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angela's pov
mi guardo intorno, cercando di capire che fare.
"beh?"
dico, cercando di mantenere una facciata calma mentre osservo i miei amici uno a uno.
apprezzo sinceramente il gesto, nonostante io sia l'unica vestita in modo inadeguato, con un vecchio pigiama che contrasta con i loro abiti da festa.
perfino sarah si stava cambiando e truccando, realizzo adesso, unendo i puntini.
"che state lì impalati, festeggiamo la mia vecchiaia!"
provo a scherzare, alzando leggermente la voce per mascherare la mia confusione.
il mio sguardo si illumina davvero solo quando noto fra la folla nicholas e giovanni.
"e voi?" chiedo incredula.
"non potevamo perderci la festa" risponde giovanni, porgendomi una bottiglia di champagne.
la porto alle labbra e bevo lunghi sorsi, sentendo il liquido frizzante scendere in gola.
quando finalmente devo fermarmi per respirare, restituisco la bottiglia con un sorriso incerto.
"dai, andiamo di là"
dico, cercando di spingere il gruppo verso una zona più adatta per continuare i festeggiamenti.

mentre ci spostiamo, alcuni amici mi chiedono con preoccupazione se sia davvero il caso di festeggiare, dato quanto accaduto pochi minuti prima. insisto che in questo momento ho davvero bisogno di distrarmi e dimenticare tutto il dramma. afferrando gaia per un braccio, le dico che non posso certo rimanere in pigiama se tutti si sono preparati per una festa.
ci dirigiamo verso la mia stanza per cambiarmi. mentre mi vesto rapidamente, gaia mi chiede se voglio parlarne, ma scuoto la testa.
'non adesso"
rispondo con un mezzo sorriso finto.
"voglio solo cercare di godermi la serata"

uscendo dalla stanza, passiamo inevitabilmente per quella di sarah.
vedo che è seduta sul bordo del letto, apparentemente persa nei suoi pensieri.
lucia sta cercando di truccarla, ma
sarah sembra distante.
mi sforzo di ignorare la scena e aumento il passo, dirigendomi verso il salotto.
la musica è già alta, e i nostri amici stanno ballando goffamente, come solo loro sanno fare.
non posso fare a meno di sorridere, ma mi sento ancora un po' negativa.
mi dirigo direttamente verso il tavolo delle bevande, prendendo un altro bicchiere di champagne e bevendo abbondantemente.
poi, notando un pacchetto di sigarette dimenticato da qualcuno, ne prendo una e vado verso l'ingresso.
mi siedo accanto a martina e nicholas, che sono già fuori a fumare. "seriamente, ti sei dimenticata del tuo compleanno?"
dice martina con un sorriso divertito, cercando di alleviare la tensione.
la ringrazio mentalmente per l'atto di normalità, facendo finta di non aver visto nulla poco fa.
"ho avuto molti pensieri per la testa questa ultima settimana"
rispondo, ridendo insieme a loro. "credo di averci pensato l'ultima volta tipo un mese fa?"
le loro risate diventano più forti e, per un momento, mi lascio trasportare dalla loro leggerezza.

proprio mentre sto iniziando a rilassarmi, la porta d'ingresso si apre di nuovo e vedo sarah entrare, seguita a distanza da lucia e marisol.
sarah sembra essersi ricomposta un po',  e come sempre è mozzafiato.
no, non posso di certo pensarci ora.
attraverso la porta di vetro, noto sarah che si affaccia brevemente dal salotto.
i nostri sguardi si incrociano per un istante. lei abbassa lo sguardo subito dopo, mordendosi il labbro inferiore come se stesse combattendo un impulso.
vorrei tanto sapere cosa sta pensando in questo momento...
la guardo allontanarsi e tornare tra gli altri, che la accolgono con un velo di preoccupazione.
ripenso alle parole di scusa.
c'era qualcosa di sinceramente dolce nella sua voce, ma non riesco proprio ad accettare il suo comportamento. continuo a fumare, cercando di soffocare l'ansia con il fumo.
sento martina e nicholas parlare tra loro, ma le loro parole mi arrivano distorte, come se fossi sott'acqua.
"angela, vieni a ballare!"
urla qualcuno dal salotto.
alzo lo sguardo e vedo marisol fare cenno di raggiungerla.
scuoto la testa facendole capire che è una brutta idea.
lei però alza gli occhi al cielo e mi richiama.

mi convinco a sorridere, sebbene in modo forzato, e butto via la sigaretta. apro la porta e vengo subito investita dalla musica assordante.
marisol mi raggiunge insieme a petit, che mi afferra scherzosamente una mano e inizia a ballare come un matto. io alzo il braccio, facendogli fare una giravolta, il che fa ridere holden e giovanni che ci osservano da dietro.
dopo che petit si allontana, mari si avvicina di più.
non sono granché a ballare, quindi se posso, evito.
"non pensi che dovresti stare con sarah? Non voglio peggiorare la situazione"
le dico, accennando con lo sguardo verso sarah che ci osserva intensamente mentre sorseggia dal bicchiere.
sofia e lucia stanno cercando di tirarla su di morale, ma sembra un tentativo inutile.
"senti, sarah è la mia migliore amica, ma le avevo detto più volte che fosse una pessima idea"
dice mari, fermandosi e appoggiandosi al divanetto.
"è il tuo compleanno e mi sembra ingiusto che tu debba sentirti così."
la sua sincerità mi tocca, ma al contempo mi fa sentire un po' orgogliosa.
almeno non sono l'unica a pensare che questo maledetto piano sia stato una mossa del cazzo.
sento la rabbia montare di nuovo e ho bisogno di bere.
mi avvicino al tavolo dove le tre ragazze stanno ormai immobili a causa di sarah.
m verso un bicchiere di champagne, bevendolo d'un fiato.
"non abbiamo niente di più forte?" scherzo, o forse no, rivolta a lucia.
"purtroppo no, ubriacona"
risponde lei con una punta di ironia.

mentre sto per versarmi altro champagne, sarah mi afferra l'avambraccio.
già un po' brilla, perdo l'equilibrio e il bicchiere mi scivola di mano, rovesciando il contenuto sul pavimento e su di me.
"cazzo!"
esclamo, sbattendo con forza la bottiglia sul tavolo.
sarah impallidisce e alza le mani, chiaramente spaventata e in preda al panico.
"scusa, scusa, scusa..."
ripete a intervalli regolari, visibilmente agitata.
nonostante la mia rabbia, la scena mi fa un po' pena.
"è tutto ok"
biascico con un sospiro, cercando di mantenere la calma.
la rabbia brucia ancora dentro di me, ma vedo la paura negli occhi di sarah. non voglio fare scenate davanti a tutti.
mi avvio verso la porta della mia camera, cercando di non sembrare troppo traballante.
"non seguirmi"
sibilo prevedendo le sue azioni. tuttavia, sarah non sembra intenzionata a fermarsi e continua a seguirmi.
mi fermo bruscamente, voltandomi verso di lei con rabbia.
"che parte di 'non seguirmi' non hai capito?"
sarah sembra ancora molto impaurita, ma le rimane sempre quel pizzico di coraggio.
"angela, per favore, non volevo rovinarti la serata. lasciami aiutare"
insiste, la voce quasi tremante.
"non hai già fatto abbastanza? non ho bisogno del tuo aiuto"
ribatto con durezza, la frustrazione e la rabbia che si mescolano.
"so che ho sbagliato, ma non voglio rovinare tutto"
risponde, la sua voce che si spezza leggermente.
"voglio solo assicurarmi che tu stia bene"

la guardo, in conflitto.
da una parte, voglio allontanarla, tenerla a distanza.
dall'altra, vedo la sincerità nei suoi occhi e un piccolo senso di colpa si fa strada dentro di me.
dopo un momento di tensione, sbuffo e mi arrendo.
"va bene, ma non farmi perdere altro tempo"
dico infine, girandomi verso la mia stanza.
entriamo nella mia camera e chiudo la porta dietro di noi.
mentre mi sfilo la maglietta bagnata e la getto in un angolo, noto che sarah rimane in piedi, immobile, fissandomi.
il suo sguardo è indecifrabile e il rossore che le colora leggermente le guance mi stranisce.
non capisco perché si comporti così, mi ha vista nuda decine di volte.
"che c'è?"
le chiedo, infastidita dal suo sguardo insistente.
sarah distoglie rapidamente lo sguardo, balbettando una scusa poco convincente.
io sbuffo, cercando di concentrarmi sull'armadio per trovare dei vestiti asciutti.
mentre frugo tra i miei vestiti, sento ancora il peso del suo sguardo su di me, lo ignoro.
o almeno, ci provo...

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ehehehe che vorrà mai dire quest'ultima frase?
do il via alle scommesse.

kiss me forever - finché non mi rompi, finché non mi vuoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora