10. La tana del lupo

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EDOARDO

Mi sveglio di soprassalto, per colpa della sirena di un'ambulanza.

Mi guardo intorno e non vedo altro che sporcizia in questo buco dimenticato da Dio.

Vivo in una palazzina abusiva di Napoli da quasi un anno, ogni dieci mesi circa cambio posto per non essere rintracciato dalla polizia, sono un latitante da quando ho lasciato i Servizi Segreti, ormai cinque anni fa.

Alzandomi sento ancora quel dolore lancinante al braccio, mi guardo nel riflesso dello specchio mezzo rotto appeso al muro e vedo un livido enorme sulla spalla; beh almeno non si è rotto.

È il momento di fare di nuovo i bagagli, soprattutto ora che ho litigato con il boss, non penso mi lascerà vivere in pace nella sua città.

Mi viene in mente un solo posto: Roma.

È ora di far ritorno nella tana del lupo.

Arrivato nella città eterna, mi dirigo all'indirizzo della mia conoscenza, sperando soltanto che abiti ancora qui.

La grande casa con il giardino, la porta bianca e l'Audi grigia parcheggiata fuori, ancora tutto come lo ricordavo.

Accendo una sigaretta e rimango un po' appostato in osservazione, prima di bussare, non si sa mai.

D'un tratto la porta si apre ed esce proprio la persona che speravo di vedere, ma...sembra che stia litigando con la moglie.

Decido di avvicinarmi, posizionandomi dietro un albero per origliare.

«Luca adesso basta, devi andartene», urla la donna mentre agita una cucchiarella di legno contro di lui.

«Valentina ti prego, non puoi impedirmi ancora di vedere i bambini!»

«Quando un giudice stabilirà la custodia condivisa in tribunale, allora potrai vederli».

«Mancano ancora quattro mesi alla sentenza!»

«Sì perché è il tempo che ti manca per terminare il percorso dagli A.A.»

A.A.?

Alcolisti Anonimi?

«Non bevo da quasi un anno Vale, ti prego, solo un'oretta...».

«Quando il tuo avvocato porterà in tribunale la prova tangibile che hai completato tutti e dodici i passi, e un giudice acconsentirà, allora e solo allora potrai passare del tempo con i ragazzi», continua lei imperterrita.

«Ora vai via, Luca, per favore...», sospira, stremata dalla litigata.

«Va bene, scusa» acconsente lui sconfitto, abbassando il capo e incamminandosi verso il cancello.

Mi allontano e aspetto che si avvicini abbastanza, per poi prenderlo di sorpresa alle spalle.

«Ma che cazzo!» urla Luca, spaventato.

«Edoardo...?» domanda stranito, quando mi tolgo gli occhiali da sole.

«In carne ed ossa».

«Vivi qui ora?» chiedo senza nascondere il mio evidente disgusto per il suo appartamento.

«L'unica cosa che posso permettermi con lo stipendio da cameriere», spiega lui.

«Cameriere? Amico, eri vice ispettore sei Servizi Segreti Italiani! Come ti sei ridotto così?»

«Anche tu lo eri, bello, e tra i due sono messo meglio io che ho perso casa, moglie, figli, lavoro e dignità».

«Già...», borbotto lanciandomi sul divano.

Luca mi porta una Cola in lattina e si accomoda accanto a me.

«Non hai una birra vero?» per la domanda mi becco un'occhiataccia, vabbè almeno ci ho provato.

«Chiedo venia», alzo le mani, per poi aprire la lattina.

«Dai sul serio, un matrimonio finisce, ma una carriera come la tua...» insisto perché mi racconti, sono rimasto abbastanza scioccato.

«È iniziato tutto quando Valentina mi ha tradito, già, non sono solo io lo stronzo della storia; ho iniziato a bere per poter sopportare la sua presenza nel letto ogni notte, poi la situazione è degenerata quando una sera, da ubriaco, ho chiuso a chiave nello stanzino il piccolo Bruno perché non la smetteva di piangere...», fa una pausa bevendo un sorso della bibita, e prende un respiro profondo.

«Lì ho capito di avere un problema», dice infine.

«Wow, mi dispiace Lù, ma il lavoro che c'entra?»

«Sono sparito per cinque giorni dall'ufficio e da casa, mi sentivo un mostro; quando sono tornato la prima cosa che l'istinto mi ha detto di fare è stata entrare nel deposito prove e...»

«No, non mi dire che...»

«Elisabetta mi ha beccato a sniffare della roba confiscata», ammette abbassando lo sguardo.

«No!» esclamo quando non riesco più a trattenermi.

«Già...» farfuglia.

«Ma passiamo alla vera star del momento!» si volta a guardarmi con un'espressione completamente diversa, quasi divertita.

«Il latitante dei Servizi Segreti, torna sui suoi passi, ti costituisci?»

«Cosa? No, non sono fatto per la prigione».

«E cosa vorresti fare qui?»

«Che ne dici di diventare coinquilini?»

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