60. Chiudiamo questa storia

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MIRIANA

L'amore, benedizione e maledizione degli uomini.

Friedrich Nietzsche diceva: "Anche l'amore bisogna impararlo".

Come si fa ad imparare qualcosa che non ha bisogno e soprattutto non ha il modo di essere spiegato?

Perché io lo sento, lo percepisco, lo vivo. Quando sono con lui.

E se è vero che le nostre anime sono l'incastro perfetto, io me lo sentivo dal primo istante, ma non potevo ammetterlo. Però lo so. L'ho sempre saputo.

«Miriana, ascoltami, avevi ragione quando hai detto che ci vuole più coraggio ad amare nella penombra che alla luce del sole. Ed io l'ho fatto in entrambi i modi: ho finto di amarti alla luce del sole, ma dentro di me...» si blocca un istante. «Il cuore mio squacquarea per te», sorride triste. Sento di nuovo le lacrime che vogliono uscire, chiudo gli occhi, ma li riapro di scatto al rumore di un grilletto.

«Edo!» urlo d'istinto.

«Ahaa!» strilla lui dal dolore.

Zio Enzo è strisciato via, e sta sparando da un punto che non riesco ad individuare, ha sfiorato la spalla di Edoardo.

«Scappa!»

«No!» lo trascino al riparo più vicino.

«Esci, io farò esplodere questa», esordisce tirando fuori dalla tasca della felpa...

«Una granata?!»

«L'avevo portata per le emergenza, questa lo è».

«No, non te lo lascerò fare», m'impongo, ma appena termino la frase, cala il silenzio.

«Ascolta, porta fuori il corpo di Andrea, devo riportarlo a sua madre» gli spiego a bassa voce.

«E tu?»

«Io mi occuperò di far saltare in aria tutto, chiudiamo questa storia».

Abbiamo escogitato un piano, è ora di metterlo in atto.

«Sei pronto? Ce la fai con la ferita?» gli chiedo prima che le nostre strade si separino.

«Ho passato di peggio. Tu hai tutto?» mi chiede mentre sistemo la granata al passante dei jeans e prendo il resto degli arnesi che siamo riusciti a procurarci.

«Sì», annuisco decisa, mi volto pronta a raggiungere il punto stabilito. Ma prima che possa fare un altro passo, Edo mi afferra per il polso. Rimaniamo accovacciati dietro il nostro nascondiglio, le punte dei nostri nasi si toccano e cerco di trattenere il respiro.

«Ti amo», mi sussurra.

«Ti amo».

Le nostre labbra si sfiorano, le nostre lingue si cercano, le nostre mani si intrecciano.

Le nostre anime, si incastrano.

Creo un diversivo per attirare Zio Enzo, che ancora non si fa vedere, e appena scatta Edo corre in direzione di Andrea, lo solleva e per un secondo i nostri occhi s'incrociano. Poi, corre fuori.

«Avanti, Enzo! Fatti vedere e affrontami, se sei un uomo d'onore come dici, o forse hai solo paura?!» cerco di istigarlo, sperando che mi senta.

«Il mio onore non è affar tuo», sento alle mie spalle.

Sorrido.

Mi volto lentamente, mi tiene nel mirino, così come io faccio con lui.

«Hai paura?» gli chiedo.

«Di certo non di una puttana come te», ringhia.

«Allora, facciamo un patto, ti va?»

«Non starò ad ascoltarti, dimmi dove sono i soldi di Caruso, e forse, ti risparmierò la vita, principessina».

«Ma che bravo, mi leggi nel pensiero, zio?»

«Porta rispetto».

«Facciamo così: io ti do il codice della cassetta di sicurezza della banca, ti dico dov'è, e tu sparisci. Non mettere piede in Italia e io non ti arresto, che ne pensi?»

«E chi mi assicura che non te lo stai inventando?»

«Vuoi chiedere a Caruso? Ah no, l'ho messo al tappeto prima, dimenticavo», indico dietro di lui il suo nemico che giace attaccato al carrello elevatore.

Enzo fa un errore madornale, si volta a guardarlo, ed è proprio quello che volevo. In una frazione di secondo prendo la mira, il proiettile lo prende allo stomaco, e si accascia a terra.

Corro più in fretta che posso verso l'uscita, ma qualcosa mi blocca quando sono quasi alla porta.

Enzo mi ha sparato alla gamba, poco sopra la caviglia. Cado di lato, e la prima cosa che mi viene in mente è di sfilare in fretta la granata dai miei jeans, mentre i suoi colpi non cessano.

Mi tornano in mente le parole di Aurelio "Siamo uguali" e subito penso che, forse, aveva ragione. Non sono un'assassina a sangue freddo, ma, dinanzi alla morte, tutti siamo uguali.

Stappo la sicura, assicurandomi di lanciarla sopra la scia di polvere da sparo che Edoardo si è lasciato dietro mentre usciva, come concordato.

Appena Enzo capisce cosa sta per succedere, smette di sparare, chiude gli occhi e lo sento implorare Dio.

Mi trascino fuori, cerco di alzarmi, ma sto perdendo troppo sangue.

Vedo la luce della luna.

Sento la voce di Edoardo in lontananza.

Respiro, finalmente, l'aria fresca.

E poi...

BOOM.

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