EDOARDO
«Sentite, ve l'ho detto, dovevo pur mangiare», insisto con il Boss, cercando di sminuire i soldi mancanti dalle vendite, spesi in sigarette, alcol e gratta e vinci.
Almeno ho vinto.
«Gli taglio un dito per ogni lira mancante?» chiede uno dei suoi cagnolini, cioè...assistenti.
«Non gli rimarrebbe nulla», risponde il capo, scuotendo la testa e ridacchiando in quel suo modo inquietante.
Improvvisamente torna serio, guardandomi dritto negli occhi.
Si alza dalla poltrona, mi si avvicina a un passo dal volto, ed espira il fumo della sigaretta sulla mia faccia, ma io non distolgo lo sguardo.
Neanche quando me la spegne sulla mano.
Stringi i denti, Edo, respira.
«Eri uno dei miei uomini migliori», afferma con una nota di disprezzo nella voce.
«Quando lavoravo per voi non avevo neanche i peli sotto le ascelle», rispondo scocciato.
«I uagliuncelli so' chiù facil, mo si' sol n'omm e'merd», esordisce lui.
Resto in silenzio; in fondo, non ha tutti i torti.
«Credi che non sappiamo quello che hai fatto a Roma?» mi domanda di punto in bianco.
Cazzo, lo sanno allora.
«Veramente speravo di buttarci il passato alle spalle», cerco di smorzare l'atmosfera, ma sono loro a smorzare la mia risata isterica quando mettono le mani sulle pistole, ma senza estrarle dalla fibbia.
«Okay be'...non era proprio Roma comunque, ma una città vicino, molto carina, un piccolo borgo vicino al mare e...»
Smetto di blaterare quando il Boss alza la mano in aria.
Uno dei tizi che sembra Rocky Balboa si scrocchia il collo, per poi avvicinarsi a me e con uno scatto il suo pugno si stampa nel mio stomaco.
Riesco ad alzarmi dopo aver smesso di tossire e mi guardo intorno: sono uno alla porta e due vicino al capo.
«Tre contro uno, un po' scorretto non trovate?» sorrido per poi abbassarmi, mettendomi le mani sulla testa.
Inizio a singhiozzare, uno di loro si avvicina, e quando scorgo con la punta dell'occhio che si abbassa per afferrarmi per il collo, allungo di scatto il braccio, prendo la sua pistola e gliela dò in testa, senza lasciargli il tempo di capire cosa sta succedendo.
Barcolla e quando si riavvicina, calcio diretto dove non batte il sole; l'altro cerca di prendermi alle spalle, mi giro di scatto e lo precedo, bloccandolo dal collo e colpendolo con un calcio sulla mandibola, che subito gli fa fuoriuscire il sangue dalla bocca.
Il terzo cerca di fare lo stesso, e stavolta direi alla vecchia maniera: pugno in faccia; riesce però ad evitarlo, e lo ricambia immediatamente, dritto sul mio petto.
«Questi sarebbero il meglio che avete, Gianni?» domando al Boss, comodamente seduto a godersi la scena con un bicchiere di scotch.
Con uno scatto prendo i due uomini tirandoli per il collo, e come si dice a Napoli "capa e capa".
Svengono anche loro a terra, raggiungendo il loro amico, che ancora si sta reggendo i coglioni steso sul pavimento.
«Sai Boss, direi che dò le mie dimissioni, niente rancore», dico afferrando al volo una pistola e qualche mazzetta caduta a terra durante lo scontro, per poi scappare sentendo in lontananza la risata dell'uomo.
E poi dicono che l'addestramento del Governo Italiano non serve a nulla.
Corro più veloce del vento per raggiungere la porta, ma è sorvegliata anche quella, allora mi rimane solo un'opzione.Salgo le scale del vecchio edificio, raggiungendo il tetto; stacco la maniglia della porta, sperando che mi regali secondi preziosi.
Mi guardo intorno, sento dei passi e delle voci, so che stanno venendo a prendermi.
Metto i soldi e la pistola nei pantaloni, sfilo la giacca di pelle, la lego stretta in vita, tolgo anche la maglia e la uso per coprire i palmi delle mani, poi guardo giù.
Vedo un lungo tubo di ferro arrugginito che finisce a terra, ed è la mia unica speranza in questo momento.
Intuisco che stanno cercando di aprire la porta, okay non ho più tempo per pensare.
Mi butto, aggrappandomi al tubo, scivolando su di esso.
A metà i piedi iniziano a cedere, la maglietta si sposta lasciando che le mie mani sentano il bruciore del ferro sulla pelle, ma quando sono quasi alla fine non resisto più e decido di lanciarmi, sperando che la giacca possa in qualche modo attutire la caduta.
*"I Uagliuncelli so' chiù facil, mo si' sol n'omm e'merd"= "I ragazzini sono più facili, ora sei solo un pezzente".
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Incastro Perfetto
Mystery / ThrillerEdoardo Mariani, ex agente dei Servizi Segreti Italiani e attuale latitante, dovrà rivedere i suoi piani per la vita dopo un fortuito incontro con una sua ex collega, ancora in carica, Miriana Mancini. Una discoteca esplosa in circostanze misteriose...