MIRIANA
«Qual è meglio? Questo giallo o questo azzurro?» chiedo entrando in camera della mia coinquilina in accappatoio, mostrandole due vestiti appesi alle grucce.
«Ti fai la comunione stasera?» risponde acida, tenendo gli occhi fissi sulle pagine di un libro.
«Dai aiutami! So che abbiamo gusti diversi, ma vado in un museo non in discoteca».
«Vai con Andre quindi?»
«Sì, ma la mia proposta per te è ancora valida, perché non vieni anche tu?»
«Mirià, perché secondo te Andre ha preso due biglietti, e non tre?» si alza dal letto, mettendosi davanti a me a braccia conserte.
«Ti sei offesa? Guarda che posso rimanere qua con te se...»
«Ma no!» esclama senza darmi il tempo di concludere la frase.
«Non mi sono offesa Miri, stasera esco con un tizio che ci ha provato martedì in palestra, ma il punto è che devi darti una svegliata: vuole stare da solo con te!» continua, lasciandomi di stucco.
«Ma che stai dicendo?» domando, puntando il mio sguardo in un'altra direzione.
«Lui ti sta accollato da quando eravamo alle elementari, non provare a negare».
«Ah sì? Allora quella Laura con cui è stato fidanzato per sei anni dopo le superiori?»
«E perché non l'ha sposata secondo te?» insiste alzando le sopracciglia.
Rimango in silenzio, non so più come difendermi.
«Vabbè non sta a me dirtelo, metti il rossetto rosso e quel bel tubino bianco che non indossi dal '97 che ti sta un'amore», termina lei spezzando la tensione, e riesco solo ad uscire sussurrando un vago "Grazie".
Esco dal portone e subito scorgo il mio amico in fondo alla strada, appoggiato alla sua auto, con le mani in tasca.
«Buonasera signorina», sorride non appena lo raggiungo.
«Sei fantastica!» aggiunge osservandomi.
«Grazie, bella giacca», ricambio il complimento.
«Grazie, pronta per andare?» mi apre la portiera e lo ringrazio con un sorriso.
Mentre siamo in viaggio neanche la musica ad alto volume dello stereo mi distoglie dal pensare e ripensare alle parole di Atena, non per niente il suo nome viene dalla Dea della saggezza, l'ho sempre detto che le sta a pennello.
Riflettendoci, rammento tanti episodi che potrebbero sostenere questa teoria, ad esempio il fatto che ogni anno, a San Valentino, mi regala un mazzo di fiori, non ne ha mai saltato uno.
Un mazzo di margherite che avvolgono due rose rosse, è sempre lo stesso da vent'anni.
Al mio compleanno organizza sempre lui.
Mi porta il caffè in ufficio tutte le mattine.
Ha sempre detestato tutti i miei fidanzati.
In quinta elementare mi scrisse un biglietto che recitava: "Ti vuoi mettere con me?", che ancora conservo amorevolmente, ma ho sempre pensato scherzasse.
Tante ragazze gli andavano dietro alle superiori, ma non è mai stato interessato a nessuna; effettivamente strano per un adolescente nel pieno della fase ormonale.
Alla festa dei 100 giorni al diploma ci siamo baciati da ubriachi, ma non gli ho mai dato peso, siamo amici da una vita. Anche se ora la vocina fastidiosa di Atena mi tormenta con questo pensiero.
«Andre, posso farti una domanda?»
«Dimmi».
«Perché ti sei lasciato con quella Laura?»
«Laura? Perché ti viene in mente ora?»
«Così, oggi ho rivisto delle vecchie foto», mento.
«Niente di eclatante, un giorno litigammo e ci lasciammo di comune accordo», mi spiega vago.
«Per cosa litigaste?» domando imperterrita.
«Mah niente, aveva delle sue convinzioni su cui io non ero d'accordo», cerca di sviare mentre ci fermiamo a un semaforo rosso.
«Cioè?»
«Dai Miri, è storia vecchia», continua, non lasciandomi altra scelta.
«Io ti piaccio?» domando secca.
«Cosa?» chiede non riuscendo a trattenere una risata isterica, fa così quando è nervoso, e sta strofinando le dita sul voltante, il mio istinto ha quasi paura di avere ragione stavolta.
«Rispondimi».
«Perché me lo chiedi?»
«Rispondimi», ribatto.
Un clacson e un tizio che urla dal finestrino "Li mortacci tua!" interrompe la conversazione, e notiamo che è scattato il verde; Andrea mi lancia un ultimo e fugace sguardo, e senza dire nulla riparte.
Rimaniamo in silenzio per altri dieci minuti, che mi sono sembrate dieci ore, finché non arriviamo alla galleria.
Andrea parcheggia l'auto e quando scendiamo lui si incammina spedito, ma io rimango ferma in piedi accanto allo sportello rimasto aperto.
Si volta a guardarmi e sospira, torna indietro e senza proferire parola prende il mio viso tra le mani e mi bacia; un bacio semplice, delicato, dolce come lui.
Quando ci stacchiamo i nostri respiri vanno all'unisono e non riesco a far uscire le parole.
«Ti ricordi quando da piccoli eravamo a quel ristorante con i nostri genitori? Avevamo forse dieci anni, e c'era un giardino enorme dove siamo rimasti a giocare per tutta la serata», inizia lui, spezzando il silenzio.
«Non...non ricordo», balbetto in risposta.
«Mi è rimasto impresso perché quella sera caddi sulle mattonelle, sbucciandomi il ginocchio, e tu hai strappato la tua maglietta preferita con l'unicorno per tamponare il sangue», mi spiega con gli occhi lucidi.
«Ah sì...adoravo quella maglia» è l'unica cosa che riesco a dire.
«Non smettevo di piangere, e tu hai raccolto una margherita bianca mettendola nel taschino della mia maglietta e dandomi un bacetto sulla guancia», mentre racconta i ricordi riaffiorano sfocati.
«Da quel giorno, non ho mai smesso di amarti, per trent'anni; ma sapevo che tu non ricambiavi il sentimento, mi hai sempre detto che siamo come fratelli» e a quella frase una lacrima scende sulla sua guancia.
«Perché i nostri genitori erano amici, siamo nati a un mese di distanza e abbiamo sempre festeggiato il compleanno insieme. Ti ho visto nudo, con la varicella, appena sveglio, in ogni modo possibile. Natale, Pasqua, le estati nella casa al mare, è normale che sentissi un sentimento fraterno nei tuoi confronti, ma comunque come facevi ad essere così sicuro che non ricambiassi?» finalmente riesco a dire ciò che mi balena in testa.
«Ti ho baciato adesso e ho confermato la mia teoria», esordisce, lasciandomi di nuovo senza parole.
«Mì, se ti piacessi, ci staremmo ancora baciando», mi spiega, notando la mia espressione confusa.
«Andre...»
«Va tutto bene, sto bene, mi basta averti nella mia vita», mi confessa cercando di nascondere il suo stato d'animo dietro un sorriso, ma i suoi occhi lo tradiscono.
Prendo un respiro profondo.
«Là fuori ci sarà una donna che ti amerà in tutto e per tutto», riesco a dire accennando anche io un sorriso.
«Già, ma non sei tu».

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Incastro Perfetto
Mystery / ThrillerEdoardo Mariani, ex agente dei Servizi Segreti Italiani e attuale latitante, dovrà rivedere i suoi piani per la vita dopo un fortuito incontro con una sua ex collega, ancora in carica, Miriana Mancini. Una discoteca esplosa in circostanze misteriose...