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È sabato.
'Sta notte sono stata tormentata dall'idea di perdonare Luke perché la colpa è stata mia, in fondo l'ho aggredito senza sapere nulla, ma anche lui, quando gliel'ho chiesto non me lo ha detto, a questo punto, non so che fare.
Oggi è la nostra, la mia, opportunità di spiccare e non posso mandarla a rotoli per un ragazzo.
Devo pensare un po' a me, non solo a lui.
Devo mettere avanti me, ciò che voglio io, qualcosa che possa garantirmi un futuro.

La luce entra fioca dalla finestra della camera da letto.
Sono le 6:15.
Abby è ancora coricata a dormire come un sasso.
Io mi sto rigirando i pollici, rimuginando sulle mie scelte.
Decido di andare a prendere qualcosa in cucina, so che il mio aspetto non è dei migliori, ma siamo noi quattro, ci conosciamo tutti e non m'interessa.
Esco dalla stanza ancora in pigiama cercando di non fare rumore e chiudo lentamente e attentamente la porta alle mie spalle.
La visione che mi ritrovo davanti è spiazzante.
Luke è a terra, più o meno davanti alla mia porta che giace con una bottiglia di whisky in mano.
Deve essersi ubriacato per forza.
Non so che fare, se svegliarlo e dirgli di andare a letto, o se lasciarlo dormire per terra.
La differenza è che a letto starebbe più comodo mentre lasciandolo lì sarebbe tutto indolenzito.
Vado per la prima opzione: svegliare Luke!
Prima però riempio un bicchiere d'acqua e prendo un'aspirina dal beauty delle medicine che naturalmente porto sempre con me.
Li appoggio sul tavolo e vado a svegliarlo.
Mi piego a terra, pari a lui e lo scuoto lentamente.
Borbotta qualcosa di incomprensibile, ma non si sveglia.
So che mi pentirò di ciò che sto per fare, ma devo.
Okay forse non proprio, ma..non lo so, è un istinto.
Poggio la mano sopra la sua guancia facendogli delle carezze mentre sussurro il suo nome.
Apre gli occhi di scatto e mormora il mio.
Non so se sorridergli o essere arrabbiata.
Mi alzo e si alza anche lui, vado in cucina e mi segue.
"Prendi questa" dico porgendogli l'acqua con l'aspirina.
Mi guarda perplesso, così decido di chiarire i suoi dubbi rispondendo alla sua domanda inespressa.
"Avevi la bottiglia vuota di whisky in mano. Prendila" dico indicandogli l'aspirina.
Abbassa gli occhi leggermente imbarazzato o...Deluso?
Se li porta alla bocca e deglutisce.
"Sono ancora le 6:30, vai a dormire" dico guardando qualcosa intorno a me per non incrociare il suo sguardo.
"E tu? Hai una brutta cera! " dice guardandomi, anzi, scrutandomi con più attenzione.
Abbasso lo sguardo e trovo improvvisamente interessante le mie mani che giocherellano tra loro per il nervosismo e la tensione che c'è tra noi.
"Beh..non ho più sonno" mento.
In effetti sto morendo di sonno, solo che non riesco ad addormentarmi per via dei dubbi che mi perseguitano e tormentano.
"Non hai più sonno? Ma se non hai dormito per niente" esclama sbuffando.
Cosa? Che mi ha spiato?
"E tu come lo sai?" chiedo irritata.
"Beh, perché ti sentivo che camminavi in giro per la camera da letto e poi per tutta la stanza, non sono mica sordo." dice in tono ovvio.
"Beh, si dà il caso, che tu hai il sonno pesante, perciò non senti nemmeno se viene sganciata una bomba a pochi chilometri di distanza da qua!" dico convinta.
" Beh, allora si dà il caso, che se viene sganciata una bomba, non avrei nemmeno il tempo di sentirla perché sarei già morto!" ribatte.
Sbuffo esasperata e faccio per andarmene.
"No, no, aspetta!" dice afferrandomi per il polso.
"che c'è?" chiedo irritata.

Non capisco, è lunatico un sacco, un momento prima flirta con me, un momento dopo litiga, così con il sorriso, davvero, mi sforzo di capirlo, ma proprio non ci riesco!

"Stai qui con me" dice guardandomi intensamente negli occhi.
Non devo cedere. Non devo.
È questo l'effetto che mi fa, non riesco a pensare lucidamente quando sono con lui.
E finisco per cedere.
Ma non posso, devo lasciarlo un po' in riflessione, e anche io, sinceramente devo pensarci.
Una relazione non può essere fondata sul segreto.
Le cose importanti si devono dire, si deve parlare, discutere, decidere insieme.
Magari non me l'ha detto di Lidia perché non era una cosa importante.
Ma allora perché stava tutti i giorni, ogni minuto, al telefono a parlare o a messaggiare con lei?
E poi, la domanda da un milione di dollari: perché quando gli ho detto di dirmi cosa stava succedendo, non me l'ha detto?

《Il mio ossigeno sei tu》[veky_veky]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora