• 4 •

2.9K 157 0
                                    

Finalmente sto per realizzare il mio sogno.

Tiro fuori dalla tasca il mio i-pod, porto le cuffie alle orecchie e metto qualche canzone rilassante.
In men che non si dica mi addormento: faccio vari sogni, dei quali neanche uno mi ritorna in mente.

"Si prega la gentile clientela di allacciare le cinture di sicurezza, l'aereo sta per atterrare." annuncia la vocina gentile al di là dell' altoparlante. È quella a svegliarmi.

Mi affretto ad allacciare la cintura e  chiudo gli occhi per i pochi minuti che mi rimangono.
Panso a Marco, ad El, mi mancano già, è tutto così strano e allo stesso tempo eccitante!
Alcune lacrime solcano il mio viso.

----------------------------------------------------------------

L'aereo atterra in fretta, scendo velocemente per prendere le valige e dirigermi nella nuova casa che insieme a Marco abbiamo comprato pochi giorni fa.
Anche se resterò al college, i week-end liberi li passerò sicuramente qui.

Dopo una buona ora, riesco a trovare la via, cerco il numero, e mi ritrovo di fronte un' enorme casa, fuori bianca con un giardino immenso, una piscina e anche una capannina in legno, il dentro suppongo sia davvero bello.

Apro la porta, e davanti a me, si estende un tappeto bianco con dei divanetti dello stesso colore, una televisione di 70 pollici, un caminetto termico, un piano forte e alla destra una porta.
Rimango letteralmente a bocca aperta.
Mi dirigo verso la porta, avente un' aria così graziosa e innocente.
Poggio la mano sulla maniglia gelida, e con uno scatto la apro.
Davanti a me si snoda un' ampia stanza, con degli armadi grandissimi, tappezzata poi su due pareti di specchi. Spalanco per la seconda volta la bocca.

Al piano di sopra si trovano le stanze e i bagni, mentre per la cucina, si deve  prendere una scala che collega le varie stanze.
Quella che ho scelto io era bellissima, un letto a baldacchino con i veli rossi, un comodino in legno, l'armadio altrettanto, un tappeto rosso e un' enorme finestra che mi fa vedere la maggior parte di Londra.

Le altre camere rimanenti decido, ovviamente, di lasciarle per gli ospiti.
Prendo le valige, le porto nella mia nuova e accogliente camera e comincio a sistemare la roba che c'è al loro interno.
Ogni tanto qualche lacrima chiede di uscire e, sfortunatamente, straziata dal dolore che provo, permetto di scendere.
Improvvisamente sento squillare il mio cellulare.

"Pronto" rispondo portandomi l' affarino all' orecchio.

"Eiii sorellina!
Com'è la casa? Come è andato il viaggio? Ti sei riposta? Hai mangiato?? Hai sistemato tutto?"

"Ei ei ei! Calmati! Comunque, sì, ho sistemato tutto, la casa è bellissima tu non puoi neanche immaginare quanto!!" esclamo entusiasta.

"Beh vedendola da fuori, me ne faccio un'idea" rimango un po' perplessa.

"Da fuori? Ma perché scusa dove sei?" dico sospetta.

"Sai sorellina, invece di parlare al telefono e farmi consumare i soldi, dovresti muovere il tuo bel culletto e venire ad aprirmi!"

Senza nemmeno chiudere la chiamata scendo al piano di sotto e apro la porta.
Marco è qui con un sorriso da strafigo.
Lo guardo per qualche secondo quasi per realizzare che quello che sta succedendo è vero..poi gli corro in contro e lo abbraccio.

"Ei piano, così mi ammazziii" ghigna.

"Ti voglio bene anche io  fratellone" rispondo ironicamente.

"Anna, non posso starti lontano, sei la mia famiglia, non ti dispiace se resto qui per questa settimana mentre tu sei al college e poi nel weekend torniamo a New York?" chiede guardandomi.

"Scusa...e me lo chiedi pure? È ovvio che sono d'accordo é ovvio che non mi dispiace, già mi mancavi, ti amo fratellone" dico dolcemente.

"Sorellina, anche tu mi manchi, quindi dopo che sei partita ho preso il secondo volo e adesso eccomi qui, ti amo anch'io sorellina"

Dopo aver sistemato un po' tutto, mi accorgo sbadatamente che il tempo è volato, così, ci accomodiamo nel grande tavolo della sala pranzo e cominciamo a mangiucchiare qualcosa.

"Ci dobbiamo arrangiare per oggi, domani facciamo spesa!" annuncia Marco.

"Certo, si.
Ah, la preside della scuola ha detto che anche se domani è domenica, posso andare così mi da la stanza per sistemare le cose che mi servono, ti dispiace accompagnarmi?" dico mentre metto in bocca un patatina.

"Certo che no, ora però andiamo a dormire che è già tardi" dice guardandomi bieco.

"Sì signore!!" dico imitando il gesto di saluto di un militare.

Gli lascio un bacio sulla guancia augurandogli la buonanotte e mi dirigo in camera mia.

Mi butto sul letto a peso morto e mi addormento immediatamente.

《Il mio ossigeno sei tu》[veky_veky]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora