56. Andate all'inferno, stronzi!

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EDOARDO

«Miriana, Andrea, svegliatevi!» esclamo, sperando che mi sentano.

«Tra poco si svegliano, stai sereno», risponde incurante Caruso, mentre si accende una sigaretta.

«Dovevate per forza prenderli alle spalle così?» gli chiedo spazientito.

«Preferivi gli sparassimo a una gamba per portarli qui?» mi fa una domanda retorica, così rimango in silenzio, osservando Miriana legata su una sedia alla destra della stanza, mentre il suo amico alla sinistra.

«Cos'è questo posto?» domando a uno degli scagnozzi con cui parlavo prima.

I nostri accordi erano di portarci dal Boss, prendere i soldi, dividerli equamente (ottanta a me e venti a loro) e sparire. Così Miriana lo avrebbe arrestato e i Servizi Segreti non avrebbero mai trovato i soldi, ma almeno avrebbero preso Il Rosso.

«È una fabbrica abbandonata», mi risponde Jerry, quello senza baffi; li distinguo solo così, per me sono Tom e Jerry.

«Una fabbrica di cosa?» domando ancora.

«Di fuochi d'artificio» è la risposta di Tom.

Guardo ancora Miriana, ma non sembra muoversi, non so bene cosa vogliano fargli, ma di certo non permetterò di farli uccidere; allo stesso tempo non posso far saltare la mia copertura con il clan, credono che sia ancora dalla loro parte, e se mi rivelo, prenderanno anche me e sarebbe un sacrificio inutile, la priorità ora è la vita del mio Girasole.

Perché però d'un tratto mi sembra difficile? Il piano è sempre stato questo: ingannare tutti e scappare via coi soldi. Lontano da Servizi Segreti e mafia.

Ora non ne sono più tanto sicuro, e forse so perché.

Il posto è circondato dalla penombra totale, le uniche fonti luminose provengono dai lampioni all'esterno e dalle piccole lampade che pendono dal soffitto alto.

Nel silenzio totale, si sente sgocciolare qualcosa, forse un vecchio tubo; beh qui è tutto vecchio e arrugginito, i colori sono sbiaditi e rovinati, il giallo e il verde di cui un tempo erano dipinti i corrimano delle scale e le pedane si confondono quasi con il ferro.

«Mh...» sento mugugnare qualcuno, mi volto di scatto, ma purtroppo non è Miriana, è Scipione.

Vabbè, mi accendo una Winston, quest'attesa mi sta uccidendo.

«Dove, cosa...» lo sento frignare, che palle. Andrea, se ti salverò la pelle, sarà solo per lei.

«Ben tornato tra i vivi», esordisce Tom, facendo ridere Jerry, sono proprio una bella coppia di deficienti.

«Ah...» ancora, ma stavolta è lei.

È lei!

Mi avvicino, per assicurarmi che stia bene, ma senza esternare la mia preoccupazione.

«Miriana, ehi, sveglia» la incalzo, ma rimango in piedi davanti a lei.

«Miri...», borbotta Andrea.

«Andre...dove siamo?» chiede lei, e un secondo dopo sono lì ad agitarsi per cercare di liberarsi.

«Tu», ringhia lei, rivolgendosi a me.

«Stai bene?» sussurro, piegandomi leggermente alla sua altezza, e appoggiandomi allo schienale della sedia a cui è legata.

Di tutta risposta ricevo uno sputo dritto sulla guancia, del tutto inaspettato, seguito dalla sua espressione confusa.

Oh Girasole, non sai quanto vorrei poterti dire tutto. Chiederti di scappare via con me, ma so che non lo faresti.

Impassibile, mi allontano, asciugandomi il viso con la manica della felpa.

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