MIRIANA
«Allora?» insisto con l'ennesimo proprietario di bar della zona.
Siamo al quarto caffè, al secondo babbà, e ancora nessuna pista.
«Signorì io non so niente, ma vi dò un consiglio sincero: qua nessuno parla con i poliziotti», ci spiega a bassa voce il signore con la barba, appoggiato al bancone.
«Certo, come no, niente...» mormora Andrea, infastidito dall'ennesima delusione.
«Sa signore, lei è davvero un...» inizio una frase che non riesco a terminare perché il mio collega mi trascina fuori strattonandomi per il braccio.
«Lasciami!» urlo quando siamo fuori, attirando l'attenzione sfuggente di qualche passante.
«Sai forse ha ragione», esordisce, dopo esserci calmati.
«Cosa dici?»
«Siamo al quinto bar, ragiona: appena diciamo che siamo della polizia, anche se non è propriamente tutta la verità, cambiano tutti espressione. Forse dovremmo provare...un approccio diverso», suggerisce in seguito.
«E cosa proponi di fare, sentiamo?», incrocio le braccia.
«Al prossimo, proviamo semplicemente a parlare, qui amano fare due chiacchiere no? E vediamo cosa dicono, in fondo, ci chiamiamo Servizi Segreti per un motivo», alza le spalle.
«E come pensi di fare? Inserendo la questione in un discorso sul meteo?»
«Perché no, potrebbe funzionare», mi sorride speranzoso, così ci incamminiamo.
Dopo altri tre bar, siamo stanchi, disgustati dall'odore di caffè e sudati come dopo una maratona di corsa.
«Questo è l'ultimo, per oggi», annuncia Andrea, sospirando prima di aprire la porta di vetro.
Annuisco e lo seguo.
«Buonasera! Cosa vi posso dare?» chiede sorridente la ragazza bionda dietro al bancone.
«Ciao, dammi solo una bottiglia d'acqua frizzante per favore», risponde Andrea porgendole una banconota.
«Veramente vorrei parlare con il proprietario, se possibile», improvviso io, tanto da ricevere uno sguardo minaccioso dal mio amico, che mi dice chiaramente con gli occhi "Che cazzo stai facendo?"
«Certo, te lo chiamo subito», risponde la ragazza, per poi sparire nel retro.
«Fidati di me», sussurro ad Andre.
Poco dopo esce dal bancone un giovane uomo, ben vestito e pettinato, con i capelli scuri tirati perfettamente indietro dal gel.
Mmh, forse ora ho un vero piano.
«Buonasera, molto piacere, mi chiamo M...Martina», mi annuncio, porgendogli la mano.
«Buonasera Martina, piacere, sono Salvatore», risponde cortese, ricambiando la stretta di mano.
Che mani possenti.
Mi sembra anche troppo giovane per poter essere stato il proprietario vent'anni fa.
Ma è più piccolo di me?
Oddio Miriana, concentrati.
«In cosa posso esserti utile? Diamoci del tu», chiede, forse un po' stranito.
Forse perché lo sto fissando da due minuti senza proferire parola?
«Scusami per la domanda, ma sei molto giovane, hai preso la gestione da poco?» sfoggio il mio sorriso adulatore.
«Sì da un paio d'anni, perché cercavi Giovanni?» domanda incuriosito.
«Giovanni?» chiedo corrugando le sopracciglia.«Il vecchio proprietario», mi spiega in tono scontato, come se dovessi saperlo.
Ed è in quel momento che si accende la lampadina sopra la mia testa.
«Ahaa, zio Gianni, certo. Scusami è che sono da sempre abituata a chiamarlo con il soprannome. Sono a Napoli per un fine settimana e ogni volta che visito questa splendida città è tradizione fermarmi qui per chiacchierare con lui, ma avendo cambiato telefono non l'ho più sentito, e non sapevo che avesse venduto il bar. Per caso tu avresti il suo contatto, Salvatore?» gli poso una mano sul braccio, sentendo i suoi muscoli al minimo tocco, e gli sorrido ancora.
«Certo, se prima tu mi lasci il tuo», scoppiamo entrambi in una lieve risata, lui convinto di aver fatto colpo, io sicura di aver fatto strike.
«Magari ci vediamo per un caffè finché sono qui», continuo la farsa mentre estrae il suo motorola dalla tasca, per poi aspettare che gli detti il mio numero.
«Allora ti passo il contatto di Gianni e poi...ci sentiamo», sorride beffardo mentre mi allontano.
«Certo, a presto, Sasà», gli faccio un occhiolino compiaciuto ed esco, seguita a ruota da Andrea.
«Ma ci stavi davvero provando?» esplode lui appena siamo fuori.
«No, ma era da premio Oscar, dai» scoppio a ridere, mentre il mio amico si passa la mano tra i capelli in segno di frustrazione.
«Forza cerchiamo questo Giovanni, qualcosa mi dice che siamo sulla strada giusta», dico avviandomi alle strisce pedonali.
Neanche il tempo di finire la frase, che un motorino inizia a suonarmi e farmi cenno di spostarmi, urlando parole incomprensibili in dialetto napoletano; passa come un fulmine e mi sfiora la giacca, facendomi indietreggiare con un sussulto.
Guardo Andrea tenendo una mano sul petto, in preda allo spavento.
«Sì, tu sei proprio sulla strada giusta», ridacchia sotto i baffi.
Idiota.
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Incastro Perfetto
Mystery / ThrillerEdoardo Mariani, ex agente dei Servizi Segreti Italiani e attuale latitante, dovrà rivedere i suoi piani per la vita dopo un fortuito incontro con una sua ex collega, ancora in carica, Miriana Mancini. Una discoteca esplosa in circostanze misteriose...