EDOARDO
Napoli. La mia città.
Sole, mare, gente per strada che canta o suona per due spicci.
Il profumo della pizza e del caffè ad ogni angolo.
Il colore del cielo e del mare che si uniscono, facendo da sfondo al Vesuvio.
«Dove stiamo andando?» domanda Miriana quando svolto per una salita ripida.
«Voglio mostrarti un posto, già che siamo qui, ma prima: il giusto sottofondo musicale», recupero dal cassetto porta oggetti una cassetta, infilandola nella fessura apposita dello stereo.
«Che canzone è?» chiede quando partono le prime note.
«Si intitola "O surdato 'nnammurato", ma aspetta il ritornello, sono sicuro che la conosci».
La vedo intenta ad ascoltare, e appena attacca il famoso ritornello, non posso fare a meno di cantare.
«Com'i' sò' sicuro 'e te...Oje vita, oje vita mia!» canto a squarciagola, abbassando del tutto i finestrini per sentire il vento sulla pelle.
Lei scoppia in una risata genuina, che fa ridere anche a me, mentre il vento ci scompiglia i capelli.
«A cchiù bella 'e tutt 'e belle, nun è maje cchiù bella 'e te!» continuo prendendole la mano, portandomela al petto; e finalmente comincia a cantare con me, anche se il suo napoletano stona col mio.
«Oje vita, oje vita mia, ojie core 'e chistu core, si' stata o'primmo ammore...e o'primmo e l'urdemo sarraje pe' me!» cantiamo all'unisono, e quando di tanto in tanto sposto la testa nella sua direzione, un brivido mi assale, come quella scossa elettrica, quando stavamo ballando alla festa. Però è diversa, stavolta è dentro, e la sento solo io.
Per la prima volta in trentotto anni, le parole di quella canzone, mi sembra di capirle un po' di più.
Parcheggio l'auto e finalmente posso sgranchirmi le gambe; quando mi volto vedo Miriana incantata a guardare il panorama.
«Dove siamo?» domanda con gli occhi di una bambina.
«All'affaccio, uno dei miei posti preferiti per ammirare la bellezza di questa città», chiudo la portiera, e mi accingo a raggiungerla. La scuoto dai suoi pensieri prendendola per mano, e trascinandola con me fino alla lunga ringhiera che circonda questa piazzetta. Ci appoggiamo ad essa, ammirando la bellezza del posto.
Le case che sembrano puntini colorati, il lungomare di Mergellina che fa da contorno, con le barche di ogni tipo armeggiate al molo. Uno stormo di uccelli ci passa davanti, il sole quasi accecante che illumina il tutto e poi lui: il maestoso Vesuvio, lì dov'è sempre stato, sembra quasi si stia mangiando una nuvola.
Mi volto a guardarla, lasciandomi sfuggire un sorriso, sembra davvero una bambina la mattina di Natale.
«È meravigliosa», dice in un sospiro d'incredulità.
«Già», affermo senza distogliere lo sguardo da lei.
«Ue bellissimi, buongiorno!» sentiamo alle nostre spalle una voce estranea.
Ci voltiamo e un signore si avvicina a noi con un'enorme polaroid tra le mani.
«Siete una bellissima coppia, la volete una foto ricordo? Solo tremila lire, solo per oggi!» mentre parla subito si percepisce la classica cadenza napoletana.
«No noi non siamo...», comincia Miriana, ma la interrompo subito.
«Va bene bello, facc sta foto», caccio dalla tasca le banconote, porgendogliele.
«Mettetevi in posa e sorridete, o datevi nu bell vas!» esclama impugnando la macchina.
Ci appoggiamo alla ringhiera e le poso un braccio attorno alla spalla, mentre l'altra mano la lascio in tasca; lei invece appoggia una caviglia davanti all'altra e tiene le braccia morbide lungo il corpo, inclinando leggermente la testa sulla mia spalla.
«Che ha detto?» mi chiede interdetta a bassa voce.
«Vas sarebbe un bacio, in napoletano», le spiego senza distaccare lo sguardo dall'uomo intento a sistemare tutto.
«Sorridete e state immobili finché non ve lo dico io», ci spiega guardando nell'obbiettivo.
Sento il rumore della macchina al momento dello scatto, e quando esce la cartuccia dalla fessura ci stacchiamo.
«Aspettate un'altra, ve la regalo io, siete troppo belli come soggetti, signò dai un bel bacio a tua moglie», dice mentre scuote la foto.
«No, non c'è bisogno, grazie» risponde lei, imbarazzata.
«A Napoli, rifiutare, è scortesia», le sussurro. L'afferro sollevandole la gamba con una mano, e l'altra dietro la schiena, ricreando un perfetto casquè.
«Fermi così!» esclama il fotografo entusiasta.
Lei si tiene stretta al mio collo con entrambe le braccia, mentre le nostre labbra rimangono sigillate in un bacio delicato.
Troppo facile.
«Ho finito signò!» la voce dell'uomo ci fa separare.
Ci separiamo e trovo i suoi occhi a un centimetro dai miei. Dio, brillano più del mare colpito dal sole, mi ci sto perdendo.
Quando ci rialziamo mi rendo conto che il mio cuore si è come fermato per quei pochi secondi, che mi sono sembrati un'eternità. Sarà l'afa estiva.
«Bellissimi! Guardate», si avvicina con le due foto, passandomele.
«Sono molto belle, la ringrazio», mormora Miriana impacciata.
«Grazie a voi. Ue signò, ricordatevi, siete un uomo fortunato» afferma guardando verso di me, così gli sorrido e ci stringiamo la mano.
Lo vedo allontanarsi, sospiro lievemente e mi volto verso di lei, intenta ad osservare le polaroid.
«Come ti è venuto in mente?» mi domanda cercando di mantenere un tono severo, ma la vedo che sorride.
«Era divertente», scrollo le spalle e le strappo dalle mani una delle due foto, per poi avviarmi verso la macchina.
«A casa di chi andiamo prima?» chiede sedendosi dal lato passeggero.
«Al Vomero, a Posillipo ci torniamo dopo pranzo», cerco di ritardare il più possibile il momento in cui dovrò rimettere piede nel quartiere dove sono cresciuto.
«Pranzo?»
«Scusa vieni a Napoli e non te la mangi una pizza?»
«Ho già assaggiato la pizza di Napoli», ribatte allacciandosi la cintura.
«Ti assicuro che non è così, voi romani non sapete nulla di pizza».
«Però abbiamo la Cacio e Pepe».
«Girasole, la pizza, è un'arte!»
«Se lo dici tu».
«Fidati di me, ti porto in un posto che conosco».
«Oddio ma perché hai preso questa strada? Quante curve ci sono?», chiede portandosi la mano alla tempia.
«Queste sono le tredici discese di Sant'Antonio!» replico in tono ovvio.
«Ah be'» borbotta scocciata.
«Non capisci niente».
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Incastro Perfetto
Mystery / ThrillerEdoardo Mariani, ex agente dei Servizi Segreti Italiani e attuale latitante, dovrà rivedere i suoi piani per la vita dopo un fortuito incontro con una sua ex collega, ancora in carica, Miriana Mancini. Una discoteca esplosa in circostanze misteriose...