55. Nonostante tutto

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MIRIANA

Rimango senza parole quando Andrea varca la soglia di quella casa.

«Come ci hai trovati?!» chiede Edoardo, sconcertato.

«Tu devi stare zitto!» urlo puntando il mirino dritto sulla sua fronte, e il mio amico fa lo stesso.

«Sai cosa? Hai ragione, parlate voi due avete tanto da chiarire», indietreggia di pochi passi.

«Atena mi ha chiamato, mi ha spiegato tutta la situazione, stavo per entrare anche io in casa di tua madre, quando ti ho vista uscire di corsa. Così invece di scendere dall'auto, ti ho seguita mentre correvi per mezza Roma, fino al bar. Volevo entrare a parlarti, ma poi ho visto lui», il suo sguardo disgustato punta Edoardo.

«Perché stavi venendo da mia madre?» gli chiedo confusa; sono mesi che non ci parliamo, è scappato dall'ospedale prima che potessi svegliarmi, a lavoro non mi guarda nemmeno.

«Perché, nonostante tutto, ti vorrò sempre un bene dell'anima Mì. Non potevo lasciarti sola in un momento del genere. Non mi ha fatto piacere ignorarti per tutto questo tempo, non è stata questione di orgoglio, ma di vergogna. Mi vergognavo per come ti avevo trattata, avrei dovuto parlartene, non aggredirti in quel modo».

«Io pensavo che fossi ancora arrabbiato con me...»

«Mi sentivo solo una merda per averti fatto finire in ospedale», mi confessa con voce straziata.

«Andre, io volevo solo risolvere il caso per far giustizia ai nostri papà, ed Edoardo è arrivato all'improvviso, mi sembrava l'unica carta vincente in quel momento buio. Poi siamo andati un pò fuori rotta, e io, io non ho ragionato lucidamente, mi dispiace».

«È per questo che siete venuti fino in Svizzera? Per il caso?»

Annuisco, mentre né io né Andre smettiamo di puntare le nostre armi contro Edoardo, ma poi capisco che l'unica cosa che voglio fare è abbracciarlo. Anche lui abbassa la pistola e mi viene incontro.

D'improvviso, sento qualcosa tapparmi la bocca e il naso.

Mi dimeno, non respiro, qualcuno mi tiene ferma.

La mia vista si offusca, percepisco un odore fastidioso, una mano mi sfila la pistola e l'ultima cosa che vedo è il viso di Edoardo, mi guarda senza muovere un dito, mentre il mio corpo cede e le palpebre si fanno troppo pesanti.

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