svegliò qualche ora dopo, affamato. Uscì dalla camerata e percorse il corridoio, in cerca della cucina o qualcosa di simile. Trovò un tavolo di legno rettangolare con sopra qualche panino e dell'acqua. Mentre addentava un panino, sentì una presenza alle sue spalle e si voltò. Hermione, il viso stanco, gli sorrise. Harry le fece un cenno con la testa, continuando a mangiare. Mentre la donna si versava dell'acqua, li raggiunse anche Ron che prese a sua volta un panino dal tavolo. "Dobbiamo organizzare i turni di guardia, Harry" disse Hermione, aggiungendo: "Abbiamo aspettato il tuo rientro, ora che siamo tutti possiamo formare le squadre". Il bruno annuì, ironizzando: "Mi sta bene tutto, ma non mettermi in squadra con Ginny. Se mi racconta un'altra volta il suo sogno, finisce che la strangolo". La donna fece una risatina, abbassando la testa mentre Ron fissò con aria truce l'amico, ma alla fine scosse la testa divertito.

Come caposquadra, Harry accettò di buon grado il turno di mezzanotte. Avevano formato squadre da tre, Ginny e Ruth erano con Melville mentre a lui erano stati assegnati Wolfang e Ron. Avrebbero pattugliato la zona fino alle sei del mattino, Hermione aveva riferito loro che il posto sembrava tranquillo e si sarebbero fermati per qualche giorno. Essendo un punto di incontro conosciuto, speravano capitasse in zona un altro gruppo con cui scambiare informazioni. A metà turno, sedettero a terra con le spalle appoggiate a un palazzo, per una breve pausa. Ron, dopo essersi accomodato, si voltò verso il suo amico e gli chiese: "Hai intenzione di dirmi, dove sei sparito?". Harry scrollò le spalle, sorridendo compiaciuto. L'amico era curioso, ma non gli avrebbe detto nulla. Come poteva? "Harry!" fece Ron, lamentoso: "Devi dirmi dove sei stato e perché sembri aver finalmente smesso il lutto!". "Il lutto?" chiese il bruno, confuso. L'amico fece un ghigno: "Già! Io e Mione eravamo molto preoccupati per te, sembravi sempre così cupo. So bene che la situazione non è delle migliori, ma abbiamo superato tanti ostacoli. siamo giovani", Harry lo interruppe: "E dobbiamo goderci la vita". Ron corrugò la fronte, sorpreso e l'altro si sollevò di scatto e gli lanciò uno sguardo impertinente prima di annunciare: "Esattamente quello che intendo fare, quindi", si voltò a guardare anche Wolfang prima di continuare con enfasi: "Adesso io andrò a godermi la vita e voi due finirete il turno di guardia, grazie". Harry scomparve velocemente nella notte e gli altri due rimasero a fissarsi, con la bocca spalancata. "Ma che cazzo sta succedendo?" si chiese Ron.

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